Il talentuoso Aru domina a Montecampione

Fabio Aru ha vinto in solitario la 15° tappa del Giro d’Italia 2014. Uran fatica ma resta ancora in maglia rosa.

La splendida impresa di Fabio Aru

Il 97° Giro d’Italia ha vissuto un’altra bellissima giornata ed ha esaltato le qualità di un altro giovane ciclista italiano. Ieri era stata la volta di Enrico Battaglin, oggi è stato il turno di Fabio Aru. Il sardo della Astana si è imposto nella 15° frazione e ha primeggiato laddove nel 1998 Marco Pantani scrisse forse la pagina più bella della sua straordinaria epopea sportiva, Plan di Montecampione. Il “Pirata” staccò Tonkov e si involò verso il successo finale, il giovane Aru ha lasciato sul posto Uran, Rolland e Quintana quando mancavano 2200 metri al traguardo ed è andato tutto solo verso il traguardo. Il paragone fra Marco e Fabio comincia e termina qui. Andare oltre sarebbe irrispettoso nei confronti del più grande campione del ciclismo moderno e rischierebbe di caricare il talento sardo di eccessive responsabilità.

Nessun parallelismo quindi, ma soltanto meritati e sinceri applausi per quanto fatto nella giornata odierna dallo scalatore della Astana. Aru ha attaccato con coraggio e ha messo in fila atleti sulla carta più blasonati di lui. Ha scritto quella che è fino ad ora la storia più bella di questo Giro d’Italia e lo ha fatto con quelle doti che da sempre fanno parte del suo repertorio. Scattando in faccia ad Uran e Quintana, volando verso la vittoria con una pedalata elegante e potente, resistendo nel finale nonostante lo sforzo.. Ha fatto un importante balzo in graduatoria ed ha emozionato gli appassionati, ma nessuno osi chiedergli di salire sul podio di Trieste. Se dovesse riuscirci farebbe qualcosa di grandissimo, se ne resterà escluso sarà solo per salirci in futuro. Ha le qualità per vincere una corsa a tappe, ma la storia insegna che ai giovani non bisogna mettere pressione.

 

Fabio Aru

 

Il duello tra i big

La battaglia tra i grandi della classifica si è accesa nella parte conclusiva della salita finale ed è stata innescata dal solito Rolland (un plauso al francese per il coraggio e per la voglia di lasciare il segno). Il protagonista è stato come detto Fabio Aru, mentre Uran ha difeso la maglia rosa nonostante una giornata molto complicata. Il colombiano ha perso terreno dal sardo e dal connazionale Quintana (sempre poco brillante anche se in crescita), ma ha guadagnato qualcosa su Pozzovivo, Majka e soprattutto su Evans. Frazione nel complesso positiva quindi per il leader della generale anche se l’impressione lasciata dalla sua pedalata (e dalla sua crisi finale) non è stata ottimale.

Evans ha vissuto un’altra tappa complicata ed ha confermato di non avere più la gamba di inizio Giro, Pozzovivo ha sofferto più del previsto e non è riuscito a ripetere la prestazione di ieri. Prova incolore per Kelderman, Majka e Kiserlovski, deludente quella di Basso. Il varesino ha pagato il conto ed è stato scavalcato in classifica dal mai domo Hesjedal. L’assenza di un grande campione e di un leader di spessore continua a farsi sentire, ma il Giro resta avvincente e quanto mai incerto.

 

Cadel Evans

 

La cavalcata di Aru

Fabio Aru ha vinto la 15° tappa del 97° Giro d’Italia. Il ciclista azzurro della Astana ha coperto i 225 km della Valdengo – Plan di Montecampione in 5h33’06” (alla media di 40,528 km/h) ed ha preceduto di 21” Fabio Duarte (Col). A 22” Nairo Quintana (Col) e Pierre Rolland (Fra), a 42” Rigoberto Uran (Col), a 57” Rafal Majka (Pol), a 1’08” Franco Pellizotti (Ita) e Daniel Moreno (Spa), a 1’13” Ryder Hesjedal (Can), Cadel Evans (Aus), Wilco Kelderman (Ola), Domenico Pozzovivo (Ita), Robert Kiserlovski (Cro) e Philippe Deignan (Irl), a 2’17” Ivan Basso (Ita) e Steve Morabito (Svi), a 3’13” il drappello con Wouter Poels (Ola). Diego Ulissi (Ita) ha accusato 19’40”, Luka Mezgec (Slo) è stato l’ultimo a tagliare la linea d’arrivo (168° a 31’22”).

