MONDIALI DI CICLISMO: AZZURRI IN SECONDA FASCIA

L’Italia insegue il sogno iridato per tornare potenza delle due ruote!

Mancano ormai poche ore all’appuntamento più atteso della stagione ciclistica 2012.. Domani a Valkenburg (in Olanda) si svolgerà infatti la 79° edizione del Campionato del Mondo per professionisti. L’attesa è quindi terminata e le chiacchiere lasceranno presto il posto ai fatti. L’Italia si presenta ai nastri di partenza come una delle possibili outsider e non come una delle nazioni da battere. Il ciclismo è radicalmente cambiato, il nostro non è più lo squadrone che fino a pochi anni fa partiva con i favori del pronostico. Gli altri sono cresciuti, noi non abbiamo più l’uomo forte per puntare con decisione alle corse di un giorno (grandi classiche, olimpiadi e mondiali). Le ultime quattro stagioni lo hanno detto con chiarezza e non è un caso se negli appuntamenti più prestigiosi del recente passato siamo rimasti praticamente all’asciutto. L’Italia non veste la maglia iridata dal Mondiale di Verona 2008 (favolosa stoccata di Alessandro Ballan), non conquista il titolo olimpico da Atene 2004 (successo firmato dall’attuale Ct azzurro Paolo Bettini) e nelle ultime tre stagioni e mezzo ha vinto solo una grande classica (l’Amstel Gold Race 2012 dominata da Enrico Gasparotto). Nelle corse a tappe ci siamo salvati (Ivan Basso e Michele Scarponi hanno vinto il Giro d’Italia nel 2010 e nel 2011, Vincenzo Nibali si è imposto alla Vuelta di Spagna 2010), nelle gare di un giorno siamo stati invece poco più che dei comprimari.

Cosa non ha funzionato? Di chi è la colpa?

Il bilancio è decisamente magro, le responsabilità sono chiaramente da suddividere tra le varie componenti. Il problema principale però è che mancano i talenti di altissimo spessore. Nibali è al momento l’unica garanzia. Lo ha dimostrato con i podi conquistati al Tour de France, alla Milano-Sanremo, alla Liegi-Bastogne-Liegi e con la vittoria ottenuta alla Tirreno-Adriatico. Il siciliano della Liquigas è a tutti gli effetti uno dei corridori più forti del mondo e sarà non a caso il capitano della spedizione azzurra per la gara iridata. Vincenzo Nibali è pronto alla sfida e può recitare un ruolo da protagonista, ma in un circuito come quello di Valkenburg non è certo l’uomo da battere. La Spagna può contare su Valverde, Contador, Rodriguez e Samuel Sanchez (ma ha tra le suo fila anche il tre volte iridato Freire), il Belgio vanta elementi come Gilbert e Boonen, l’Australia ha un Gerrans in condizioni superlative, la Slovacchia non possiede una squadra da urlo ma schiera il talentuoso Sagan, la Gran Bretagna si presenta ai nastri di partenza con Wiggins e Froome, la Francia ha in Voeckler un uomo sicuramente adatto al tracciato olandese.

Il team di Paolo Bettini dovrà inventarsi qualcosa per mettere in crisi le superpotenze e ribaltare le sorti di un pronostico avverso. Le gerarchie sembrano chiare, ma hanno una valenza relativa perché sarà come sempre la strada a fornire le risposte (e a sciogliere rebus). L’Italia non ha la punta di diamante e potrà muoversi di rimessa. A gestire le operazioni saranno gli altri e questo alla fine potrebbe anche rivelarsi un vantaggio. Gli azzurri dovranno attaccare e sfruttare le doti da fondista di Nibali. I gradi di capitano spetteranno a lui, l’alternativa sarà invece rappresentata da Moreno Moser. Il talento della Liquigas ha disputato una stagione maiuscola e senza eccessive pressioni potrebbe rivelarsi molto più di una semplice alternativa. Moreno si trova di fronte alla prima gara importante della carriera e questo per lui è già un importante traguardo.

Nibali è invece già una certezza. Non è propriamente un cacciatore di classiche, ma ha esperienza, talento, cuore e resistenza per tirare fuori dal cilindro la prestazione super. Ha i cromosomi del campione e nessun traguardo sembra essergli precluso. Dovrà competere con rivali in grande spolvero, ma in un Mondiale contano tanti fattori.. Per vincere serviranno una squadra compatta, molta voglia di rischiare, un Nibali forma stellare, una perfetta condizione fisica generale e anche un pizzico di fortuna. Non siamo più tra le nazioni guida del ciclismo mondiale, ma Valkenburg potrebbe rappresentare l’alba di una nuova era. Nella vita tante cose sono purtroppo già scritte, nello sport invece nessun sogno è impossibile da realizzare.. Anche perché, dopo tutto, siamo sempre l’Italia..