I 102 punti della Juve, le lacrime di Cerci e la fine di un’epoca
La Serie A ha chiuso i battenti. Su “A piede libero” il record della Juventus, il rigore fallito dal granata Cerci, il saluto degli eroi del triplete.
Il record di punti della Juve e l’errore di Cerci
Con le partite della 38° giornata è calato il sipario sul campionato di calcio 2013-2014. Nella puntata odierna di “A piede libero” l’analisi dei fatti salienti dell’ultimo turno di Serie A e i principali dati statistici di questo weekend. Copertina per la Juventus che dopo aver festeggiato lo scudetto con 2 gare di anticipo ha raggiunto lo straordinario score di 102 punti.
A fare da contraltare al tripudio bianconero le lacrime del granata Alessio Cerci che ha sbagliato il rigore decisivo per la qualificazione in Europa League del Torino. Il 2-2 di Firenze è stato sfruttato a dovere dal Parma che superando il già retrocesso Livorno ha conquistato l’ultimo posto utile per la meno prestigiosa delle competizioni continentali. Inutili quindi le vittorie firmate da Milan e Lazio con Sassuolo e Bologna.
Differente congedo per Napoli e Roma. I partenopei hanno sommerso di gol il Verona, i giallorossi sono invece caduti al cospetto del Genoa. Ultima stagionale amara per l’Inter che nella serata dell’addio di Zanetti, Samuel, Milito e Cambiasso ha perso 2-1 sul campo del Chievo. Saluto alla Serie A con i 3 punti per il Catania che ha battuto l’Atalanta, mentre Di Natale ha chiuso il suo campionato realizzando una splendida tripletta nel 3-3 tra Udinese e Sampdoria.
La classifica finale del campionato
I numeri della 38° Serie A
32 i gol siglati nell’ultima giornata del campionato 2013-2014: 28 di piede (17 di destro e 11 di sinistro), 3 di testa (di Okaka, Zapata e Amauri), 1 autorete (di Silvestri, il portiere del Cagliari). 6 reti realizzate da fuori area (di Obinna, Di Natale, Kurtic, Muntari, De Jong, Iturbe e Mertens), 20 nella ripresa, 23 dalle squadre di casa, 13 da palla inattiva: 4 su rigore (di Bergessio, Rossi, Biglia e Zaza), 4 su punizione (di Kurtic, De Jong, Di Natale ed Iturbe), 3 in conseguenza di corner (di Llorente, Amauri ed Okaka), 2 sugli sviluppi di piazzati indiretti (di Andreolli, poi l’autorete di Silvestri).
Protagonista assoluto dell’ultimo turno Antonio Di Natale, autore di una superlativa tripletta. Da segnalare anche le doppiette di Obinna, Zapata, Amauri e Mertens ed i primi squilli di Andreolli, Kone, Rebic, Larrondo e Obinna. Il granata Immobile con i suoi 22 gol si è laureato capocannoniere di Serie A. Il campionato si è chiuso con 8 vittorie interne (eguagliato il record stabilito nell’8° e nel 18° turno) e 2 pareggi. Nella 38° giornata non si sono verificate affermazioni esterne. 1035 le reti complessivamente messe a segno nei 380 confronti disputati (2,724 a partita).
Juve da record: superata quota 100
Il rotondo successo conquistato a spese del Cagliari ha permesso alla Juventus di stabilire una serie di primati di assoluto spessore. Il più incredibile riguarda i punti ottenuti. La formazione bianconera ha infatti chiuso la stagione a quota 102 ed è diventata la prima squadra nella storia del calcio italiano a superare la fatidica soglia dei 100 punti (con una media di 2,684 a match). Risultato diventato possibile grazie a 33 vittorie su 38 partite (per il resto 3 pareggi ed appena 2 sconfitte), dato che fotografa un rendimento superlativo ed una superiorità a dir poco imbarazzante.
