Tour de France: 100 anni di emozioni

Il secondo capitolo sulla storia del Tour de France!

Tour de France: Ci siamo quasi

Prosegue il conto alla rovescia in vista della partenza del Tour de France 2013. La 100° edizione della gara a tappe più affascinante del mondo si annuncia combattuta e molto difficile. La Grande Boucle scatterà sabato 29 giugno dalla Corsica e si concluderà domenica 21 luglio con la classica passerella sui Campi Elisi.. Prima di puntare l’attenzione sul percorso e sui grandi favoriti per la vittoria finale è doveroso ripercorrere la storia di questa straordinaria competizione. Dopo aver analizzato le statistiche individuali è il momento di approfondire i numeri relativi al rendimento delle singole nazioni.

 

Tour de France: La classifica per nazioni

Dal 1903 al 2012 si sono corse 99 edizioni della Grande Boucle (non si è disputata dal 1915 al 1918 e dal 1940 al 1946). I titoli effettivamente assegnati sono 92 (i 7 levati allo statunitense Armstrong per lo scandalo doping non sono stati ridistribuiti), i podi complessivi sono invece 289 (Armstrong è stato privato anche della 3° posizione conquistata nel 2009 e anche in questo caso la casella è rimasta vacante). I risultati ottenuti dai singoli ciclisti sono stati trasformati in dati statistici riferiti ai vari movimenti nazionali. Ecco la tabella con la classifica assoluta.

La Francia guida la graduatoria relativa al numero di vittorie (39,13% sulle 92 assegnate) e a quello di podi complessivi (33,22% sui 289 presi in considerazione). Al 2° posto il Belgio, al 3° la Spagna ed al 4° l’Italia. Tra i 25 atleti azzurri saliti sul podio i migliori sono Ottavio Bottecchia e Gino Bartali (2 acuti e 1 secondo posto per entrambi).. A seguire Fausto Coppi (2 successi), Marco Pantani (1 affermazioni e 2 terzi posti), Felice Gimondi (1 trionfo e 1 secondo posto) e Gastone Nencini (1 vittoria). A quota 3 podi c’è anche Claudio Chiappucci (mai sul gradino più alto, ma 2 volte secondo e 1 terzo). 13 le nazioni che hanno raccolto successi, 22 quelle che hanno ottenuto piazzamenti nelle prime tre posizioni. La Francia ha portato 47 corridori sul podio.

 

Tour de France: Il computo per nazioni nel dopo guerra

La Francia ha dominato le prime 6 edizioni della Grande Boucle (solo vittorie dal 1903 al 1908 con 28 podi su 36 disponibili) ed ha conquistato 15 dei 33 Tour de France che si sono disputati fino al 1939 (36 podi su 99). Il primo successo di un atleta non transalpino arrivò nel 1909 e fu firmato dal lussemburghese Francois Faber (davanti ai padroni di casa Garrigou ed Alavoine), mentre il digiuno dell’Italia fu interrotto nel 1924 da Ottavio Bottecchia (che si impose nella 18° edizione della Grande Boucle precedendo il lussemburghese Frantz e il belga Buysse). Il Belgio si è aggiudicato 12 delle prime 33 edizioni (9 sulle 21 disputate dal 1919 al 1939) ed è stato assoluto protagonista negli anni epici del Tour.. Il dominio di Francia e Belgio (27 successi complessivi sui 33 disputati fino alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale) si fa decisamente meno netto se si prendono in considerazione soltanto i 66 Tour de France che si sono svolti dal 1947 al 2012 (59 titoli escludendo i 7 revocati a Armstrong). Ecco la classifica per nazioni.

La Francia rimane al comando della graduatoria per numero di affermazioni (35,59%) e di podi (26,31%), mentre il Belgio viene scavalcato da Spagna ed Italia. Le nazioni capaci di ottenere successi restano 13, così come rimangono 22 quelle in grado di salire almeno una volta sul podio.. Negli ultimi 66 anni la geografia del ciclismo mondiale è radicalmente cambiata ed il Tour de France non è stato immune rispetto a questa rivoluzione. Nuove potenze hanno conquistato la ribalta e hanno spezzato il dominio delle nazioni che avevano fatto la storia del ciclismo. Nel 1987 è arrivata la prima vittoria di un corridore extra europeo (lo statunitense Greg Lemond), nel 2011 si è assistito addirittura al successo di un atleta arrivato dall’altro emisfero (l’australiano Cadel Evans). Nuove gerarchie, scenari differenti a fotografare l’inesorabile crisi dei paesi con una maggior tradizione ciclistica.

La Svizzera ha subito una lunga quanto irreversibile involuzione e non conquista il Tour de France da 62 anni (ultimo sigillo firmato da Koblet nel 1951). A fare più scalpore sono però i dati inerenti le due big della classifica generale. La Francia non vince la Grande Boucle dal 1985 (anno del 5° successo di Hinault) e non sale sul podio dal 1997 (3° piazza di Virenque nel Tour del tedesco Ullrich), il Belgio non festeggia addirittura dal 1976 (trionfo di Van Impe) e non colleziona un piazzamento di prestigio dal 1981.. Non è andata meglio all’Olanda (ultima affermazione con Zoetemelk nel 1980 ed ultimo podio con Breuking nel 1990), mentre l’Italia considerando il crollo degli altri è riuscita perlomeno a limitare i danni. L’ultimo acuto è lontano 15 anni (Marco Pantani nel magico 1998), l’ultimo podio è un ricordo freschissimo (3° posto di Vincenzo Nibali nella scorsa stagione).

 

Tour de France: Le ultime 7 edizioni

Il trend è confermato da quanto accaduto negli anni più recenti. Considerando le ultime 7 edizioni (quelle del “post Armstrong” tanto per fissare un punto definito) si può capire meglio la geografia mondiale del ciclismo moderno. Ecco la classifica relativa.

La Spagna è diventata la nuova regina del ciclismo in riferimento alle principali corse a tappe e ha vinto 4 dei 7 Tour de France che si sono svolti dal 2006 al 2012 (57,14%). A segno anche Lussemburgo, Australia e Gran Bretagna. Solamente un podio per l’Italia, mai nelle prime 3 posizioni della classifica Belgio, Francia e Olanda.

La crisi delle “vecchie glorie” del ciclismo mondiale non è l’unico dato che balza agli occhi quando si osserva l’albo d’oro del Tour de France. 2 delle ultime 7 edizioni sono state decretate a tavolino (nel 2006 e nel 2010 i titoli revocati a Floyd Landis e ad Alberto Contador sono stati assegnati a Oscar Pereiro e a Andy Schleck), 9 delle ultime 14 sono state revocate causa doping (comprese le 7 tolte a Armstrong).

La speranza è che negli anni a venire non si verifichino più situazioni di questo genere. Che a vincere siano i migliori, che i successi siano puliti, che le classifiche non debbano essere riscritte, che gli appassionati non siano costretti a festeggiare falsi successi (e falsi campioni), che si torni a parlare soltanto di fatti legati allo sport, che la gloriosa storia del Tour de France non sia macchiata da nuovi scandali e dai truffaldini di turno.. Questo l’augurio che viene dal cuore. Per il bene della Grande Boucle e di tutto il mondo del ciclismo..