Il 2013 del ciclismo femminile!

Si è conclusa la stagione femminile di ciclismo. Riviviamo le emozioni del 2013 attraverso l’analisi e i dati statistici curati da Matteo Romanelli..

 

Ciclismo femminile: Dominio Vos!

Ancora una volta la stagione di ciclismo femminile presenta forte l’impronta di Marianne Vos. Per lei, solo contando le corse del calendario internazionale UCI su strada, il titolo iridato, la Coppa del Mondo vinta imponendosi in 5 delle 7 prove individuali (tra cui il Giro delle Fiandre, unico traguardo che finora si era sempre negato alla campionessa di Meeuwen) sono arrivati 22 successi. Senza contare gli altri allori conquistati nel ciclocross e perfino nella MTB. Numeri come sempre impressionanti, che però nascondono le difficoltà che l’atleta olandese ha palesato in montagna nelle gare a tappe. L’esempio più chiaro in questo senso è stato il Giro d’Italia che ha mostrato un’involuzione rispetto alle ultime due stagioni. Se ciò sia dovuto al cambio di preparazione per gareggiare anche nel cross country, al piccolo problema fisico alla schiena che l’ha limitata negli sforzi prolungati, alla crescita delle avversarie, o ad una combinazione di questi fattori sarà la prossima stagione a stabilirlo. Discorsi fati soprattutto per gli standard esagerati ai quali Marianne ci ha abituati. Per qualsiasi altra atleta parleremmo di annata trionfale, senza tante altre postille.

 

 

Ciclismo femminile: Le tabelle

Ecco le classifiche di rendimento della stagione ciclistica femminile. Luci puntate sulle vittorie individuali, su quelle di squadra e sui successi complessivamente ottenuti dai vari movimenti nazionali.

 

 

Ciclismo femminile: Johansson e Abbott

Per la prima volta dal 2008 Marianne Vos ha perso il comando del ranking UCI, superata in vetta da Emma Johansson. La svedese è stata autrice della solita stagione regolare e consistente (solo 7 volte fuori dalle prime dieci su 73 giorni di corsa), con 10 vittorie (tra le quali le classifiche finali di Giro di Turingia ed Emakumeen Bira nei Paesi Baschi) e tanti secondi posti arrivati, al solito, nei momenti clou della stagione (tre piazze d’onore in Coppa del Mondo, argento mondiale, 2° alla Route de France). Chi, almeno a livello internazionale (perché nel calendario statunitense è stata dominante), ha avuto una stagione caratterizzata da un unico acuto è stata Mara Abbott, vincitrice della gara a tappe più importante della stagione, il Giro d’Italia. È stato bello vedere la scalatrice del Colorado tornare ai livelli di due anni fa dopo una serie di gravi problemi che l’avevano costretta anche ad uno stop (per fortuna momentaneo) dall’attività agonistica. Con gli irresistibili assoli del Monte Beigua e di San Domenico ha dimostrato di essere tornata la più forte scalatrice del panorama internazionale.

 


 

Ciclismo femminile: Bilancio positivo in casa Italia

La stagione è stata ricca di soddisfazione anche per il movimento italiano. Risultato più importante il bronzo mondiale di Rossella Ratto (come sempre negli ultimi anni sono state le ragazze a salvare la spedizione azzurra). La gara iridata ha coronato il convincente finale di stagione della Ratto. Ha disputato buon Giro, è uscita solo 2 volte dalla top ten nelle prove in linea e ha sfiorato il 1° successo da élite nel calendario UCI all’Ardèche e al Toscana. Il risultato tecnicamente più importante della stagione è stato quello di Elisa Longo Borghini vincitrice nella gara di Coppa del Mondo di Cittiglio grazie ad una straordinaria azione iniziata a 37 km dall’arrivo e conclusasi con un vantaggio di 1’44’’ sulla seconda (Johansson). Un successo di tale spessore mancava all’Italia dal 2008, quando Luperini si impose a Plouay. L’atleta di Ornavasso ha poi dato continuità a questo trionfo con un’eccellente campagna delle classiche di primavera (4° al Fiandre dopo una corsa condotta sempre in testa e 2° alla Freccia Vallone in scia a Marianne Vos) e con buone prestazioni nelle gare a tappe (2° al Zhoushan Island in Cina e all’Emakumeen Bira, 4° al Trentino). Poi il grave incidente subito nel Campionato Italiano (vinto poi dalla giovanissima Dalia Muccioli) l’ha costretta ad uno stop di 2 mesi (al rientro è comunque giunta 8° ai Mondiali). Un altro tabù sfatato dalle azzurre è stato il successo di tappa al Giro d’Italia. Non accadeva dal 2009 quando Noemi Cantele vinse a Cerro al Volturno. A rompere il digiuno Giorgia Bronzini che si è imposta a Pontecagnano Faiano regolando in volata la Vos (limitata da un guasto meccanico). Per la velocista piacentina questa è stata probabilmente la miglior stagione della carriera (superiore forse a quelle dei due titoli mondiali vinti nel 2010 e 2011). Per Giorgia sono arrivati 17 sigilli: tra questi la vittoria nella classica di Padova e l’incredibile filotto alla Route de France con 6 acuti di tappa consecutivi (record) e la classifica del Tour of Zhouashan Island.