Il ruolino della squadra di Conte è stato completato da altri significativi record: i 19 successi casalinghi su altrettante gare , la media esterna di 2,368 punti, gli 80 gol realizzati (attacco più prolifico con una media di 2,105 ad incontro), le 23 reti subite (difesa meno perforata con una media di 0,605 a sfida), i 15 punti in più rispetto alla scorsa stagione, le 37 partite su 38 in cui la squadra è andata in gol (ad eccezione del match esterno con il Napoli) e le 17 lunghezze di margine sulla pur strepitosa Roma di Garcia (che nonostante le 3 sconfitte di fila incassate quando ormai lo scudetto era sfumato ha chiuso a quota 85).
I numeri non mentono e dicono che la Juve è stata incontrastata regina del calcio italiano. A prescindere dalla mediocrità della Serie A i bianconeri meritano scroscianti applausi. Bella la coreografia che lo stadio ha riservato ad Antonio Conte, valore aggiunto del team, uomo simbolo del 3° scudetto di fila.. La permanenza del mister sulla panchina dei piemontesi rappresenta proprio per questo motivo un altro fatto da festeggiare (anche se per ora manca il rinnovo).
Le lacrime di Cerci
Merita un approfondimento anche l’ultimo duello a distanza del campionato, quello valevole per un posto in Europa League. Lo ha vinto il Parma (che pure al momento non ha la licenza Uefa) a scapito del Torino. Il team granata si è sportivamente suicidato pareggiando a Firenze ed è stato scavalcato dagli emiliani di Donadoni. Il Torino doveva vincere, ma ha fallito l’impresa. Fatale per la squadra di Ventura è stato il rigore sbagliato da Cerci, uomo simbolo assieme ad Immobile della splendida stagione dei piemontesi.
Il sogno si è infranto dagli undici metri, ma nessun tifoso granata oserà rimproverare nulla al fantasioso attaccante. Perché senza Cerci (13 gol e numerosi assist) il Toro non sarebbe nemmeno arrivato a giocarsi questa chance. Non è però il caso di scomodare errori dal dischetto decisamente più illustri (come quello di Baggio a Usa 1994 tanto per citare il più classico) e nemmeno di tirare in ballo la proverbiale sfortuna che da sempre caratterizza la storia del Torino. Perché sbagliare un rigore fa parte del gioco e perché come cantava il grande De Gregori “non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”..
Riflessioni libere
Le scene di gioia vissute allo stadio Tardini hanno fatto da contraltare al dramma sportivo del Toro. Il Parma ha festeggiato il ritorno in Europa (salvo differenti decisioni della Uefa) dopo 7 stagioni di assenza. Merito di un tecnico sottovalutato come Donadoni e di giocatori come Cassano ed Amauri che in altre piazze sono stati forse liquidati con eccessiva fretta.. Nel gruppo dei “riciclati” vanno inseriti Molinaro, Schelotto, Marchionni e Biabiany, calciatori che in Emilia si sono presi le rispettive rivincite.
Nulla da fare per il Milan che è rimasto fuori dall’Europa League nonostante il successo conquistato contro il Sassuolo. La stagione dei rossoneri è stata oltremodo deludente, ma trovo profondamente ingiusto mettere in discussione l’operato di Seedorf. Non solo per i 35 punti conquistati nel girone di ritorno (meglio hanno fatto soltanto Juventus, Roma e Napoli), ma soprattutto perché se scegli un allenatore alla prima esperienza devi lasciargli il tempo di lavorare e di dimostrare il proprio valore.
Tra le foto più significative dell’ultima giornata di campionato c’è ovviamente ilcommosso e commuovente saluto di Zanetti, Milito, Cambiasso e Samuel alla curva nerazzurra. L’Inter perde in un colpo solo 4 monumenti della sua storia. Dal capitano di 858 battaglie all’uomo simbolo del triplete passando per uno dei difensori più forti di sempre e per un centrocampista che ogni tecnico vorrebbe avere nella propria squadra.
Le discutibili scelte operate dalla società (a mio personale avviso Cambiasso e Samuel sono ancora meglio di altri calciatori della rosa) hanno previsto un repulisti totale. Se ne sono andati gli ultimi “4 eroi del triplete”, si è chiusa un’epoca fatti di lievi delusioni e di grandi trionfi. Mi sia permesso dire che l’abbraccio e le lacrime di questi formidabili campioni hanno scaldato il cuori dei tifosi e hanno rappresentato il momento più emozionante di una stagione incolore.