L’Inter supera l’esame, la Juventus perde l’imbattibilità

I nerazzurri vincono con merito il derby d’Italia
e diventano i rivali dei bianconeri

 

Esame superato

L’Inter ha battuto a domicilio la Juventus e si è portata ad una lunghezza di distanza dalla squadra juventina. I nerazzurri hanno vinto con merito ed hanno compiuto quel salto di qualità che invece non è ancora riuscito al Napoli. Personalità, coraggio e ripartenze ficcanti hanno permesso alla formazione di Stramaccioni di fare il colpo a sensazione e di interrompere la straordinaria striscia positiva del team piemontese (al tappeto dopo 49 risultati utili). Ci sono vittorie che possono cambiare il corso della stagione, ci sono prestazioni che vanno al di là dei punti in classifica. L’Inter ha disputato una splendida gara ed è diventata a tutti gli effetti la rivale più accreditata della Juventus. Non solo per le 7 vittorie consecutive, non tanto per aver battuto chi sembrava imbattibile, ma soprattutto per la capacità di rialzarsi dopo un inizio da incubo e per la dimostrazione di forza operata sul campo di una squadra che non conosceva sconfitta da 49 incontri. I bianconeri non escono affatto ridimensionati, ma hanno meritato il ko ed hanno forse capito di non essere invulnerabili.

Gli orrori arbitrali

L’Inter ha reagito alla grande dopo un avvio terrificante e ha vinto con la testa più che con le gambe. Non era facile restare in partita dopo quanto accaduto al diciottesimo secondo. Il gol realizzato da Vidal (specialista in reti in fuorigioco) poteva stendere un bisonte. Difficile analizzare lucidamente i macroscopici errori commessi dal guardalinee Preti. La posizione di partenza di Asamoah è in evidente fuorigioco (non di centimetri, ma di un metro), l’episodio entra a pieno titolo nella galleria degli orrori del calcio italiano. Azione veloce, inizio a grandi ritmi della Juve, ma la topica del guardalinee non ha attenuanti. E’ un errore inspiegabile, dopo un’ora di gioco come dopo 18”. L’Inter ha comprensibilmente sbandato, la Juventus ha provato ad approfittarne con due inserimenti ficcanti di Marchisio, ma il punteggio è rimasto invariato. Superato lo shock per l’incredibile rete incassata, la squadra nerazzurra ha alzato il baricentro ed ha pressato a tutto campo. Le convinzioni di Pirlo e compagni hanno cominciato a vacillare, l’Inter ha annusato le difficoltà dei rivali e ha raddoppiato le forze. Il secondo errore arbitrale è stato ancora più grave del primo. Lichtsteiner ha falciato Palacio sotto gli occhi del solito Preti. Tutti aspettavano il cartellino giallo (e la conseguente espulsione), ma nulla è accaduto. Preti non ha segnalato niente, l’arbitro Tagliavento è rimasto a distanza siderale dal contatto e se ne è lavato le mani. Il fatto strano riguarda proprio la condotta di gara del fischietto. Come è possibile? Proprio lui, Tagliavento. Lo stesso arbitro contro il quale Mourinho nel febbraio del 2010 fece il gesto delle manette, lo stesso direttore di gara che in quel famoso Inter – Sampdoria ammoniva ad ogni contatto, lo stesso fischietto giudicato da molti addetti ai lavori inflessibile e garanzia di disciplina.. Proprio lui.. Ha cambiato metodo ed ha evitato anche di fare qualche metro per redarguire almeno verbalmente il difensore della Juve.. Lo stesso Tagliavento che si trovò al centro delle polemiche anche nel big match dello scorso campionato e che non vide (con la complicità del guardalinee Romagnoli) il gol di Muntari che avrebbe portato il Milan sul 2-0 proprio contro la Juventus. La domanda sorge spontanea ed è logico perlomeno chiedersi perché il signor Tagliavento continui ancora ad arbitrare ai massimi livelli.. Una risposta sarebbe gradita. Anche perché nella ripresa gli errori sono continuati. Meno decisivi, ma tali da far capire che l’arbitro era in estrema difficoltà.

