Germania Campione del Mondo! E’ il trionfo del calcio tedesco

La Germania si è laureata Campione del Mondo per la 4° volta battendo l’Argentina ai supplementari. Meritato premio per il calcio tedesco!

Germania Campione del Mondo: Il successo tedesco 

La Germania ha vinto la finale dei Mondiali di Calcio 2014 grazie allo splendido gol realizzato nel 2° tempo supplementare dal giovane Mario Gotze e ha coronato con il meritato trionfo un mese di straordinario livello. Il successo del team tedesco guidato dal bravissimo Joachim Loew è arrivato a conclusione di una splendida cavalcata ed ha esaltato la forza di un movimento che negli ultimi anni ha saputo ritrovare i fasti del passato. La Germania ha disputato la finale numero 8 della sua storia, è salita sul tetto del mondo per la 4° volta (come l’Italia e a -1 dai 5 acuti del Brasile) ed è diventata la 1° nazionale del vecchio continente a primeggiare in territorio americano. Un’affermazione storica per una squadra di assoluto spessore. Il successo conquistato a spese dell’Argentina ha chiuso il cerchio che si era aperto con il poker rifilato al Portogallo (poi il pari con il Ghana, i successi con Stati Uniti, Algeria, Francia ed il 7-1 che ha mandato all’inferno il Brasile padrone di casa) ed ha dimostrato la superiorità di Lahm e compagni rispetto al resto del mondo.

La finale dei Mondiali è stata bella, incerta ed emozionate. La nazionale tedesca ha tenuto in mano il pallino del gioco nonostante il forfait del fondamentale Khedira (e l’infortunio del sostituto Kramer), ma l’albiceleste ha avuto le occasioni più nitide per sbloccare il risultato ed incanalare la sfida su differenti binari. Higuain, Messi e Palacio hanno fallito le rispettive chance, Gotze ha tirato fuori dal cilindro un colpo da autentico fuoriclasse ed ha deciso il match. A prescindere dalla pericolosità delle chance costruite il trionfo della Germania è stato meritato. Non è il caso di addossare particolari colpe né all’Argentina (che a mio parere è stata degnissima avversaria) e né al suo leader Messi, ma è semmai doveroso esaltare la forza della nazionale tedesca che è finalmente tornata (dopo 24 anni) a festeggiare il titolo iridato.

 

Thomas Muller

 

Le qualità del team tedesco

La Germania è una grande squadra. Ogni commento deve partire da questo dato di fatto. Neuer è un portiere di altissimo livello, Lahm è uno dei migliori esterni dell’ultimo ventennio, Hummels è un centrale da favola, Khedira e Kross sono ottimi centrocampisti, Klose è il miglior marcatore della storia dei Mondiali, Ozil è un fantasista a tutto campo, Schurrle ha i numeri per diventare un campione.

Per ultimi ho volutamente lasciato i tre Fuoriclasse della squadra: Muller, Loew e Schweinsteiger. Thomas è giocatore poco appariscente, ma può giostrare in ogni zona dell’attacco ed è sempre decisivo, Joachim è allenatore formidabile nel far giocare bene le sue squadre, nel portare una mentalità propositiva, nello schierare la formazione giusta, nel leggere le situazioni e nel dare identità a chi scende in campo. Poi c’è Bastian Schweinsteiger. Lui è l’anima dell’intero progetto: è il faro, è la mente, è il gladiatorie, è il geometra, è a conti fatti il cuore pulsante della Germania calcistica. Giocatore completo, centrocampista di classe e quantità, fulcro che ogni allenatore vorrebbe avere nella sua rosa. Senza dimenticare l’utilità di Boateng, Mertesacker, Hoewedes e l’assente Reus.

La bravura di Loew è stata quella di unire le caratteristiche dei vari singoli per creare una squadra funzionale e pratica, ma anche spettacolare e brillante. La Germania non è stata la somma di buone individualità, ma è stata la visione lucida di un mister che ha saputo esaltare il materiale a suo disposizione costruendo un collettivo vincente (e senza cambiare rotta quando al bel gioco non si abbinavano i trionfi). Il disegno è diventato un’opera d’arte a cui molti dovranno cercare di ispirarsi.

 

Bandiera Germania

 

Il Mondiale di tutto il calcio tedesco

Il calcio tedesco è da anni su livelli d’eccellenza e non solo per i successi del Bayern Monaco. Le debacle del 1994 e del 1998 (quando comunque la Germania fu eliminata ai quarti di finale) hanno fatto scattare la molla e sono state il viatico di un nuovo modo di intendere il gioco del pallone. Maggiori risorse ai settori giovanili e una lungimirante gestione (tecnica ed organizzativa) del movimento. La Bundesliga è diventata campionato tra i più competitivi del mondo perché si è avviato un nuovo percorso. Non solo grinta e fisicità, ma anche la ricerca dei risultati attraverso organizzazione, qualità, spirito propositivo ed azioni manovrate. Dando fiducia ai giovani più talentuosi ed inserendo stranieri di livello. Il calcio tedesco ha saputo reperire risorse e nel giro di pochi anni ha attirato grandi sponsor. Rinnovandosi e diventando un vero e proprio modello. I frutti sono stati raccolti a distanza di anni, ma la semina è cominciata diverso tempo fa.

 

Lionel Messi

 

Argentina a testa alta

L’Argentina non è riuscita a salire sul tetto del mondo per la 3° volta nella sua storia, ma è stata protagonista comunque di un grande torneo e di un’ottima finale. La squadra di Sabella ha pagato a caro prezzo l’assenza di Di Maria, la vena altalenante di Messi (positivo nella prima parte, sottotono nei confronti ad eliminazione diretta) ed il deludente rendimento sottoporta di Higuain, Aguero, Lavezzi e Palacio. A tirare la carretta sono stati i reparti che alla vigilia destavano maggiori perplessità: il pacchetto arretrato e il centrocampo. Romero, Zabaleta, Rojo, Garay, Perez e Mascherano hanno infatti disputato uno splendido Mondiale e si sono presi la rivincita rispetto a chi non li considerava giocatori all’altezza di tale palcoscenico.

L’Argentina ha raggiunto un risultato di spessore ed è ritornata a pieno titolo tra le grandi del calcio mondiale. Due aspetti meritano di essere sottolineati. Il Ct Sabella ha dato organizzazione e spirito di gruppo, ma a differenza del collega Loew non è riuscito a leggere al meglio la situazione tattica della finalissima (sostituire Lavezzi è stata una mossa a dire poco inspiegabile). Secondo aspetto è che Messi non è e non sarà mai Maradona. E’ sicuramente uno dei top dell’ultimo ventennio ed è allo stesso tempo uno dei migliori dieci calciatori della storia, ma Diego era di un altro pianeta. Questo non vuol dire sminuire il valore di Leo, perché di Maradona ne nasce uno ogni cento anni (e l’unico come lui è ovviamente Pelé), ma è solo la realtà dei fatti. Basta allora con paragoni irriverenti e poco logici. Messi è Messi ed è comunque tanta roba (perché se in forma può vincere da solo ogni partita), ma non sarà mai come il Pibe de Oro. Non lo sarebbe stato se avesse alzato la Coppa del Mondo in Brasile, non lo sarà nemmeno se fra 4 anni trascinerà l’Argentina al titolo.

 

Foto Thomas Muller: Steindy