Real Madrid Campione d’Europa

Il Real di Ancelotti vince il derby di Madrid battendo l’Atletico ai supplementari ed alza la “Decima” Coppa dei Campioni.

Il trionfo del Real Madrid: Ecco la “Decima”

Il Real Madrid ha vinto la Champions League 2013-2014 sconfiggendo per 4-1 l’Atletico Madrid ai tempi supplementari nella spettacolare finale che si è disputata a Lisbona. Il derby della capitale spagnola ha tenuto con il fiato sospeso gli appassionati di tutta Europa ed ha rappresentato l’ultimo atto calcistico della stagione in riferimento alle competizioni per club. Il perentorio punteggio non deve ingannare.

La finale è stata infatti molto equilibrata e si è risolta soltanto dopo 120 minuti di strenua battaglia. L’Atletico di Simeone ha cullato il sogno di salire sul tetto d’Europa fino allo scadere dei tempi regolamentari, ma si è visto raggiungere dalla capocciata di Sergio Ramos e nei supplementari si è dovuto arrendere di fronte alla maggiore brillantezza del Real. I blancos dell’italiano Carlo Ancelotti sono riusciti nell’impresa di vincere la “Decima” Coppa dei Campioni della loro storia e lo hanno fatto al termine di una sfida intensa e coinvolgente.

Un successo atteso da oltre un decennio e diventato realtà proprio nella serata di Lisbona. Sogno infranto invece per l’Atletico di Diego Pablo Simeone, avversario degno e team arrivato laddove nessuno osava nemmeno immaginare fino a qualche mese fa.. Ha vinto il Real, ha vinto Madrid, è stata una grande finale.

 

Carlo Ancelotti

 

Il tabellino della finale di Champions

Real Madrid – Atletico Madrid 4-1 d.t.s. (1-1 al 90′)

Marcatori: Godin (A) al 36′ p.t.; Ramos (R) al 48′ s.t.; Bale (R) al 5′, Marcelo (R) al 13′, Ronaldo (R) su rigore al 16′ s.t.s.

Real Madrid (4-3-3): Casillas; Carvajal, Ramos, Varane, Coentrao (dal 14′ s.t. Marcelo); Modric, Khedira (dal 14′ s.t. Isco), Di Maria; Bale, Benzema (dal 34′ s.t. Morata), Ronaldo. All. Ancelotti
Atletico Madrid (4-4-1-1): Courtois; Juanfran, Miranda, Godin, Filipe Luis (dal 38′ s.t. Alderweireld); Raul Garcia (dal 26′ s.t. Sosa), Tiago, Gabi, Koke; Villa; Diego Costa (dal 9′ p.t. Adrian Lopez). All. Simeone

Giusto dare risalto anche agli assenti Xabi Alonso (Real) e Arda Turan (Atletico) e sottolineare che il giocatore più forte dei colchoneros Diego Costa ha giocato solo per pochi minuti a causa di un infortunio che lo ha pesantemente limitato nella fase conclusiva della stagione.

 

David Villa

 

L’analisi della finale di Lisbona

Prima di qualsiasi altra considerazione è doveroso sottolineare la bellezza (agonistica ed emozionale più che tecnica) della finale di Lisbona. Una partita che non ha concesso attimi di respiro e che è stata giocata a ritmo folle da entrambe le squadre. Il Real ha trionfato con merito, l’Atletico si è comunque guadagnato gli applausi sinceri di tutta l’Europa calcistica. L’atto decisivo della Champions League ha confermato il grande spessore del movimento iberico ed ha rappresentato l’apoteosi per il soccer di Madrid.

L’Atletico ha giocato con il cuore ed ha provato con tutte le proprie forze ad avere ragione dei più blasonati cugini. Il colpo di testa di Godin ha illuso la squadra di Simeone, la formidabile incornata di Sergio Ramos ha bruscamente interrotto il sogno dei colchoneros ed ha di fatto spianato la strada al trionfo Real. L’Atletico è stato virtualmente sul tetto d’Europa per 92 minuti e 43 secondi, la compagine di Ancelotti ha raggiunto il pari all’ultimo tentativo e nei tempi supplementari ha effettuato il sorpasso grazie a Bale, Marcelo e Ronaldo. Mettendo definitivamente in croce gli ormai stanchissimi calciatori dell’Atletico e facendo valere qualità tecniche indubbiamente superiori.

Hanno vinto il blasone ed il budget del Real rispetto alla grinta e al gioco di squadra dei biancorossi. Favola senza lieto fine, ma lezione che deve servire a quelle società che piangono la mancanza di bilanci stellari. La bellezza del calcio è che si può competere anche senza fenomeni. Con idee, cuore, grinta, organizzazione. Senza vincere magari, ma essendo comunque protagonisti..