Ottima la stagione di Tatiana Guderzo. L’azzurra si è piazzata 2° al Giro d’Italia, ha vinto 1 tappa al Giro di Turingia, 1 in quello d’Olanda (la più dura) e il campionato italiano a crono ed è giunta 7° al Mondiale. La novità più importante è stata Francesca Cauz. La giovane atleta ha conquistato la maglia bianca al Giro, è stata la più forte in salita dopo la Abbott, è giunta 7° nella generale, si è classificata 7° all’Ardèche e 3° al Toscana, è stata protagonista al Mondiale (con il forcing sulla salita di Fiesole) e in maglia azzurra ha conquistato l’argento Europeo in Repubblica Ceca (preceduta da Susanna Zorzi che con la bella azione di Olomuc ha messo la ciliegina sulla torta ad una buona stagione). Da segnalare anche la 1° vittoria in carriera di Valentina Scandolara (6° tappa del Giro di Turingia) e i buoni risultati di Silvia Valsecchi (1° al Grand Prix El Salvador), Valentina Carretta (ha centrato l’ultima tappa dell’Energiewacht Tour) e Marta Bastianelli (vincitrice della 2° frazione del Tour Languedoc Roussillon). Tributo doveroso infine per Noemi Cantele che ha appeso la bici al chiodo. La varesina ha aperto il 2013 con i successi in El Salvador ed è calata nel anche a causa anche di problemi fisici. Una carriera di grande livello, impreziosita dalle medaglie ai Mondiali di Mendrisio 2009 (in linea e a crono), dalle vittorie di Plouay e nel Giro di Toscana nel 2007, dalle maglie tricolori indossate e dai tanti successi di tappa ottenuti nelle principali corse del calendario.

 

 

Ciclismo femminile: Le altre protagoniste

Tra le straniere che si sono messe in evidenza nella stagione giusto partire da Ellen Van Dijk. La ciclista olandese, trasformata nel fisico dopo aver perso diversi chili, ha vinto dominando il Mondiale a cronometro, al termine di una stagione che l’ha vista quasi imbattibile contro il tempo (suoi anche la Chrono Champenois, il campionato nazionale e la crono di Cremona al Giro), ma non solo. Si è infatti imposta in 4 corse a tappe (Energiewacht, Gracia-Orlova, Giro del Belgio e Giro d’Olanda) ed è andata forte nelle classiche di primavera. Tra le olandesi bene anche Anna Van Der Breggen. Non ha ottenuto vittorie, ma è stata forse la più forte al Mondiale (chiuso al 4° posto) ed in tutte le corse principali (escludendo il Giro) è sempre arrivata tra le migliori 10 (se non nelle 5). Solita macchina da vittorie Kristen Wild. Per lei 14 in stagione, tra cui la classifica finale e 3 tappe al Giro del Qatar, altrettante frazioni all’Energiewacht e la tappa di Margherita di Savoia al Giro. Un po’ in ombra rispetto alle annate precedenti invece Annemiek Van Vleuten. Per lei solo qualche piazzamento nelle classiche e il 2° posto al Giro d’Olanda. Molto solida l’annata di Evelyn Stevens, anche se dalla ciclista californiana ci si aspettava qualche acuto in più. Invece, a parte le cronosquadre vinte con la Specialized, sono arrivate solo le vittorie nella classica di Philadelphia e nel Giro del Trentino. Per il resto tanti piazzamenti di livello (5° al Giro, 3° alla Route de France, 5° al Mondiale, 4° con soli 4 centesimi di ritardo dalla connazionale Small nella prova iridata contro il tempo). Acuto che invece ha avuto Linda Villumsen. Per la neozelandese di Danimarca l’argento mondiale a cronometro e il successo alla Route de France (6’ inflitti alle rivali nell’ultima frazione). Piacevole ritorno ad alti livelli di Claudia Häusler (di nuovo sul podio al Giro dopo 4 anni e vincitrice di un Giro di Toscana condizionato dal ritiro di massa delle big nell’ultima tappa in segno di protesta per le condizioni di sicurezza del percorso). Citazioni per le australiane Shara Gillow (l’unica con Johansson capace di battere Van Dijk a cronometro) e Tiffany Cromwell (9° al Mondiale e vincitrice dell’Het Nieuwsblad), per la sudafricana Ashleigh Moolman (prima africana sul podio di una gara di Coppa del Mondo alla Freccia Vallone e 8° al Giro), per l’ucraina Tetyana Ryabchenko (vincitrice della gara di Coppa del Mondo in Cina a Chongming Island), per la bielorussa Alena Amialyusik, per le canadesi Joëlle Numainville e Karol-Ann Canuel e per la russa Tatiana Antoshina (vincitrice del Giro dell’Ardèche).

 

 

Articolo, tabelle e foto a cura di Matteo Romanelli