AO 2022 – Ashleigh Barty trionfa a Melbourne

Ashleigh Barty, orgoglio del tennis d’Australia, trionfa a Melbourne nel Major di casa. Un tripudio per il paese dell’emisfero australe che non vedeva vincere una tennista di nazionalità australiana dal lontano 1978.

Ashleigh Barty AUS (1) batte Danielle Collins USA (27) 6-3, 7-6 (2) in 1h 27’

Melbourne – Ashleigh Barty, 25enne australiana nata e residente ad Ipswich, numero 1 del mondo nella classifica mondiale femminile, con 21,665,850 dollari già vinti in carriera e due titoli Slam nel palmares, Roland Garros 2019 e Wimbledon lo scorso anno, ha trionfato nel Major di casa portando a 3 i suoi trofei conquistati nel circuito nobile del tennis.

In finale la tennista aborigena ha sconfitto la statunitense Danielle Collins di St. Petersburg, cittadina nello Stato della Florida, 28 anni, numero 30 della graduatoria WTA, che a Melbourne ha guadagnato con merito la sua prima finale in un torneo del Grand Slam.

Il match ha visto prevalere l’australiana dotata di un gioco definibile “vintage moderno”, coniando come definizione una sorta di ossimoro che rende giustizia alle qualità tecniche della Barty. Un rovescio di controllo e manovra, colpito spesso con effetto tagliato, sempre più una rarità. Un diritto dal timing perfetto, in grado di imprimere traiettorie lungolinea improvvise e sventagli incrociati decisivi. E poi il servizio, con una prima palla pesante e nascosta, piazzata o al centro o ad uscire, comunque spesso decisiva e determinante nell’aprire la strada verso la conquista del punto.

Il primo set è durato lo spazio di trenta minuti circa, caratterizzato da un break a favore di Ashleigh giunto nel sesto gioco. Con regolarità disarmante l’australiana ha messo in saccoccia il parziale per 6-2. La seconda frazione invece è stata caratterizzata dall’immediata reazione della Collins che sfruttando la propria fisicità, 178 centimetri contro i 165 della Barty, è passata in vantaggio per 2 giochi a zero imprimendo alle traiettorie grande profondità e mostrando un atteggiamento aggressivo anche nel linguaggio del corpo. Pur avendo la chance di rientrare in gara nel terzo gioco con due palle break, la giocatrice americana è volata sul 3 a zero. Nel game successivo l’australiana tiene il turno di servizio in maniera perfetta grazie ad una prima palla che farebbe invidia anche a qualche collega maschio. Ma Danielle non si scompone. Manifesta grinta sollevando il pugno dopo ogni punto vinto ed in fretta sale 4-1. Il set pare ormai compromesso per la tennista di casa, che rea di aver commesso qualche errore gratuito di troppo, va sotto nel punteggio fino al 5 a 1.

Ma tutto rientrerà nel progetto conclusivo disegnato dalla Barty. Nel settimo game scatta immediata la molla dell’orgoglio nella testa della numero 1 del mondo. Gioca in casa, c’è tutta una nazione a seguirla e vuole sollevare lei il trofeo. Ashleigh strappa la battuta alla Collins, va a servire ed accorcia il divario sul 5-3. La statunitense sale 30-0 ma la Barty con tre diritti vincenti di fattura tecnica eccezionale si procura una palla break, capitalizzata all’istante costringendo l’avversaria ad un errore di rovescio incrociato. Sul 4-5 la rimonta della tennista di Ipswich si completa fino al 5 pari. Collins evita di subire ulteriormente e lo score giunge senza scossoni sul 6 pari, preparando così il Tie Break.

Il game maggiorato inizia con la Collins al servizio. Un suo errore in lunghezza di diritto regala il primo punto all’australiana, la quale sfruttando la sua ottima prima palla crea le condizioni per volare 3-0. È l’australiana a comandare gli scambi successivi. Arriva un nuovo minibreak e lo score sale a 4-1. Si va al cambio campo sul punteggio di 5 a 1 a favore della Barty, col pubblico della Rod Laver Arena in fermento. Danielle recupera un punto ma poi fallisce un diritto incrociato e regala il match point.

Sul 6-2 Ashleigh mette a segno un passante cross ed alza finalmente le mani al cielo. È un trionfo che l’Australia non viveva dal 1978, quando fu Christine O’Neil a conquistare il titolo battendo in finale un’altra statunitense, Betsy Nagelsen, col punteggio di 6–3, 7–6 (3).

Per la Barty applausi a scena aperta ed Evonne Goolagong accanto, autentico mito del tennis aborigeno che fu, a consegnarle il trofeo. Una soddisfazione senza precedenti per tutta la nazione.

La Collins è delusa ed esprime in lacrime le proprie emozioni davanti ai microfoni, ma a mitigare l’amarezza della sconfitta la consapevolezza di aver espresso un fantastico rendimento nel torneo e la certezza che entrerà, grazie a questo risultato, nelle prime 10 tenniste della classifica mondiale.

Articolo di Paolo Rossi. Photo credit: ausopen .com

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