Focus Ciclismo – Le Classiche Monumento 2020
Nel nuovo approfondimento di SportApp fari puntati sulle Classiche Monumento 2020: Milano-Sanremo, Giro di Lombardia, Liegi-Bastogne-Liegi e Giro delle Fiandre
La quinta puntata di Focus Ciclismo è dedicata alle Classiche Monumento 2020, le corse in linea più belle ed affascinanti del calendario internazionale, quelle gare che ogni anno regalano emozioni e che accendono la fantasia degli appassionati. L’emergenza Coronavirus ha provocato l’annullamento della Parigi-Roubaix, da sempre giustamente considerata la “Regina delle Classiche”, mentre le altre quattro si sono svolte, seppur in date differenti dal solito: in estate Milano-Sanremo e Giro di Lombardia, in autunno Liegi-Bastogne-Liegi e Giro delle Fiandre. Fattore comune i trionfi di quattro big del ciclismo mondiale: Van Aert, Fuglsang, Roglič, Van der Poel.
La firma di Van Aert alla Sanremo
La stagione delle Classiche Monumento 2020 si è aperta con la Milano-Sanremo. Non a primavera come da tradizione, ma l’8 agosto e in un percorso differente, ma con la Cipressa, il Poggio e il traguardo posto in Via Roma a delineare il sempre affascinante finale. La “Classica dei Fiori” si è risolta in uno sprint ristretto tra due grandi campioni: Wout Van Aert e Julian Alaphilippe. Il ventiseienne belga ha primeggiato facendo valere il suo micidiale spunto e ha conquistato la 1° vittoria in una Classica Monumento. Trionfo meritato per Wout e grande gioia per il Belgio che ha interrotto un lungo digiuno. L’ultima affermazione era infatti arrivata nel 1999 con Andrei Tchmil, che però di belga aveva solo il passaporto (ciclista di origini russe, che prima aveva corso per Unione Sovietica, Moldavia e Ucraina). Per ritrovare una vittoria tutta del Belgio bisogna risalire al 1981, anno in cui De Wolf si impose sul connazionale De Vlaeminck e Bossis (Fra). Un’astinenza incredibile, dato che il Belgio vanta 21 successi, 11 ottenuti nelle 16 edizioni disputate dal 1966 al 1981, di cui 7 ad appannaggio del “cannibale” Merckx.
Alaphilippe ha mancato di un soffio il bis consecutivo dopo il trionfo del 2019, ma è salito per la 3ª volta sul podio (considerando anche il 3° posto del 2017 dietro al polacco Kwiatkowski ed allo slovacco Sagan). Nelle ultime 5 edizioni la Francia ha sempre ottenuto piazzamenti tra i migliori tre: 3 volte con Alaphilippe e 2 con Démare (1° nel 2016, 3° nel 2018). 3° al traguardo Michael Matthews che ha regolato il gruppo precedendo Sagan, Nizzolo (Ita), Smith (Nz), Aranburu (Spa), Van Avermaet (Bel), Gilbert (Bel), Mohorič (Slo) e riportato nei piani alti l’Australia 2 anni dopo la 2ª piazza di Caleb Ewan (nell’edizione firmata da Nibali). Italia in luce grazie a Giacomo Nizzolo che a 31 anni ha centrato il miglior risultato in una “Monumento”. 4 i podi azzurri nelle ultime 14 edizioni: Pozzato 2° nel 2008, Petacchi 3° nel 2010, Nibali 3° nel 2012 e 1° nel 2018.
Fuglsang re al Lombardia
Il Giro di Lombardia è stato caratterizzato dalla spaventosa caduta del giovane fenomeno belga Remco Evenepoel e dal trionfo in solitaria di Jakob Fuglsang che sul traguardo di Como ha anticipato di 31” George Bennett e di 51” Aleksandr Vlasov. 4° a 1’19” Mollema (Ola), 5° a 1’40” Ciccone (Ita), 6° a 3’31” Nibali (Ita), 7° a 4’31” Schachmann (Ger), 8° a 5’20” Ulissi (Ita), 9° a 6’00” Hermans (Bel) e 10° a 6’28” Van der Poel (Ola). Corridori arrivati “alla spicciolata”, a fotografare un’edizione dura e selettiva. Il trentacinquenne Fuglsang ha centrato la 2° vittoria in una “Monumento” dopo quella ottenuta alla Liegi 2019, la Danimarca ha festeggiato il 1° podio di sempre in questo contesto, diventando la 13° nazione ad imporsi al Lombardia.