 

La classifica generale

Rigoberto Uran si è confermato in maglia rosa. Il colombiano della Omega Pharma Quick Step comanda la classifica con 1’03” su Evans, 1’50” su Majka, 2’24” su Aru, 2’40” su Quintana, 2’42” su Pozzovivo, 3’04” su Kelderman, 4’47” su Rolland, 5’44” su Kiserlovski, 6’32” su Poels, 6’44” su Hesjedal e 7’42” su Basso. Ultimo posto per Bol (Ola) che ha un ritardo dalla vetta di 3h26’16”.

 

Rigoberto Uran

 

La cronaca della tappa vinta da Aru

Al km 16 vanno in fuga Bouet, Ratto, Le Bon, Cardoso, Cunego, Hansen, Geschke, Paolini e Felline. Pochi chilometri dopo sugli attaccanti della prima ora rientrano anche Rodriguez, Barbin e Torres. I 12 battistrada raggiungono un vantaggio massimo di circa 7’30”, ma nel tratto che porta verso l’ascesa conclusiva (19,3 km al 7,6% con punte al 12%) subiscono la rimonta del gruppo tirato a tutta dalla Yellow Flou.

I 12 al comando iniziano la scalata verso Plan di Montecampione con un margine di 1’30”. Nelle prime rampe della ascesa Hansen allunga. Su di lui rientrano Cardoso, Torres e Felline. Il portoghese stacca gli altri, ma si vede poi raggiungere da Arredondo (uscito dal gruppo dei big). Il tentativo del colombiano e degli altri attaccanti termina a 9 km dalla fine. Ci provano Deignan e Duarte, mentre tra i big perde le ruote Basso. Parte Uran e poi in contrattacco se ne va Rolland che a 3 km dalla fine si porta sull’irlandese..

Nel tratto duro ecco il primo allungo di Aru e la risposta pronta della maglia rosa. Quintana reagisce, Evans e Pozzovivo cedono terreno. Aru ed Uran si riportano su Rolland, Duarte e Deignan, poi torna sotto anche Quintana. Aru è scatenato. L’azzurro se ne va tutto solo e guadagna margine. Anche Quintana e Rolland staccano Uran. La maglia rosa è in crisi, mentre il giovane Aru continua a pedalare con potenza ed eleganza fino alla linea del traguardo. La vittoria è sua!

 

Il protagonista: Fabio Aru

Fabio Aru ha conquistato il 1° successo in carriera. Il corridore sardo (nato a San Gavino Monreale il 3 luglio 1990) è passato professionista nel 2012 e in queste 3 stagioni ha sempre vestito la maglia della Astana. Nelle categorie giovanili ha dimostrato eccellenti qualità e si è messo in luce come uno degli scalatori più forti della categoria. Tutti gli esperti hanno previsto per lui una luminosa carriera ed il successo di oggi è solo una conferma del suo immenso talento.

Senza facili entusiasmi possiamo affermare che in futuro Aru potrà competere per i massimi risultati. A Montecampione ha realizzato l’impresa ed ha regalato al ciclismo italiano il 5° successo di questa corsa rosa (in precedenza vittorie di Ulissi a Viggiano e a Montecopiolo, acuto di Canola a Rivarolo Canavese e sigillo di Battaglin ad Oropa).

 

Nairo Quintana

 

Ultimo stop per la corsa rosa

Domani il Giro d’Italia osserverà il 3° ed ultimo giorno di riposo di questa 97° edizione. Occasione per tirare il fiato dopo due giorni dispendiosi e per ricaricare le pile in vista della settimana conclusiva.. La corsa ripartirà martedì 27 maggio con la 16° tappa. Partenza da Ponte di Legno (provincia di Brescia) alle 12:35 ed arrivo posto in Val Martello (provincia di Bolzano) dopo 139 km.

Frazione breve, ma con 3 Gran Premi della Montagna e 60 km di salita (43% del chilometraggio totale).. Giornata tutta da vivere attraverso ascese che hanno fatto la storia del ciclismo e con la Cima Coppi (la vetta più alta del Giro 2014) a rendere il menù ancora più interessante. Subito dopo la partenza i corridori dovranno scalare il Passo Gavia (17,6 km al 7,8% con punte al 16%). Dopo lo scollinamento 25,7 km di discesa, poi l’ascesa verso il Passo dello Stelvio, la Cima Coppi con 2578 metri (21,7 km al 7,2% con punte al 12%). A seguire 25 km di discesa molto tecnica, poi poco più di 22 km di pianura e falsopiano per arrivare alla salita che porta a Val Martello (22,3 km al 6,4% con punte al 14%).

Tappa dal grande fascino con 3 salite sopra quota 2000 metri, frazione decisiva in chiave classifica. Chi vuol vincere il Giro d’Italia deve battere un colpo.