Il fascino vintage e le emozioni della Coppa Davis

Il successo ottenuto con la Svizzera ha promosso l’Italia ai quarti di finale di Coppa Davis. Occasione per parlare un pò di questa storica manifestazione. L’articolo e le foto dell’inviato Paolo Rossi.

Le riflessioni sulla Coppa Davis

Atmosfera Davis. Tre bandiere appese su un traliccio orizzontale sul soffitto dell’Adriatic Arena di Pesaro identificano l’evento in corso nella città marchigiana. Il vessillo tricolore dell’Italia e quello rossocrociato della Svizzera svettano come una sorta di lampadario. Al centro a fare da linea divisoria tra i due drappi nazionali troneggia quello dell’ITF, simbolo della Federazione Internazionale Tennis, l’organismo sportivo che sovraintende al campionato del mondo per nazioni di tennis: la Coppa Davis, oggi definita Davis Cup by BNP Paribas per offrire risalto allo sponsor principale, oggi necessario e indispensabile.

Il confronto da giocare tra Italia e Svizzera è parte del tabellone principale e la vittoria ha dato l’accesso ai quarti di finale, da disputare nuovamente in casa. Difficile immaginare il contrario. L’Italia del tennis aveva tutti i favori del pronostico visto e considerato che il duo Federer-Wawrinka non ha preso parte alla sfida per ragioni varie. Queste assenze note da tempo hanno tenuto lontano il grandissimo pubblico dal gigantesco palazzo dello Sport pesarese, le cui tribune, pur mostrando qualche vuoto, hanno tuttavia ospitato diverse migliaia di persone, circa 5.000, nel corso della prima giornata dedicata ai singolari.

 

Italia - Svizzera Coppa Davis 2016, foto Paolo Rossi

 

La Davis mantiene un’attrazione radicata nella tradizione ultracentenaria del gioco del tennis e difficilmente, qualora venisse cambiata la formula attuale degli incontri da giocare in più nazioni del mondo, l’atmosfera sarebbe la stessa. Il pubblico fa sempre la sua parte, veste magliette del colore della propria rappresentativa e la partecipazione emotiva durante i matches raggiunge picchi ben rari da osservare nei tornei individuali. Ed è così in ogni parte del pianeta dove due squadre con la racchetta si affrontano. Qualunque tabellone esso sia, del gruppo mondiale o di zona. Un fascino che si rinnova ogni qual volta che il rito sportivo si ripete. Il fascino d’un mondo vintage nascosto nei riflessi dell’insalatiera d’argento forgiata nel 1900. Panta rei, dicevano i greci. Forse, con ragione. Cambiar tutto per non cambiar niente? Chissà….

 

Articolo e foto di Paolo Rossi