La Juve vola, l’Inter sprofonda!

Nella rubrica “A piede libero” l’analisi della bella vittoria della Juventus e una personale chiave di lettura sulla crisi dell’Inter!!

 

La Juve torna super, l’Inter perde ancora!

Nuovo appuntamento con “A piede libero”, la rubrica dedicata al grande calcio di Serie A. In questo capitolo lente di ingrandimento puntata sulla 22° giornata e in particolare sulla fondamentale vittoria conquistata dalla capolista Juventus contro un’Inter quanto mai in difficoltà. I bianconeri hanno fatto in pieno il proprio dovere ed hanno momentaneamente portato a 9 le lunghezze di vantaggio rispetto alla Roma (che non ha disputato il match interno con il Parma a causa del campo reso impraticabile dalla pioggia). Trasferte amare per Napoli e Fiorentina che sono cadute rispettivamente contro Atalanta e Cagliari, mentre il Verona ha scavalcato l’Inter violando il campo del rivoluzionato Sassuolo di Malesani. Il Milan ha frenato in casa con il Torino, la Sampdoria si è aggiudicata il derby con il Genoa, Lazio e Udinese hanno ottenuto importanti successi esterni con Chievo e Bologna. A chiudere il cerchio il pirotecnico 3-3 tra Catania e Livorno. La puntata di “A piede libero” è però quasi interamente dedicata al Derby d’Italia con l’analisi dei differenti momenti storici vissuti dalle due protagoniste. Per ribadire la forza della Juve e per approfondire con toni volutamente forti e provocatori i motivi della crisi dell’Inter. L’analisi è ovviamente personale. Chi la pensa in modo diverso può esprimere la propria opinione a fondo pagina, nello spazio dedicato ai commenti..

 

 

La classifica di Serie A

I numeri della 22° giornata

Nell’ultimo fine settimana si sono giocate solo 9 delle 10 sfide in programma (ancora da decidere la data del recupero tra Roma e Parma). Per la 3° volta in stagione le vittorie esterne sono state più di quelle conquistate dalle squadre di casa (4 contro 3). Sono state segnate 24 reti: 21 di piede (14 con il destro, 7 con il sinistro), 2 di testa (di Lichtsteiner e Floro Flores) e 1 autorete (di Manfredini). Nella ripresa sono stati realizzati il triplo dei gol rispetto ai primi tempi (18 contro 6), mentre le marcature effettuate dalle squadre di casa sono state le stesse di quelle messe a segno dalle formazioni impegnate in campo esterno (12). Gli unici a trovare la porta con conclusioni dalla distanza sono stati Rami, Keita, Denis e Toni, mentre le reti realizzate su palle inattive sono state 7: 3 su penalty (di Pinilla, Di Natale e Paulinho), 3 sugli sviluppi di corner (di Chiellini, Rolando e Barrientos) e 1 in conseguenza di piazzati indiretti (di Floro Flores). A questi vanno aggiunti i gol segnati da Vidal e Keita che sono nati direttamente da rimessa laterale. Nella 15° giornata spiccano le doppiette di Denis e Emeghara e i primi gol in campionato di Rami e Almiron. Maxi Lopez è diventato il 3° calciatore ad andare a bersaglio con due formazioni (prima di lui ci erano riusciti Lodi e Matri), Rami è diventato il 15° marcatore stagionale del Milan (record assoluto)..

 

 

La conferma: Juventus super

La Juve ha ritrovato l’appuntamento con la vittoria dopo il mezzo passo falso della settimana scorsa, l’Inter si è invece confermata in crisi nerissima ed ha disputato una delle peggiori partite della gestione Mazzarri. I bianconeri si sono imposti come da pronostico al termine di una prestazione di alto contenuto tecnico e agonistico ed hanno saputo sfruttare nella maniera migliore le incredibili lacune degli avversari. La formazione di Conte ha “sbranato gli addormentati giocatori nerazzurri” ed ha colpito con i gol di Lichtsteiner, Chiellini e Vidal. L’Inter ha sprecato 3 clamorose opportunità da rete con Palacio, ma sotto il profilo del gioco non è mai riuscita a mettere in difficoltà la capolista. Troppo netto il divario tra le due squadre, opposto lo spirito con cui le due contendenti hanno affrontato il Derby d’Italia.. Con il coltello tra i denti la Juve, con sufficienza e paura i nerazzurri. Doveroso tessere le lodi dei bianconeri che hanno inferto una pesante lezione (di umiltà, organizzazione, determinazione) ai nerazzurri. La Juve ha conquistato l’11° affermazione interna in campionato (18° nelle ultime 20 gare casalinghe), ha centrato il 19° successo sulle 22 partite disputate in stagione ed è arrivata a quota 54 gol segnati (di gran lunga l’attacco più prolifico della Serie A). Uniche note stonate il gol subito (il 5° negli ultimi 4 match), le 3 occasioni concesse a Palacio e il rilassamento successivo al 3-0. Campanelli d’allarme che passano inosservati nella mediocrità del campionato, ma che costano cari quando si esce dai confini italici. Juve forte quindi, ma non ancora club dai connotati europei.

