Focus Ciclismo – I Mondiali su strada 2020

L’analisi della stagione ciclistica prosegue con lo spazio riservato ai Mondiali su strada 2020 e ai successi di Italia e Francia ottenuti grazie a Ganna e Alaphilippe

L’analisi della stagione ciclistica su SportApp.it prosegue con il focus dedicato ai Mondiali su strada 2020 ed in particolare alle due prove che hanno visto come protagonisti i professionisti: cronometro e gara in linea. La Svizzera aveva annullato la manifestazione in programma ad Aigle-Martigny per l’emergenza Coronavirus e i Mondiali hanno rischiato di saltare, ma per fortuna è subentrata Imola che nel giro di pochissimo tempo ha fornito le garanzie necessarie e organizzato l’evento a tempo di record (in maniera eccellente per di più). L’Italia non solo ha ospitato l’edizione 2020 della competizione iridata, ma ha anche festeggiato uno storico successo, quello ottenuto dal formidabile Ganna nella prova contro il tempo. Ad aggiudicarsi la gara in linea è stato il francese Alaphilippe.

Crono azzurra grazie a “Super Pippo” Ganna

mondiali su strada 2020 crono

A vincere la cronometro è stato Filippo Ganna che ha dominato la scena coprendo i 31,7 km del percorso di Imola in 35’54” alla media “stellare” di 52,981 km/h. Il ventiquattrenne azzurro (nato a Verbania il 25 luglio 1996) ha preceduto di 27” il belga Wout Van Aert e di 30” lo svizzero Stefan Küng e ha permesso all’Italia di conquistare il 1° oro di sempre in questa specialità. Nelle precedenti 26 edizioni mai nessun ciclista azzurro era infatti riuscito a “salire sul tetto del mondo” nella prova iridata contro il tempo (disputata per la prima volta nel 1994). Fino al 2020 per l’Italia erano arrivate “soltanto” 3 medaglie: gli argenti di Andrea Chiurato nel 1994 (alle spalle del britannico Boardman) e di Adriano Malori nel 2015 (dietro al bielorusso Kyrienka) e il bronzo ottenuto lo scorso anno proprio da Ganna (battuto dall’australiano Dennis e dal belga Evenepoel).

“Super Pippo” ha ottenuto il 2° podio ai Mondiali su strada ed ha aggiornato un palmares già straordinario, in cui spiccano anche 8 medaglie iridate su pista nell’inseguimento: 5 nella prova individuale (oro nel 2016, nel 2018, nel 2019 e nel 2020 e argento nel 2017) e 3 nella gara a squadre (bronzo nel 2017, nel 2018 e nel 2020). Ganna ha effettuato il definitivo salto di qualità è può esser considerato a pieno titolo un campione assoluto. In un anno nel quale il ciclismo italiano ha dimostrato evidenti limiti, è lui la stella più luminosa del nostro firmamento. La gara iridata lo ha consacrato e le 4 affermazioni successivamente ottenute alla corsa rosa sono state una meravigliosa conferma.

Il Belgio ha dovuto rimandare ancora l’appuntamento con il 1° successo di sempre in questa specialità, ma grazie a Van Aert ha comunque ottenuto il 3° podio (tutti negli ultimi 3 anni dopo il bronzo di Campenaerts nel 2018 e l’argento di Evenepoel nel 2019), mentre Küng ha regalato alla Svizzera la 10ª medaglia nella storia di questa competizione (ben 7 conquistate da Fabian Cancellara che vanta 4 ori e 3 bronzi). A completare la “top ten” sono stati Thomas (Gb), Dennis (Aus), Asgreen (Dan), Cavagna (Fra), Campenaerts (Bel), Dowsett (Gb) e Dumoulin (Ola). I migliori interpreti della specialità ai Mondiali su strada sono finora il tedesco Tony Martin e lo svizzero Fabian Cancellara, con 4 titoli iridati a testa.

La “stoccata” di Alaphilippe

mondiali su strada 2020 in linea

Julian Alaphilippe ha dettato legge nella prova in linea aggiudicandosi il titolo più prestigioso dei Mondiali su strada 2020. Il ventottenne fuoriclasse transalpino è scattato quando mancavano 500 metri al termine di Cima Gallistera (la salita più difficile del circuito di Imola) e ha fatto il vuoto, guadagnando pochi ma decisivi secondi di vantaggio e conservandoli fino al traguardo. Una “stoccata” imperiosa che ha fatto la differenza, uno scatto secco portato al momento giusto che ha sciolto ogni dubbio, perché è stato subito evidente che nessuno lo avrebbe ripreso.

