Tappa annullata causa neve!

La 19° tappa del 96° Giro d’Italia è stata annullata a causa della neve!

La tappa più attesa è saltata!

La 19° tappa del Giro d’Italia è stata annullata. Alla fine ha vinto il maltempo! La tanto temuta neve ha fatto purtroppo visita alla corsa rosa e ha imbiancato gran parte del percorso gara.. Il Passo del Tonale, il Passo del Castrin e la salita finale di Val Martello sono state colpite da un’autentica tormenta e le strade sono diventate inagibili. Sono venute a mancare le condizioni di sicurezza necessarie per lo svolgimento della tappa.. Giusto non mettere a repentaglio l’incolumità dei corridori e di tutta la carovana che gravita attorno al Giro. Inutile è stata quindi la modifica del percorso apportata nella giornata di ieri che aveva tolto i passaggi sul Gavia e sul Passo dello Stelvio. La neve, il freddo e le strade inagibili hanno fermato il Giro d’Italia, evento più unico che raro nella centenaria storia della manifestazione ciclistica più amata dagli sportivi italiani. Giorno di riposo supplementare per i corridori, delusione tra gli appassionati. Le pessime condizioni meteorologiche persisteranno anche nella giornata di domani ed il comitato organizzatore (diretto da Mauro Vegni) ha già deciso di modificare il percorso della 20° tappa.

 

 

Le modifiche della 20° tappa

La tappa di domani è stata cambiata nel tratto centrale, ma è stata confermata sia nella sede di partenza che in quella di arrivo. Via ufficiale quindi da Silandro (in provincia di Bolzano) alle 11:25 e traguardo posizionato sulle Tre Cime di Lavaredo (in provincia di Belluno) dopo 210 km. Tolti quindi il Passo Costalunga, il Passo di San Pellegrino ed il Passo Giau, salvi invece il Passo Tre Croci (7950 metri con pendenza media superiore al 7% e punte al 12%) e l’ascesa verso i 2304 metri delle Tre Cime di Lavaredo (3 km al 12,4% con punte al 18%). In mezzo a queste due rampe anche lo strappo di Misurina Col Sant’Angelo (1000 metri durissimi con punte del 18%). L’arrivo di domani diventa la vetta più alta del Giro d’Italia 2013 ed è di conseguenza Cima Coppi della 96° edizione. Non è ovviamente la tappa originariamente disegnata, ma gli ultimi 22,4 km sono durissimi. Il finale della 20° frazione resta comunque a rischio perché si salirà sopra i 2000 metri e la neve ci sarà di sicuro. Non essendo previste discese il pericolo per gli atleti è però limitato. Sarà freddo e le condizioni saranno estreme, ma l’organizzazione ha lavorato e lavorerà intensamente per pulire le strade e per rendere possibile lo svolgimento della tappa. Speriamo che tutto proceda regolarmente perché la cancellazione della penultima frazione peserebbe come un macigno sulla bellezza della corsa rosa 2013.. Gli atleti stringeranno i denti e non si tireranno indietro. Lo chiede il Giro d’Italia, lo chiede il mondo del ciclismo..

 

 

Riflessioni libere sulla tappa annullata

Perché si è arrivati a questo? L’unico responsabile è ovviamente il maltempo. L’organizzazione sta facendo il massimo da giorni e si è trovata a fare i conti con condizioni estreme. Non c’erano alternative, non si potevano mettere in gioco la sicurezza e la salute dei ciclisti. Ormai è andata così, ma quando accaduto dovrebbe fare riflettere e diventare monito per il futuro. Il maltempo non si può prevedere, ma si possono studiare delle soluzioni che diminuscano i rischi. Prima soluzione: spostare la partenza del Giro d’Italia di una settimana con la speranza che affrontare le dolomiti con qualche giorno di ritardo possa bastare. Seconda soluzione: aumentare le salite appenniniche visto che sono comunque impegnative e dure. Terza soluzione. Non andare tante volte sopra i 2500 metri, ma sfruttare con maggiore frequenza quelle salite alpine che arrivano a quote più basse. Lo Zoncolan ed il Mortirolo sono a esempio arrampicate durissime e presentano molti meno rischi sotto il profilo meteo. Le possibilità di maltempo non sarebbero azzerate, ma sarebbero certamente più basse. Il Gavia e lo Stelvio sono salite mitiche e non andrebbero scartate a priori. Un passaggio ogni edizione potrebbe esserci, ma con l’alternativa di un piano di riserva già pronto al momento della stesura del tracciato. Detto questo è comunque necessaria una precisazione.. Le condizioni meteo di questa edizione stanno andando al di là di ogni logica e rappresentano una sfortunata eccezione. Era impensabile prevedere qualcosa del genere e per questo non è giusto gettare la croce addosso a nessuno. Anche perché se capiteranno le stesse condizioni in futuro ogni tappa alpina sarà nuovamente a rischio.. Contro la malasorte non si va, ma di questa esperienza bisogna fare tesoro in vista delle prossime edizioni. Il pericolo non si azzera, la lezione va però imparata. Senza dare colpe, ma usando il buonsenso per il futuro.

