Dal ritiro di Zanetti alle retrocesse in Serie B

La 37° giornata ha regalato grandi emozioni.. Su “A piede libero” l’ultima a S. Siro di Zanetti e i verdetti retrocessione

 

37° giornata: Il saluto di Zanetti e i risultati

Nuovo appuntamento con “A piede libero”, la rubrica dedicata al grande calcio di Serie A. Nella 37° giornata l’attenzione è stata segnata dall’ultima apparizione a S. Siro di Javier Zanetti. Il Capitano dell’Inter ha deciso di appendere le scarpette al chiodo dopo 19 stagioni vissute intensamente con la maglia nerazzurra. L’addio è stato ufficializzato da tempo e diventerà effettivo domenica con il Chievo. Quella di sabato è stata però una notte da ricordare per il giocatore argentino, per i tifosi dell’Inter e per tutti gli appassionati che vivono il calcio con un minimo di sentimento. Zanetti ha infatti salutato S. Siro in quella che è stata l’ultima esibizione davanti al proprio pubblico. Un addio commosso e commuovente per una leggenda del calcio mondiale.

La penultima giornata di campionato ha fatto registrare verdetti definitivi soprattutto per quello che riguarda la retrocessione. La Serie B è infatti diventata triste realtà per Livorno, Catania e Bologna. Per i toscani fatale è stata la sconfitta interna nel derby contro la Fiorentina, mentre i siciliani sono retrocessi nonostante l’acuto del Dall’Ara ed hanno così condannato anche gli emiliani. A festeggiare sono state allora Sassuolo e Chievo che hanno sconfitto Genoa e Cagliari conquistando la salvezza con una partita di anticipo.

Decise anche 2 delle 3 compagini qualificate per la prossima Europa League.. La Fiorentina ha blindato la 4° piazza espugnando Livorno, l’Inter ha consolidato la 5° posizione sconfiggendo in casa la Lazio. In corsa per l’ultimo posto restano Torino e Parma che domenica si sono divise la posta in palio nel match giocato in terra piemontese. Le speranze di Milan e Verona sono ormai solo virtuali. Per i rossoneri fatale la sconfitta subita contro l’Atalanta, per i veneti decisivo in negativo il pari interno con l’Udinese.

Nonostante lo scudetto già in cassaforte la Juventus ha offerto un’altra prova di forza andando a vincere a Roma (1° ko tra le mura amiche per i giallorossi). Grazie a questo successo i bianconeri potranno superare la fatidica soglia dei 100 punti. A chiudere la rotonda affermazione del Napoli con la Sampdoria in un match inutile ai fini della classifica.

 

Andrea Pirlo

 

La classifica di Serie A dopo 37 giornate

classifica Serie A 37° giornata

 

I numeri di Serie A

Con i 33 gol siglati nella 37° giornata è stata superata la fatidica quota 1000 (per la precisione 1003 da inizio stagione). In questo turno sono state firmate 27 reti di piede (19 di destro, 8 di sinistro), 4 di testa (di Calaiò, Dainelli, Biondini e Zapata) e 2 autoreti (di Bellini e Mustafi). 7 centri realizzati da fuori area (di Hernanes, Monzon, Brienza, Morleo, Insigne e Callejon), 20 nella ripresa, 17 dalle squadre impegnate in campo esterno e 12 da palla inattiva: 2 su rigore (di Toni e Denis), 2 su punizione (di Monzon e Callejon), 5 in conseguenza di corner, 1 sugli sviluppi di piazzati indiretti e 2 su penalty ribattuti (di Calaiò e Biabiany).

2 le doppiette (di Palacio e Floro Flores) e 5 i nuovi marcatori (Brienza, Morleo, Biava, Osvaldo e Wszolek). Dopo il successo di Roma la Juventus ha reso ancora più eccellenti i suoi numeri (32 vittorie su 37 partite con una media punti di 2,675 a gara) diventando attacco più prolifico (77 gol fatti) e anche miglior difesa (23 al passivo).