Alaphilippe ha riportato la Francia sul “tetto del mondo” 23 anni dopo la vittoria conquistata nel 1997 da Laurent Brochard (re a sorpresa a San Sebastian davanti al danese Bo Hamburger e all’olandese Léon Van Bon) e ha regalato alla nazionale transalpina il 9° trionfo di sempre nella gara in linea riservata ai professionisti: prima di lui ci erano riusciti Speicher nel 1933, Magne nel 1936, Bobet nel 1954, Darrigade nel 1959, Stablinski nel 1962, Hinault nel 1980, Leblanc nel 1994 e Brochard appunto nel 1997.

Doppio podio per Van Aert: non accadeva dal 1995

Al 2° posto si è piazzato Wout Van Aert che ha regolato allo sprint il gruppetto degli inseguitori, collezionando il 2° argento ai Mondiali su strada 2020. Il ventiseienne belga, che in carriera aveva già vinto 3 ori consecutivi nel ciclocross (dal 2016 al 2018) ha forse perso l’attimo giusto, ma ha certamente poco da rimproverarsi ed ha soltanto dovuto fare i conti con la maggiore brillantezza di Alaphilippe. Il Belgio non è riuscito a centrare un successo che manca dal 2012 (trionfo in terra olandese di Philippe Gilbert sul norvegese Boasson Hagen e sullo spagnolo Valverde), ma è tornato a conquistare una medaglia dopo 3 edizioni “senza squilli” (l’ultima gioia era stata nel 2016 con il 3° posto di Tom Boonen dietro allo slovacco Sagan e al britannico Cavendish).

Il fortissimo Wout ha concluso la sua partecipazione ai Mondiali su strada 2020 senza ori, ma è salito sul podio sia nella crono che nella gara in linea e per questo merita un voto altissimo. Prima del belga solamente due ciclisti avevano infatti vinto medaglie in entrambe le competizioni nella stessa edizione. Per trovare qualcosa di simile bisogna ritornare addirittura al 1995, anno della doppia impresa firmata nel durissimo Mondiale colombiano di Duitama dagli iberici Miguel Indurain e Abraham Olano che si “scambiarono” per così dire i primi due gradini del podio nelle due competizioni: il fenomenale Miguel dominò la prova contro il tempo, ma poi fu preceduto dal connazionale nella successiva gara in linea (al 3° posto giunse il “nostro” Marco Pantani), Olano si classificò invece 2° a cronometro, ma si rifece con gli interessi vincendo il titolo più prestigioso anche grazie ad un perfetto gioco di squadra.

L’Italia nel Mondiale in linea

Tornando ad Imola, di assoluto spessore anche il bronzo ottenuto dal ventiduenne Marc Hirschi (già oro nel 2018 a Innsbruck tra gli under 23) che ha permesso alla Svizzera di salire sul podio per il 2° anno di fila (nel 2019 Stefan Küng si era piazzato 3°, dietro al danese Mads Pedersen e all’azzurro Matteo Trentin). Ai piedi del podio, ma nel gruppetto di coloro che si sono giocati argento e bronzo, il polacco Kwiatkowski, il danese Fuglsang e lo sloveno Roglič, mentre il miglior italiano è stato Damiano Caruso, 10° al traguardo con un gap di 53” (battuto nello sprint per la 7ª piazza dall’australiano Matthews, dallo spagnolo Valverde e dal tedesco Schachmann).

Il risultato è in linea ciò che ci si poteva attendere alla vigilia, ma è anche il meno brillante tra quelli ottenuti nelle 5 più recenti edizioni. L’ultima “top ten” mondiale senza italiani risale a Richmond 2015, quando il migliore fu Nizzolo, 18°. Nei 4 anni successivi a quell’appuntamento per l’Italia era invece sempre arrivato un piazzamento tra i “best 5”: Nizzolo 5° nel 2016, Trentin 4° nel 2017 e 2° nel 2019, Moscon 5° nel 2018.

 

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