Capitolo Inter

Abbiamo sperato invano in un match senza polemiche, siamo stati accontentati almeno sulla spettacolarità di questo derby d’Italia. La gara è stata avvincente ed emozionante fino all’ultimo minuto, la sfida si allungherà probabilmente per tutto il resto del campionato. L’elemento nuovo riguarda la tenuta mentale, tattica e fisica dell’Inter, i meriti sono principalmente di Andrea Stramaccioni. Il tecnico nerazzurro non può ancora essere considerato un guru del calcio italiano, ma contro la Juventus è stato decisivo. Nel preparare la sfida a livello mentale, nel giocarsela con i tre attaccanti, nel predisporre un duello a tutto campo, nel cercare di fare male con le qualità che hanno consentito all’Inter di crescere in modo esponenziale. Handanovic ha tenuto a galla i nerazzurri nel momento più difficile, Samuel e Juan Jesus hanno limitato gli attaccanti, Cambiasso ha dato prova di essere ancora un campione, i tre davanti hanno corso, pressato, dialogato sullo stretto e colpito con straordinaria efficacia nel momento cruciale. Milito ha realizzato la doppietta decisiva ed è stato a conti fatti il migliore in campo, Palacio ha dato ritmo, qualità e con le sue sortite ha spaccato gli spazi, ma determinante è stato lo spirito di squadra con cui tutti hanno interpretato il match. Il messaggio lo ha lanciato Stramaccioni schierando il tridente e impartendo alla squadra l’ordine di non rinunciare ad attaccare. L’inizio shock poteva complicare tutto, ma l’Inter non si è disunita e con una ripresa quasi perfetta ha ribaltato il risultato. Il successo vale doppio, ma per lottare gomito a gomito con la Juventus serviranno altre prestazioni così. Senza continuità non si vincono gli Scudetti, pensando di essere arrivati al top si rischiano fragorose cadute. L’Inter ha compiuto un bel salto di qualità, ora deve salire un altro gradino e confermarsi grande partita dopo partita. Stramaccioni si troverà di fronte ad una altro esame di maturità e dovrà dimostrarsi bravo come nel preparare il derby d’Italia. Non ci sono altre strade per puntare al titolo.

Capitolo Juventus

La Juventus ha perso una battaglia, ma non la guerra. Questo ha detto il ds Marotta nel post partita, questo emerge chiaramente guardando la classifica e le precedenti 49 giornate. I bianconeri sono stati sconfitti, ma restano a pieno titolo i favoriti per la conquista del titolo. Una serata storta può capitare soprattutto se di fronte c’è una squadra di spessore come l’Inter. Dove comincino i meriti dei nerazzurri e dove arrivino invece i demeriti del team bianconero è difficile da stabilire. La Juve ha perso giustamente nonostante si sia trovata subito avanti di un gol. Sembrava l’inizio dell’ennesima serata trionfale ed invece la musica è cambiata radicalmente. Pirlo è stato super nel primo quarto d’ora, Marchisio ha sprecato le occasioni per chiudere il confronto, ma l’Inter ha resistito e la formazione di Antonio Conte ha finito per smarrirsi. I bianconeri sono arretrati, hanno sbagliato tanti passaggi elementari, hanno subito la pressione a tutto campo dell’Inter e non sono riusciti a far valere le riprovate doti nel fraseggio. L’infortunio di Vucinic ha tolto fantasia e qualità, ma tutta la Juve è calata e nel secondo tempo ha tirato in porta solo da fuori area. Bendtner ha fallito il test, Marchisio è sparito dal gioco e Vidal ha perso tanti palloni (decisivo quello che ha innescato la ripartenza di Guarin nel gol del 2-1). Matri è rimasto in panchina, Quaglierella non ha inciso, Giovinco funziona se hai spazi, ma quando ti trovi di fronte la difesa schierata è molto meno pericoloso. L’attacco si è confermato sterile, la difesa ha barcollato contro i tre tenori nerazzurri, fisicamente e tatticamente la Juventus ha perso il confronto. Nessun dramma per carità, ma sicuramente dei campanelli d’allarme. A Conte (o Alessio o Carrera) il compito di capire le cause del ko e di risollevare il morale della truppa. Una sconfitta dopo 49 risultati utili ci può stare, anche se perdere con una rivale diretta (e contro un’avversaria storica) sicuramente aumenta il dispiacere. Unico appunto per chi sostiene che gli errori arbitrali hanno finito per creare qualche incertezza nella Juventus. Tutti firmerebbero per partire con una rete di vantaggio e per non rimanere in dieci al 34’ del 1° tempo. I torti li ha subiti chi ha vinto e per questo il successo è ancora più significativo..