CAMPIONATO EQUILIBRATO, MA IL LIVELLO SCENDE

I dati più interessanti della 6° giornata di Serie A

 

Dopo la pausa estiva il calcio è ritornato al centro delle abitudini sportive italiane ed è di nuovo argomento di discussione a vari livelli. Nel weekend appena trascorso si è disputata la 6° giornata del Campionato di Serie A e tra le presunte big solamente il Milan ha mancato l’appuntamento con la vittoria. La Juventus di Antonio Conte (e del suo vice Massimo Carrera) ha schiantato la Roma e si è confermata in testa alla graduatoria assieme al Napoli di Walter Mazzarri (corsaro sul campo della Sampdoria grazie al rigore siglato da Cavani). Bene anche la Lazio di Petkovic (2-1 sul Siena) e l’Inter di Stramaccioni (2-1 sulla Fiorentina), mentre come detto il Milan di Allegri ha segnato il passo tornando con solo un punto dalla trasferta di Parma. Dopo questa introduzione è giusto esprimere le prime considerazioni sul massimo torneo nazionale. Le 6 giornate disputate rappresentano infatti oltre il 15% dell’intera stagione (sui 38 turni in programma) e sono un buon campione di riferimento. Non è il momento di emettere sentenze, ma gli spunti rilevanti non sono certo mancati.

Campionato emozionante, ma il livello è sceso.

Il dibattito più interessante riguarda il valore della Serie A rispetto ai massimi campionati europei. Gli addetti ai lavori usano troppo spesso aggettivi importanti e frasi ad effetto per descrivere le gesta delle nostre principali formazioni, ma il discorso merita probabilmente un più oggettivo approfondimento. Il nostro calcio ha perso campioni affermati ed acclamati (Ibrahimovic, Thiago Silva, Nesta, Maicon, Seedorf e Lavezzi), ma anche giovani promesse (Verratti su tutti) e ha confermato la tendenza avviata con le dolorose partenze di Eto’o, Balotelli, Thiago Motta e Pastore. Le caselle vuote sono state riempite, ma solo a livello numerico e i nuovi arrivi non hanno ad oggi il curriculum per essere definiti dei fuoriclasse. La premessa per dire che il nostro calcio è sceso di livello e che i campioni sono diventati merce rarissima. Il motivo è soprattutto economico (all’estero i soldi non mancano, in Italia scarseggiano), il dato è comunque inequivocabile. Ecco che allora primeggiano le squadre organizzate (Juve e Napoli), mentre le altre si barcamenano e vincono soprattutto grazie agli spunti di quei giocatori che, in un contesto così livellato verso il basso, riescono ad emergere. E’ il caso dell’Inter con Cassano e nell’ultimo turno del Palermo con Miccoli. I calciatori di talento non mancano (Pirlo, Buffon, Sneijder, Milito, Cavani e Pato se dovesse ritornare sui suoi livelli), ma non si dica che la Serie A è il campionato più bello o più difficile del continente. Almeno fino a quando dalle coppe europee non arriveranno certezze di altro tipo.

Juve e Napoli a duello per il titolo?

E’ ancora presto per parlare di Lotta Scudetto e la graduatoria attuale vale solo come indicazione di un trend. Il fatto che Juventus e Napoli siano appaiate in vetta alla classifica non rappresenta quindi un discorso definitivo. Il campionato è ancora lungo e mai come in questa stagione si era verificata tanta incertezza. I bianconeri sono favoriti (per organizzazione, determinazione, completezza della rosa e per quanto mostrato nella scorsa stagione), dietro è invece ancora tutto da comprendere. Il Napoli sta viaggiando a vele spiegate, ma è ancora un’incognita. Per capire se la compagine partenopea abbia compiuto il definitivo salto di qualità bisogna infatti attendere il primo scontro d’alta quota (quello con la Lazio è stato un gustoso antipasto). Le premesse sono positive, ma non è ancora il caso di fare “voti” a San Gennaro. La Lazio ha una buona intelaiatura, ma ha una rosa troppo corta per puntare ai piani altissimi, la Fiorentina gioca un bel calcio, ma manca del puntero da area di rigore, la Roma esprime nel bene e nel male la filosofia zemaniana e può vincere o perdere contro chiunque.

E le due milanesi?

Inter e Milan hanno potenziali inferiori rispetto agli ultimi anni, ma nonostante le lacune mostrate in questo avvio di campionato meritano la massima considerazione. A dire la verità il discorso vale più per la squadra nerazzurra che per quella rossonera. Il Milan ha cambiato molto e difetta di qualità. Allegri deve fare di necessità virtù, ma non ha ancora imparato a fare miracoli. L’inizio di stagione ha confermato perplessità e dubbi, l’eventuale ritorno di Pato e l’esplosione di El Shaarawy (un talento cristallino) potrebbero però cambiare le carte in tavola e rilanciare il “diavolo”. L’Inter ha più qualità dei cugini (Cassano, Milito e Sneijder) e potenzialmente potrebbe essere la vera avversaria della Juventus. Il passaggio al 3-5-2 ha portato 2 vittorie, ma non ha colmato tutte le lacune. La difesa concede tanto (troppo..), il centrocampo deve ancora trovare una quadratura e certi giocatori sono ancora lontani dal compiere il salto di qualità. Il reparto offensivo però funziona e in un campionato così Cassano, Milito e Sneijder (più Palacio) possono diventare devastanti.

Miccoli da urlo..

Due parole le merita Fabrizio Miccoli. Il “bomber tascabile” del Palermo ha steso il Chievo con una tripletta ed ha deliziato la platea con un gol da cineteca. Non sarà Maradona (anche se ne acquistò l’orecchino), ma è uno dei pochi che con il pallone sa fare di tutto. Compreso un gol da oltre 41 metri.. Chapeau..