Bennett e Vlasov sono stati per la prima volta competitivi in una “Monumento”. Il trentenne di Nelson ha regalato alla Nuova Zelanda il 1° podio nella Classica “delle foglie morte”, il ventiquattrenne di Vyborg ha riportato la Russia tra i migliori tre 11 anni dopo il 3° posto di Kolobnev nel 2009. L’Italia con 3 ciclisti nella “top ten” ha mostrato segni di ripresa dopo la deludente edizione 2019 (il “miglior risultato” fu la 17ª piazza di Visconti), ma ha mancato il podio per il 2° anno consecutivo e non vince dal 2017 (bis di Vincenzo Nibali dopo il trionfo del 2015). I successi azzurri sono 69 su 114 edizioni.
Alaphilippe “regala” a Roglič la Doyenne
La Liegi-Bastogne-Liegi si è decisa in uno sprint ristretto dall’esito incredibile, con Alaphilippe protagonista di due clamorosi errori: il francese ha alzato troppo presto le braccia al cielo vedendosi “beffare” da Roglič e poi è stato retrocesso in 5ª posizione (in fondo al gruppetto di testa) per un precedente cambio irregolare di direzione. Delusione per il fresco Campione del Mondo e festa grande per Primož che ha conquistato il 1° trionfo in una “Monumento”. La Slovenia è diventata la 15ª nazione a vincere la più antica delle classiche e ha centrato il 1° podio di sempre alla Liegi (doppio considerando il 3° posto di Pogačar che si è messo per la 1ª volta in evidenza in una gara in linea così importante).
2ª posizione per March Hirschi che ha riportato la Svizzera nei piani nobili 4 anni dopo il 2° posto collezionato da Albasini nel 2016 dietro l’olandese Poels. 3° Pogačar, con il gruppetto di testa completato da Mohorič ed Alaphilippe. A 14” il drappello regolato da Van der Poel (Ola) su Woods (Can), Benoot (Bel), Barguil (Fra) e Kwiatkowski (Pol), mentre il “miglior azzurro” al traguardo è stato Alessandro De Marchi, 31° a 58”. Edizione negativa quindi per il nostro ciclismo, un anno dopo il 2° posto di Davide Formolo (alle spalle di Fuglsang). L’ultimo dei 12 successi italiani alla Liegi rimane quello di Danilo Di Luca nell’ormai lontano 2007.
Van der Poel festeggia al Fiandre
Mathieu Van der Poel ha vinto la 104° edizione del Giro delle Fiandre battendo in uno spettacolare sprint a due Wout Van Aert. Sfida appassionante tra due dei campioni più attesi che poteva essere a tre se Alaphilippe non fosse stato messo fuori causa da una assurda caduta. Il venticinquenne olandese (già 4° lo scorso anno) ha centrato la 1° vittoria in una “Monumento”, la 2ª in una classica di prestigio dopo l’Amstel Gold Race 2019. L’Olanda ha festeggiato il 2° successo nelle ultime 3 edizioni (compreso quello di Terpstra nel 2018), l’11° complessivo.
Van Aert non è riuscito a regalare al Belgio la vittoria numero 70 (la 69° e fin qui ultima è datata 2017, anno del trionfo di Gilbert), mentre il norvegese Alexander Kristoff ha regolato il gruppo degli inseguitori classificandosi 3°, collezionando il 3° podio al Fiandre dopo il successo del 2015 ed il 3° posto dello scorso anno (per lui addirittura 7 i piazzamenti nella “top 5” su 9 partecipazioni). 4° Turgis (Fra), poi Lampaert (Bel), Claeys (Bel), Naesen (Bel), Van Baarle (Ola), Degenkolb (Ger) e Benott (Bel). Il 16° posto di Alberto Bettiol (vincitore nel 2019) rappresenta il miglior piazzamento per l’Italia. I nostri successi restano 11 e nella classifica per nazioni veniamo quindi raggiunti al 2° posto dall’Olanda.
Italia senza podi nelle Classiche Monumento 2020
La tabella finale mostra il grande equilibrio che si è registrato in questa stagione. Nelle 4 Classiche Monumento che si sono disputate sono state 4 le nazioni capaci di ottenere successi, 10 quelle che hanno collezionato podi. Belgio e Slovenia sono le uniche ad aver centrato due piazzamenti tra i migliori tre, mentre per l’Italia non sono arrivati risultati di rilievo. Quante volte è accaduto nel secondo dopo guerra? Soltanto una dal 1945 al 2010 (nel 1959) e addirittura 4 nelle ultime 10 stagioni: nel 2011, nel 2013, nel 2014 e ora nel 2020. Rendimento molto negativo quindi nelle Classiche Monumento per ciò che concerne il nostro ciclismo, così come del resto era stato nei Grandi Giri.
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