 

Javier Zanetti Inter

 

Zanetti 4 ever

Parlando dell’addio al calcio di Javier Zanetti si rischia di cadere nella retorica e di ripetere concetti già più volte espressi in questi giorni. Il saluto del Capitano Nerazzurro è stato però momento toccante di una serata in cui il risultato del campo è davvero passato in secondo piano. Tributo sentito e doveroso da parte di chi per 19 stagioni si è rispecchiato in questo straordinario campione. Zanetti è stato simbolo di una squadra per un ventennio e nella sua carriera si è guadagnato l’ammirazione di tutti. Senza mai lasciarsi andare a gesti sopra le righe, senza fare polemiche, senza litigare con nessun avversario, onorando la maglia, diventando orgoglio ed emblema del nostro calcio. Con professionalità e impegno, con quella faccia pulita e quella pettinatura da bravo ragazzo, con le sue sgroppate e i suoi dribbling, con semplicità e umiltà, animato da una sana passione per il suo lavoro.

Zanetti è stato simbolo di un Inter che non vinceva, è diventato bandiera di una squadra che in pochi anni è riuscita a conquistare straordinari trionfi. Campione nei successi e nelle sconfitte, capitano di mille battaglie, uomo capace di battere qualsiasi record. Compirà 41 primavere il prossimo 10 agosto e nelle 19 stagioni nerazzurre ha collezionato numeri da leggenda: 614 gare in Serie A (straniero con più presenze e secondo assoluto dietro alle 657 di Maldini), 857 match giocati con l’Inter (primato), 137 partite consecutive in campionato dal 28 ottobre 2006 al 28 marzo 2010 (nessuno come lui), 47 derby disputati (miglior interista di sempre) e 145 gettoni con la nazionale argentina (record). Zanetti è anche il giocatore più vecchio ad aver segnato in una finale del Mondiale per Club (37 anni e 127 giorni) e lo straniero meno giovane ad avere disputato un match di Serie A (40 anni e 274 giorni).

 

Javier Zanetti

 

L’addio di Zanetti: Oltre i numeri c’è molto di più

I freddi dati statistici non bastano a raccontare il fenomeno Zanetti. Il Numero 4 dell’Inter è stato fenomeno di longevità, di corsa, di intelligenza, di potenza e professionalità e come tale rimarrà unico nella storia del calcio. Ha legato la sua carriera ad una sola squadra (cosa sempre più rara), ma come Maldini, Baresi, Del Piero e Totti è patrimonio mondiale dello sport. Di lui si è detto tutto, per questo voglio chiudere con il mio personale ricordo.

La foto simbolo del Capitano è quella in cui solleva la Champions League nella magnifica notte di Madrid. Questa è l’immagine che molti porteranno nel cuore perché ha rappresentato il top della sua carriera e della storia nerazzurra. Sullo stesso livello ci sono però altre immagini che raccontano la storia di questo campione. Quando rifiutò l’offerta del Real Madrid per restare in una squadra che non vinceva mai, le infinite volte in cui ha messo la faccia per giustificare dolorose debacle, le sue sgroppate palle al piede sulla fascia accompagnate dal boato da brividi di tutto lo stadio, il gol realizzato con la Roma nello scontro diretto giocato a S. Siro il 27 febbraio 2008 e la successiva corsa il bacio alla maglia nerazzurra, la smorfia di dolore dopo l’infortunio di Palermo e la forza mostrata per ritornare in campo.

Immagini che resteranno indelebili così come il suo amore per l’Inter. Ora lo aspetta un ruolo di prestigio in società ed il doveroso ritiro della maglia numero 4.. Quella sarà sua per sempre con 857 milioni di grazie!

 

Tutto deciso in chiave retrocessione

La lotta salvezza si è conclusa con 90 minuti di anticipo e ha premiato le squadre più meritevoli. Il Chievo ha trovato il colpo di coda proprio nel finale uscendo da un periodo molto complicato, il Sassuolo ha completato la sua straordinaria rimonta. Protagonista del miracolo emiliano è stato Eusebio Di Francesco. Richiamato in panchina dopo la fallimentare parentesi vissuta con Malesani (5 ko in altrettante partite), il tecnico ha guidato la squadra verso la salvezza grazie ad un ruolino fatto di 17 punti in 11 partite. Chapeau! Retrocedono allora le 3 squadre obiettivamente meno adeguate: Bologna, Livorno e Catania.. A loro l’augurio di una pronta risalita..