Squadre e protagonisti del basket NBA!

Il secondo articolo sul basket statunitense a cura di Matteo Romanelli! Luci puntate sulla Eastern Conference e sugli azzurri della NBA..

 

Le stelle del basket NBA!

Ecco il secondo approfondimento sulla stagione del grande basket NBA. Nell’articolo di ieri la presentazione dei Miami Heat campioni in carica e delle compagini più quotate della Western Conference, in quello di oggi luci puntate sulle squadre dell’Est e sui giocatori azzurri impegnati nel campionato di basket più importante e prestigioso del mondo. Lo spettacolo della NBA è iniziato la notte scorsa e gli appassionati hanno già vissuto le prime emozioni di una stagione tutta da vivere. Ecco la seconda parte della presentazione a cura di Matteo Romanelli.

 

Basket NBA: Le big della Eastern Conference

Le squadre più attese all’Est, Miami Heat esclusi, sono quelle newyorkesi. In casa Brooklyn Nets il patron Mikhail Prokhorov ha allestito il roster più costoso che si sia probabilmente mai visto nella NBA: circa 190 milioni di dollari tra spese salariali e tassa di lusso. Il quintetto è formidabile: Brook Lopez, Kevin Garnett, Paul Pierce, Joe Johnson, Deron Williams. Praticamente quattro all-star e mezzo. Pronti a subentrare dalla panchina Jason Terry (già eletto sesto uomo dell’anno più volte a Dallas) e Andrei Kirilenko. Sulla carta una squadra da titolo. Pesano però due grossi dubbi. Il primo è di natura anagrafica (vista l’età media piuttosto avanzata del quintetto), il secondo riguarda la guida tecnica. Jason Kidd è stato uno scienziato del gioco dal grandissimo carisma, ma potrebbe pagare il grande salto dal parquet alla panchina di una squadra da titolo.

In casa Knicks le novità sono state il ritiro di Kidd e gli arrivi di Metta World Peace (amnistiato dai Lakers) e di Andrea Bargnani (arrivato da Toronto in cambio di Novak e poco altro). La squadra sembra quindi essere migliorata, anche se restano questioni su cui coach Woodson dovrà lavorare. Prima di tutto l’alchimia di un frontcourt con Chandler, Bargnani e Anthony (che potrebbe essere devastante per gli avversari o deleterio per i suoi). Senza contare che l’uomo chiave più della superstar Melo (che ha già annunciato di voler uscire dal contratto a fine stagione), potrebbe essere J.R. Smith. Scommettere su un’altra stagione da sesto uomo dell’anno dell’ex-Nuggets è un bell’azzardo.

Chicago potrà contare sul rientro dopo l’anno di stop per l’infortunio al legamento crociato di Derrick Rose. A giudicare dalle prime uscite pre-stagionali l’MVP 2011 pare aver ritrovato lo smalto dei giorni migliori. Se così fosse la franchigia che fu di Micheal Jordan tornerebbe in lizza quantomeno per le finali di Conference. Per il resto rimangono gli stessi punti di forza e di debolezza che hanno sempre portato il team a schiantarsi su Miami. Da un lato la granitica difesa organizzata da coach Thibodeau, la versatilità di Deng, la solidità di Noah, dall’altro l’atavico problema dell’assenza di un elemento con un talento offensivo che possa assistere Rose e rendere meno prevedibile il gioco offensivo.

Indiana non viene considerata nei pronostici eppure ha tutto per andare avanti. La squadra capace di portare a gara-7 Miami, con il suo gioco estremamente fisico sotto canestro ed un Paul George consacratosi a stella, è rimasta intatta (con Luis Scola a dare qualità dalla panchina). I Pacers recuperano Granger, jolly che se dovesse accettare il ruolo di sesto uomo farebbe fare un ulteriore salto di qualità alla franchigia.

 

 

Basket NBA: Le ambizioni delle altre

Boston Celtics e Los Angeles Lakers sono attesi ad un anno di transizione seppur con caratteristiche diverse. I verdi hanno smobilitato cedendo le bandiere Garnett e Pierce a Brooklyn in cambio di contratti in scadenza, che lasceranno flessibilità in futuro sul mercato. In panchina è arrivato coach Stevens, autore del miracolo Butler in NCAA e ora incaricato di portare avanti il progetto di ricostruzione a lunga scadenza. Si punterà su Rajon Rondo, ma sarà una stagione di prevedibile sofferenza. Forse non sarebbe sgradito un anno negativo per poter poi avere una scelta alta al draft 2014. Ma questo non può essere ammesso pubblicamente.

