Wimbledon 2021 – Le motivazioni di Djokovic. Berrettini permettendo

Wimbledon 2021 – Novak Djokovic può centrare il suo terzo titolo Major di stagione. Dopo aver vinto l’Australian Open a febbraio ed il Roland Garros ad inizio giugno tenterà di ottenere anche il suo sesto titolo ai Championships. Contro Matteo Berrettini, primo italiano nella storia del torneo ad aver raggiunto la finale, il serbo partirà sicuramente favorito. Le sue motivazioni sono altissime ed hanno ragioni importanti.

Londra – Il numero 1 del mondo è alla caccia del titolo Slam numero 20. Per ottenerlo deve vincere la finale in cui affronta Matteo Berrettini. Se accadrà ci saranno tre giocatori nella storia del tennis ad aver vinto 20 Major a testa: Djokovic, Nadal e Federer. Tuttavia per Nole non sarà una semplice passeggiata. Berrettini sa bene di avere una chance notevole da sfruttare, ma Djokovic può mettere sul piatto della bilancia alcuni fattori psicologici per lui determinanti.

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Novak Djokovic – Photo credit: AELTC/Jonathan Nackstrand – Wimbledon 2021

Una fame insaziabile di vittorie. Pare retorica banalissima ma il serbo vive per vincere. All’età di 34 anni compiuti il 22 maggio scorso, questo bisogno pare essere aumentato anziché sopito. Nonostante abbia già un palmares di successi eccezionali, lui continua ad allenarsi in maniera impeccabile ed a nutrire il suo corpo in modo adeguato. Lo scopo è mantenere il suo fisico efficiente e la sua determinazione mentale sempre orientata. Come testimoniano i risultati ottenuti in questa stagione 2021.

C’è chi afferma che in campo sembri una macchina. Da corsa e sicuramente affidabile. Chissà poi se questa forza interiore non derivi dall’essere nato a Belgrado. Djokovic visse il terrore prodotto dalla guerra del 1999, quando la NATO bombardò la capitale della Serbia. Furono 78 giorni da panico: “Ascoltavamo la radio al mattino per sapere dei bombardamenti. Avevamo 11 anni. Se sentivamo arrivare gli aerei occorreva nascondersi”.  Gli episodi scioccanti riguardano le ore notturne quando il cielo si rischiarava con le esplosioni. La famiglia Djokovic con i vicini si riparava nei rifugi sotterranei, ma la paura faceva tremare. Il 10 giugno 1999 venne proclamata la cessazione dei bombardamenti. Insieme ai suoi fratelli saltò sul terrazzo per gridare la sua gioia.

“I Next Gen siamo noi”. Sono le parole pronunciate da Djokovic dopo la finale giocata e persa a Roma quest’anno contro Rafael Nadal. Un’affermazione di questo tipo rappresenta una sfida inequivocabile rivolta alle nuove generazioni di tennisti. Berrettini fa parte dei Next Gen. Anagraficamente è appena oltre, ma i suoi 25 anni, rispetto ai 34 di Nole, lo collocano in un tempo tennistico differente. A Roma Djokovic ha battuto Sonego, a Parigi Musetti e sulla scia Berrettini, ed in finale ha recuperato due set a Tsitsipas, che di anni ne ha addirittura 22. Un ardore agonistico del genere è un’arma fenomenale per mietere vittorie. Lui è più vecchio ma continua a battere i più giovani. Come se volesse dimostrasse a se stesso che il tempo non esiste e non è un elemento significativo nelle performance sportive.

La squalifica di New York nello US Open 2020, prima volta per un giocatore in 140 anni di torneo. Un episodio buio nell’anno vissuto da Djokovic, tra contagio e polemiche sul Covid, contrarietà alle vaccinazioni, e quant’altro. Situazioni negative che avevano ridotto ulteriormente la sua popolarità rispetto a quella di Rafael Nadal e soprattutto Roger Federer, il quale conserva un alone leggendario pur avendo negli ultimi tempi più perso che vinto. Da quella squalifica del settembre 2020 Novak deve aver tratto un insegnamento ed ha messo a punto l’unico progetto che può farlo diventare il più grande di tutti: centrare il Golden Slam, cioè vincere tutti i 4 Major nella stessa annata. L’occasione che si sta procurando è palese.

Il successo di Wimbledon del 2019, nell’ultima edizione dei Championships andata in scena prima del blocco dovuto al Covid. Aver vinto quel titolo contro Federer nonostante lo svizzero si trovasse ad un solo punto dal suo nono trionfo, con due match point da fronteggiare sul 40-15 e servizio Roger, lo ha reso ancor più consapevole circa le sue enormi potenzialità. Questo successo ha aumentato ancor più la fiducia a cui attinge quando si trova costretto dalle circostanze a dover rimontare uno score negativo, vedi i recenti risultati al Roland Garros 2021 ad esempio. Djokovic sa di poter vincere. Sempre. Vedremo se Matteo Berrettini saprà scardinare punto dopo punto il progetto di Novak.

Paolo Rossi

Photo credit: AELTC/Jonathan Nackstrand – AELTC/David Gray