 

 

Il flop: Inter senza arte né parte

Difficile capire dove finiscano i meriti dei bianconeri e dove inizino i demeriti dell’Inter. I nerazzurri hanno rimediato la classica figuraccia fallendo il confronto più atteso. Perdere con la Juve rientra nella logica delle cose, ma la prestazione è stata imbarazzante. L’Inter è parsa squadra senza qualità, organizzazione, attributi e voglia di lottare. I giocatori sono mediocri, la disposizione tattica fa acqua in tutti i reparti e le scelte di Mazzarri sono alquanto discutibili. Logico che sul banco degli imputati finisca anche il tecnico. Lo dicono i numeri. La compagine lombarda non ha ancora vinto partite nel 2014 (2 pareggi e 3 sconfitte in campionato più il ko di Coppa Italia), ha conquistato 8 punti nelle ultime 10 giornate (unico acuto nel derby), ha rimediato la 4° sconfitta esterna di fila, non vince in trasferta dal 3 novembre (3-0 a Udine), è al momento fuori dalle prossime competizioni europee e ha 7 punti in meno della scorsa stagione. L’organico è inadeguato, ma risultati tanto negativi non hanno giustificazioni. Jonathan, Nagatomo ed Alvarez continuano a essere titolari fissi nonostante la serie di prestazioni deludenti (il giapponese è addirittura capitano..), il 3-5-2 non funziona ma resta invariato, i due attaccanti giocano insieme solo quando il punteggio è compromesso (unica eccezione la partita casalinga contro il Catania), Kuzmanovic e Taider sono perni di un centrocampo da “film dell’orrore”, Zanetti, Samuel e Icardi sono finiti nel dimenticatoio (e chi gioca è sicuramente peggio), Guarin non è stato venduto ma viene relegato in tribuna, Juan perde sempre la marcatura e Palacio fallisce occasioni clamorose.

 

 

Crisi Inter: Come invertire il trend?

Basteranno D’Ambrosio, Botta (unica nota lieta della gara di Torino) ed Hernanes a risollevare la stagione dell’Inter? L’impressione è che il primo a cambiare registro debba essere proprio Mazzarri.. Non gli è stato chiesto lo Scudetto, ma solo di creare le basi di un progetto e di affrontare con dignità la stagione. Ad oggi nessuno dei due obiettivi è stato centrato.. All’Inter (così come alla Juve o al Milan) non si gioca tanto per giocare, ma bisogna cercare sempre la vittoria e dare il massimo per onorare una storia ricca di trionfi. A meno che la tanto inflazionata definizione “stagione di transizione” non significhi perdere la faccia tutte le domeniche.

A Mazzarri il compito di dare la scossa. Provi a cambiare, punti su Kovacic, Hernanes, Icardi, D’Ambrosio, Botta e Wallace, rispolveri Samuel o Zanetti, dia una chance ad Andreolli, trovi un modulo che si adatti ai calciatori a sua disposizione oppure mandi in campo i ragazzi della primavera con la speranza di scovare nuovi talenti. Almeno perdere potrà avere uno scopo. L’Inter non è una squadra che possa lottare per il vertice, ma non dovrebbe nemmeno essere sullo stesso piano di Parma, Torino e Verona (con il massimo rispetto per società che a dispetto di risorse limitate giocano bene, operano con logica e raccolgono risultati). Thohir ha investito “soldi freschi” in sede di mercato, ma dovrebbe anche affidarsi a dirigenti capaci (la vicenda Guarin-Vucinic è stata un classico esempio di cattiva gestione).

Mazzarri dovrà tirar fuori il meglio da una rosa mediocre, i giocatori dovranno mostrare perlomeno orgoglio, spirito di sacrificio e un minimo di rabbia. Senza inopportuni leziosismi (come il tacco di Nagatomo al limite dell’area con la Juve in pressione), senza giocate superficiali (di cui Alvarez è professore universitario) e senza marcature garibaldine (alla Juan Jesus tanto per intenderci). Niente da dire invece a chi sbaglia gol praticamente fatti se prima si danna l’anima per rincorrere palloni impossibili (come lo spompato” Palacio). Errare è umano (soprattutto per chi non è nato fuoriclasse), scendere in campo senza grinta e senza idee è diabolico..