Mondiali di sci alpino 2013: Il resoconto finale

Tutto sui Mondiali di sci alpino che si sono disputati a Schladming!
Stati Uniti in vetta al medagliere, Austria salvata da Hirscher

Mondiali di sci alpino 2013: Il riassunto

Si sono conclusi con lo slalom maschile firmato da Marcel Hirscher i Mondiali di sci alpino 2013. La vittoria del beniamino di casa ha rappresentato il punto più alto a livello emozionale della manifestazione iridata che si è svolta sulle nevi austriache di Schladming dal 5 al 17 febbraio. Questi i risultati delle 11 gare che hanno animato la rassegna e tenuto con il fiato sospeso i tanti appassionati.

Lo statunitense Ted Ligety ha monopolizzato la scena in ambito maschile, mentre fra le donne si è registrato un grande equilibrio. Le 5 gare femminili hanno infatti decretato 5 differenti vincitrici. Gli Stati Uniti hanno dominato la scena nonostante il pesante infortunio che ha messo fuori dai giochi Lindsey Vonn. La più forte sciatrice degli ultimi anni ha dovuto alzare bandiera bianca dopo la bruttissima caduta patita in Super G e ha perso la possibilità di arricchire ulteriormente il suo già favoloso palmares. Marcel Hirscher e Aksel Lund Svindal hanno spezzato il dominio di Ted Ligety in ambito maschile, Mikaela Shiffrin, Tessa Worley, Maria Riesch, Tina Maze e Marion Rolland si sono spartite gli allori in campo femminile. Il team event ha messo in risalto la forza corale dell’Austria, ma ha confermato di essere gara poco adatta per una disciplina individuale come lo sci alpino.

L’Italia è salita 3 volte sul podio (Dominik Paris e Manfred Moelgg tra gli uomini, Nadia Fanchini in ambito femminile) e può dirsi soddisfatta del bottino conquistato. E’ mancato il grande risultato, ma i nostri atleti se la sono giocata con coraggio e sono stati protagonisti in quasi tutte le gare disputate (10 volte nella top ten in prove individuali).

Questi gli sciatori più titolati al maschile dei Mondiali di sci alpino di Schladming: 3 podi per Ligety (3 ori) e Hirscher (2 ori e 1 argento), 2 per Svindal (1 oro e 1 bronzo) e Neureuther (1 argento e 1 bronzo).

Tra le donne 3 medaglie per Maze (1 oro e 2 argenti) e Riesch (1 oro e 2 bronzi), 2 per Kirchgasser (1 oro e 1 argento), Hosp (1 oro e 1 bronzo) e Hansdotter (1 argento e 1 bronzo).

 

Mondiali di sci alpino 2013: Il medagliere

Gli Stati Uniti hanno ottenuto il maggior numero di ori (36,36%), l’Austria è invece salita più volte sul podio (nel 24,24% delle gare disputate). La leadership nella classifica per nazioni spetta ai nordamericani, mentre i padroni di casa si sono attestati al 2° posto. 3° piazza per la Francia, 7° per l’Italia che ha concluso la rassegna iridata di Schladming con i 2 argenti firmati in discesa (Paris tra gli uomini e Fanchini tra le donne) e con 1 bronzo (Manfred Moelgg nel gigante maschile). Oltre a queste 3 medaglie la nazionale azzurra ha conquistato altri 7 piazzamenti nella top ten: 3 tra gli uomini (Davide Simoncelli 6° in gigante, Christof Innerhofer 7° in Super G e Dominik Paris 9° in combinata) e 4 tra le donne (Sofia Goggia 4° in Super G e 7° in combinata, Daniela Merighetti 7° in Super G, Elena Fanchini 9° in discesa). 6 le nazioni capaci di ottenere successi, 10 quelle che sono salite almeno una volta sul podio iridato.

 

Mondiali di sci alpino 2013: Il bilancio

La manifestazione iridata di Schladming è stata tra le più coinvolgenti della storia.. Per lo spettacolo regalato, per la straordinaria qualità dei vincitori (solo Rolland può dirsi una sorpresa), per il contesto in cui si sono svolte le gare (l’Austria si è confermata patria dello sci alpino per la storia e per il calore del pubblico) e per le emozioni vissute giorno dopo giorno. L’unica nota stonata è arrivata dal Super G femminile che si è disputato dopo tanti rinvii ed in condizioni di scarsa sicurezza. La giuria non ha voluto rimandare la gara e ha messo a repentaglio le atlete. Ne ha fatto le spese Lindsey Vonn e questo ha accentuato la scarsa bontà della decisione presa. Ad eccezione di questo tutto è filato liscio ed il livello tecnico delle competizioni è stato altissimo.

L’Italia ha mancato il grande risultato, ma è tornata a casa con diverse buone notizie in prospettiva futuro. La ritrovata classe di Nadia Fanchini, la definitiva consacrazione di Dominik Paris, la solidità di Manfred Moelgg ed il bel salto di qualità effettuato da Sofia Goggia rappresentano le basi da cui ripartire. Senza dimenticare che abbiamo in casa garanzie assolute quali Innerhofer, Marsaglia e Razzoli. Il nostro settore è in salute, anche se manca di giovani talenti nelle discipline tecniche femminili.. Su questo si dovrà lavorare in prospettiva Olimpiadi di Sochi 2014.