Us Open 2013: Il Divo contro la Comparsa

La seconda giornata dello Us Open 2013.. Il  servizio sullo slam che chiude la stagione del grande tennis a cura di PAOLO ROSSI..

 

Us Open – Primo turno: Roger Federer (Svizzera) vs Grega Zemlja (Slovenia)

I numeri di presentazione del match di primo turno tra Federer e Zemlja giocato ieri nel primo pomeriggio di New York, le 22 italiane, erano imbarazzanti. In carriera lo svizzero Roger Federer nelle sue partecipazioni allo Us Open, 14 edizioni compresa quella in corso, mostrava un palmares di 64 vittorie e 8 sconfitte in singolare. Il dato indicava chiaramente anche al profano che i titoli conquistati a New York dal cittadino di Basilea sono stati ben 5, addirittura consecutivi, ottenuti nel suo momento migliore dal 2004 al 2008, senza disdegnare la finale persa nel 2009 per mano di Juan Martin Del Potro e le semifinali del 2010 e del 2011 entrambe cedute al serbo Novak Djokovic sempre per 7-5 al quinto set dopo due autentiche battaglie a colpi di racchetta.

 

Roger Federer Us Open

 

Us Open - L’avversario di turno: vittima designata

Dall’altra parte della rete lo sloveno Grega Zemlja, onorato di scendere in campo dentro l’enorme catino dell’Arthur Ashe Stadium dove solo i big del tennis possono sperare di farsi ammirare nei primi turni, matches altrimenti relegati, quando sono i gregari ad affrontarsi tra loro, nei lontanissimi campi periferici. Per lui solo 2 vittorie ed 1 sconfitta nel tabellone principale di Flushing Meadows nell’unica sua presenza risalente all’anno scorso dove raggiunse il terzo turno, a cui va sommata la partecipazione del 2013 già conclusa. Roger Federer ha compiuto 32 anni l’8 di Agosto. Grega Zemlja ne compirà 27 il prossimo 29 di Settembre. Tra i due un divario non solo di 5 anni d’età ma di risultati a dir poco imbarazzante: nessun torneo del circuito ATP vinto in carriera da Zemlja da quando (2004) è diventato un tennista professionista e “solo” 1 milione di dollari guadagnati in prize money. Al contrario Federer di titoli ATP ne ha vinti, nella sua (ormai) lunghissima carriera iniziata nel 1998, ben 77, successi che gli hanno fruttato 77 milioni di dollari di premi in denaro, senza conteggiare quelli ottenuti, sicuramente altrettanti, dai marchi multinazionali suoi sponsor. Insomma un confronto sportivo titolabile parafrasando il mondo del cinema “Il Divo contro la Comparsa”, visto che oggi si apre la mostra di Venezia dedicata al grande schermo, dove il primo, il Divo, recita esclusivamente da protagonista mentre l’altro, la Comparsa, deve accontentarsi del semplice ruolo da comprimario, essendo parte d’un copione già scritto tacitamente accettato. Nei tornei del Grand Slam, i cui tabelloni sono da 128 giocatori, è inevitabile che accada. E infatti accade. Anche questo fa parte del gioco.

 

Us Open - Un match meteora: Federer batte Zemlja 63 62 75 in 1 ora e 33’.

I primi due set sono stati vinti da Federer col punteggio di 6-3, 6-2 dopo 48’ di gioco. Un tempo di gara parziale irriverente per un match in un torneo Major. La terza frazione è apparsa invece più equilibrata con lo sloveno che ha saputo riportarsi in parità (4 giochi pari) togliendo il servizio a Federer nell’ottavo gioco, quando lo svizzero era avanti per 4 giochi a 3. Nel game successivo Zemlja ha tenuto la battuta a 15 ed è passato a condurre per 5 games a 4, mostrando il pugno al proprio staff seduto nei palchi. Ma Roger non ha voluto correre rischi ed ha stoppato senza indugi l’attimo di gloria temporaneo dell’avversario vincendo a zero il gioco successivo. Sul 5 pari ha ottenuto il break grazie ad un’accelerazione di dritto incrociato vincente ed è poi andato a servire per il match dopo il cambio campo. Portandosi sul 40-15 ha chiuso la sfida dopo 1 ora e 33’ con uno schiaffo al volo di diritto strappa applausi. Da Divo navigato, appunto. Espletata la formalità delle interviste sul campo a microfoni accesi, Federer ha poi spedito a colpi di racchetta una serie di palle firmate dal vincitore del match, ovviamente lui stesso, indirizzandole nei quattro angoli delle altissime tribune per il godimento degli spettatori. Un rito tipicamente americano celebrato da decine di mani sollevate nella zona d’arrivo delle palline, nella speranza di poterle acchiappare e portarle a casa come un preziosissimo souvenir della giornata.

 

Articolo a firma Paolo Rossi