 

Gareth Bale

 

La “Decima” sinfonia del Real

Il Real Madrid ha vinto la 59° edizione della Coppa dei Campioni / Champions League. La squadra di club più blasonata del mondo (e non ce ne vogliano le altre) è tornata sul tetto d’Europa a 12 anni di distanza dal trionfo datato 15 maggio 2002 (2-1 contro il Bayer Leverkusen nella finale di Glasgow con i gol realizzati da Raul e Zidane) ed ha conquistato il 10° successo della sua storia (considerando i 5 consecutivi dal 1955-1956 al 1959-1960 e gli acuti ottenuti nel 1965-1966, nel 1997-1998 e nel 1999-2000).

Il Real Madrid comanda la graduatoria di ogni epoca davanti al Milan (7 sigilli) e ha vinto 10 delle 13 finali giocate (uniche sconfitte nel 1961-1962, nel 1963-1964 e nel 1980-1981). La Spagna guida la classifica per nazioni con 14 affermazioni (4 del Barcellona). A seguire Italia e Inghilterra con 12, Germania con 7, Olanda con 6, Portogallo con 4, Scozia, Francia, Yugoslavia e Romania con 1.

 

Cristiano Ronaldo

 

Gli uomini simbolo del trionfo Real

A guidare il Real Madrid verso la “Decima” è stato Carlo Ancelotti, tecnico italiano che è indiscutibilmente tra i migliori del mondo. Grandi meriti di questa vittoria sono suoi. Carletto è il primo allenatore di sempre a vincere 3 Champions con 2 squadre differenti (gli altri 2 trionfi con il Milan nel 2002-2003 e nel 2006-2007), è il primo mister italiano a festeggiare il massimo titolo continentale con una formazione straniera, è il primo a toccare quota 5 affermazioni considerando campo e panchina (record-man assoluto l’ex del Real Gento che da giocatore ha alzato la coppa in 6 circostanze).

Il calciatore simbolo di questo Real Madrid è senza dubbio Cristiano Ronaldo. Il fenomeno portoghese pur non giocando la partita più bella della sua stagione è riuscito comunque a lasciare il segno e ad aggiornare i suoi numeri: 2 Champions vinte con 2 squadre differenti (con il Manchester United aveva esultato nel 2007-2008) e andando sempre a segno in finale. Ha inoltre firmato 252 gol nelle 246 gare giocate con la camiseta blanca e 17 reti nelle 11 partite disputate in questa edizione di Champions (primato assoluto).

Giusto segnalare altri tre nomi: quelli di Iker Casillas, di Gareth Bale e di Sergio Ramos. Il portiere campione di tutto con la maglia della Spagna ha rischiato di essere deleterio con la papera di inizio match ed ha ringraziato più volte i compagni per averlo salvato dall’imbarazzo, il calciatore più pagato della storia del calcio ha segnato il gol del sorpasso, il difensore simbolo delle merengues ha realizzato la rete che di fatto ha deciso il confronto e si è confermato ancora una volta l’uomo del destino (dopo la doppietta in semifinale con il Bayern Monaco).. Merito a tutti, ma quella di ieri sera è stata soprattutto la serata di Sergio Ramos.

 

Diego Costa

 

Il sogno infranto dell’Atletico

92 minuti e 43 secondi. Difficile che i tifosi dell’Atletico Madrid possano dimenticare l’istante in cui il colpo di testa di Sergio Ramos ha varcato la linea di porta infilandosi alle spalle di Courtois. In quel momento tutto è cambiato per la squadra di Simeone e per i tifosi colchoneros. Dall’incredibile gioia per il trionfo alla delusione per un altro sogno sfumato in extremis: la storia si è ripetuta in pratica a 40 anni di distanza dalla finale di Champions persa contro il Bayern Monaco (quando il pari firmato dai tedeschi a fine supplementari portò alla ripetizione del match e al conseguente trionfo della formazione regina di Germania).

Urlo strozzato per i guerrieri del “Cholo” che hanno sputato sangue per raggiungere il sogno. Missione fallita ad un passo dal traguardo, delusione palpabile nonostante i complimenti di circostanza.. Perché giocare la finale di Champions non è cosa che capita tutti i giorni. Sarebbe stata una bellissima favola, ma il destino ha voltato le spalle ai colchoneros dopo 92 minuti e 43 secondi.. Minuto che ha segnato la storia di questa Champions e che resterà per sempre nella mente di chi tifa Atletico..