 

L’altra notizia di oggi: Di Luca positivo

L’altra notizia di oggi è la positività al doping di Danilo Di Luca. Il trentasettenne abruzzese (nato a Spoltore il 2 gennaio 1976) è risultato positivo all’Epo in un controllo a sorpresa effettuato il 29 aprile. Di Luca non si trova coinvolto in problematiche di questo tipo per la prima volta. Era stato allontanato per 3 mesi a causa della frequentazione con il discusso medico Santuccione e poi era stato squalificato per 2 anni in seguito alla positività al Cera al Giro d’Italia 2009. E’ tornato in gruppo con la Vini Fantini Selle Italia poco prima della gara rosa, ma è ricaduto ancora una volta nello stesso tipo di errore. Di Luca ha chiesto le controanalisi, la Vini Fantini si è dissociata dal suo atleta, il Giro d’Italia ha accusato il colpo con sorpresa, il mondo del ciclismo si è detto sconvolto.

 

Il gesto di Danilo Di Luca è grave, ma non è a mio giudizio un fulmine a ciel sereno. Un corridore che si è dopato una volta può farlo di nuovo e per questo è da tenere lontano dal ciclismo. Non credo nella redenzione, non credo che si possa prendere in giro e poi fare di nuovo parte del movimento come se nulla fosse. Chi si dopa non deve essere ovviamente marchiato a vita, ma deve essere escluso per sempre dal ciclismo. Se si vuole ridare credibilità al mondo delle due ruote non ci sono altre strade. Gli appassionati sono stanchi, non vogliono più essere presi in giro. Bisogna parlare chiaro, non è più il tempo delle mezze misure. Non è logico rimanere con i piedi su due staffe, non è più ammissibile parlare di corridori beccati più volti con le mani in pasta come di atleti meritevoli di stima, non è accettabile elogiare lo spirito nuovo di personaggi trovati più volte positivi e non è serio commentare sistematicamente vicende di questo tipo.

Quello che passa nella testa di un corridore come Danilo Di Luca è incomprensibile e non merita nemmeno di essere argomento di analisi. Mi interessano solo l’amarezza e la delusione dei semplici appassionati di ciclismo, presi in giro per l’ennesima volta da un movimento che troppo spesso ama farsi male con le proprie mani. Per casi di doping conclamato c’è solo una soluzione: LA RADIAZIONE! Chi bara deve essere messo alla porta, chi vuole male al ciclismo deve stare a casa e chi non vuole cambiamenti radicali va considerato colpevole come chi inganna.. In attesa che la RADIAZIONE possa diventare opzione presa in esame basterebbe che le varie formazioni non ingaggiassero più ciclisti che sono stati trovati positivi a controlli anti-doping! E questo a prescindere da quanto accaduto a Di Luca.. Serve una decisione forte e condivisa tra i team.. E’ l’unico modo per far si che il ciclismo possa ritrovare la sua credibilità, è la speranza di un appassionato che tifa per lo sport pulito.

 

Si ripartirà da questa classifica

Il 96° Giro d’Italia affronterà la 20° tappa con questa graduatoria. Vincenzo Nibali ripartirà ovviamente con la maglia rosa e con un vantaggio importante sugli avversari diretti. Il siciliano dell’Astana guida la classifica con 4’02” su Evans e 4’12” su Uran. A 5’14” Scarponi, a 6’09” Niemec, a 6’45” Majka, a 6’47” Betancur, a 7’30” Santambrogio, a 8’36” Intxausti, a 9’34” Sanchez, a 9’45” Pozzovivo, a 10’19” Gesink e a 10’27” Pellizotti.

 

Foto concesse Ufficio Stampa RCS Sport