TOUR 2012: WIGGINS PADRONE, MA NIBALI FA BEN SPERARE

Nella prima tappa alpina il britannico ha controllato,
l’azzurro ha comunque dato buone indicazioni

 

La prima tappa alpina del Tour de France 2012 non ha cambiato le carte in tavola, ma ha sicuramente fornito indicazioni interessanti sullo stato di salute dei favoriti. Il traguardo di Bellegarde sur Valserine ha premiato il coraggio e la scaltrezza di Thomas Voeckler. Il francese del Team Europcar ha collezionato il 3° successo in carriera alla Grande Boucle staccando nel difficile finale i compagni di fuga Michele Scarponi, Jens Voigt, Luis Leon Sanchez e Dries Devenyns. L’azione da lontano (che in origine ha annoverato tra i protagonisti 25 atleti) è andata a buon fine ed ha messo in risalto le doti dell’esperto Voeckler. Il francese ha lasciato sfogare Devenyns e Voigt prima di giustiziarli con una formidabile accelerazione. L’azzurro Scarponi si è piazzato al 2° posto ed ha dovuto rinviare l’appuntamento con la prestigiosa vittoria.

Nulla o quasi è invece cambiato in classifica generale.

Bradley Wiggins ha difeso senza affanni la maglia gialla e resta il grande favorito in vista del successo finale. Il britannico ha impressionato nella prima parte del Tour e nel primo arrivo in alta quota ha confermato le impressioni correndo da padrone. Ha una condizione fisica eccezionale, può contare su una squadra fortissima (Froome, Porte e Rogers stanno volando) e ha maturato la giusta convinzione per puntare al massimo risultato. Il 2012 di Wiggins è stato praticamente perfetto. Il britannico si è infatti presentato alla partenza del Tour con 8 successi all’attivo (tra cui Parigi-Nizza, Giro di Romandia e Criterium del Delfinato) ed al momento è riuscito a rispettare le previsioni di chi lo considerava (ed erano in molti) l’uomo forte della Grande Boucle. Mancano ancora tante tappe e la situazione non è certo definitiva, ma Wiggins ha già messo a distanza il resto della comitiva. Al momento comanda infatti la graduatoria generale con 1’53” di vantaggio su Evans, 2’07” su Froome, 2’23” su Nibali, 3’02” su Menchov e 3’19” su Zubeldia. La lotta per il successo finale sembra ristretta a questi 6 contendenti, ma in una corsa logorante come il Tour de France non sono da escludere clamorose rimonte.

Chi può battere un Wiggins tanto competitivo?

Evans e Nibali sono i rivali più credibili, Froome sta impressionando, ma è compagno di squadra di Wiggins e sicuramente non attaccherà il suo capitano. Nella prima frazione alpina non è cambiato nulla, ma considerando la conformazione di questa tappa era difficile prevedere attacchi importanti. L’unico ad averci provato è stato Vincenzo Nibali. Il bravo siciliano della Liquigas ha accelerato nella discesa successiva all’inedito Col du Grand Colombier, ma lungo le non terribili rampe del Col du Richemond ha dovuto desistere per non sprecare inutili energie. La Sky di Wiggins non si è infatti lasciata impressionare ed ha controllato alla grande l’azione di Vincenzo. L’attacco non è andato a buon fine, ma Nibali ha dimostrato coraggio e voglia di provarci. Aveva detto che si sarebbe inventato qualcosa sulle montagne ed ha subito mantenuto la promessa. Da elogiare anche la strategia della Liquigas che aveva mandato in avanscoperta Sagan per dare a Vincenzo un punto d’appoggio. Il fenomeno slovacco ha alzato bandiera bianca in salita, ma la tattica preparata dal team italiano era giustissima. Nibali c’è e nelle prossime tappe di montagna potrà riprovarci con la stessa determinazione.

Non si è invece mosso Cadel Evans. Se il vincitore del Tour 2011 avesse seguito Nibali l’azione avrebbe assunto altre dimensioni, ma i se e i ma non fanno la storia. L’australiano ha preferito risparmiare energie in vista della tappa odierna (con le scalate del Col de la Madeleine, del Col de la Croix de Fer e del Col du Mollard prima dell’arrivo in quota a La Toussuire) così come gli altri uomini di classifica. Il vantaggio massimo guadagnato da Nibali è stato di circa 50”, troppo poco per insistere e per recuperare terreno. In un ciclismo che è diventato sempre più d’attesa è obbligatorio però sottolineare il coraggio di Vincenzo. L’azzurro ha le qualità ed il coraggio del campione. Per questo, a prescindere dai risultati, riesce ad accendere la passione dei tifosi. Oggi il Tour propone una tappa impegnativa e chi vorrà mettere in difficoltà Wiggins dovrà certamente tentare qualcosa. L’Italia non ottiene vittorie parziali alla Grande Boucle dallo scorso 7 luglio 2010, giorno in cui Alessandro Petacchi si impose sul traguardo di Reims. E’ giunto il momento di invertire la rotta e con un Nibali così si può davvero sognare.