I Los Angeles Lakers hanno tutti i giocatori tranne Steve Nash in scadenza di contratto. Ecco perché, comunque vada, sarà la fine di un’epoca. Le speranze dipendono dal recupero dall’infortunio al tendine d’Achille di Kobe Bryant: se sarà veloce e completo il team potrà puntare ai play-off, altrimenti sarà dura. Poi, da maggio, si penserà al futuro. Bisognerà capire le intenzioni di Kobe e individuare un grosso nome di mercato. Si sogna Lebron James, ma questo per ora è solo fantabasket.

Se James dovesse lasciare Miami, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe addirittura tornare Cleveland. E i Cavaliers stanno migliorando la squadra forse proprio per attirare il figliol prodigo. Oltre alla scelta Bennett al draft (un vero azzardo) si è scommesso sulle ginocchia di Bynum per affiancare Irving (ormai una stella). In crescita Detroit che alla coppia di lunghi Monroe-Drummond ha aggiunto Josh Smith, Brandon Jennings e Chauncey Billups (oltre Datome). Curiosità su Minnesota che ha confermato Petkovic e preso Martin. Il salto di qualità dipenderà dalla crescita di Rubio e dalle condizioni di Love. Denver ha rivoluzionato tutto a partire dall’allenatore (Hollins al posto di Karl) e pare abbia agito senza logica. Bisognerà scoprire le condizioni di Gallinari per capire le ambizioni del team. Per Dallas si preannuncia una stagione complicata nonostante gli arrivi di Calderon ed Ellis. Nowitzki non sembra più quello dei tempi d’oro e tutti gli obiettivi delle ultime off-seasons sono sfumati. A ovest Portland potrebbe avere ambizioni di play-off. Con il rookie of the year 2013 Lillard e con una certezza come Aldridge. Ad est occhio a Milwaukee (che ha sostituito Ellis con Mayo e Ridnour) e a Washington (con la batteria di giovani guidata da Wall e la fisicità di Nené sotto canestro). Atlanta punta ha preso Millsap al posto di Smith (chissà che non sia un guadagno), Toronto riparte da Gay e scommette su DeRozan e Valanciunas. Per le altre (Phoenix, Orlando, Charlotte, Philadelphia, New Orleans, Utah e Sacramento) la prospettiva è di lasciar trascorrere la stagione per puntare ad una scelta alta nel draft 2014 (e in questo caso attenzione a Andrew Wiggins, giocatore che, a detta di tutti, potrebbe spostare gli equilibri del prossimo decennio).

 

 

Basket NBA: Gli azzurri

Saranno quattro gli italiani che quest’anno giocheranno in NBA. A Bargnani, Belinelli e Gallinari si è infatti aggiunto Gigi Datome che si è accasato a Detroit. Partiamo proprio dall’ex giocatore di Roma. Il compito che gli chiedono i Pistons è quello di cambio nel ruolo di ala piccola, ruolo nel quale la concorrenza non è elevata. Se manterrà le percentuali di tiro e se dimostrerà la concentrazione e l’applicazione difensiva che si sono viste in nazionale potrebbe giocare un ruolo di rilievo nelle rotazioni di coach Cheeks. Purtroppo un infortunio lo ha limitato in queste settimane di preparazione.

Sulla carta l’italiano che ha la situazione più definita è Danilo Gallinari. Non si può certo essere tacciati di nazionalismo nel dire che sia il giocatore più importante dei Denver Nuggets (assieme a Lawson). I postumi del grave infortunio al ginocchio costringeranno l’ex-Olimpia Milano a perdere il primo mese di gare. Una volta raggiunta la condizione potrà riprendere il cammino di consacrazione che si è bruscamente interrotto il 5 aprile contro Dallas.

Andrea Bargnani è chiamato al riscatto dopo un paio di stagioni travagliate (anche a causa degli infortuni). La sua carriera riparte da New York in un contesto tecnico sulla carta eccellente: giocherà vicino ad un fenomeno difensivo come Chandler, sarà la seconda o la terza opzione offensiva. Per questo avrà meno pressioni e più spazio considerando i raddoppi che Antonhy attirerà su di sé. Per restare a questi livelli dovrà fare un ulteriore salto a livello mentale.

Marco Belinelli ha cambiato aria e di meglio non avrebbe potuto sperare. Per il bolognese è infatti arrivata la chiamata dei San Antonio Spurs. Essere ingaggiati da quella che viene unanimemente riconosciuta come la miglior organizzazione della Lega è già di per sé un attestato di stima. Duplice il compito che gli affiderà coach Popovich: prendere il posto di Neal come guardia tiratrice e dare fiato in posizione di play a Tony Parker. E le qualità per assolvere al meglio entrambi i compiti non gli mancano.

 

Articolo a cura di Matteo Romanelli