Froome senza rivali sul Ventoux e non solo

Chris Froome ha “spianato” il Mont Ventoux impressionando il mondo e ipotecando il Tour de France!

Froome spaventoso

Il 100° Tour de France si è fermato per il secondo ed ultimo giorno di riposo, ma è ancora sottosopra per l’incredibile performance offerta da Chris Froome sulle terribili rampe del Mont Ventoux. Il britannico del Team Sky ha dominato la 14° tappa della Grande Boucle 2013, ha rafforzato la sua leadership in classifica, si è cucito sulla pelle la maglia gialla e ha soprattutto impressionato il mondo con la sua impresa.. Ha stracciato i rivali, ha spianato la mitica montagna francese, ha dimostrato la sua superiorità, ha ipotecato il successo finale e ha tirato fuori dal cilindro una prestazione magistrale.. Con il suo mulinare a tutta frequenza (ben oltre le 100 pedalate al minuto), con il suo incedere sgraziato ed efficace, con la solita potenza e con la fame di chi non vuol correre rischi.. Forte, determinato, esplosivo, concentrato, persino arrogante nell’umiliare gli avversari e nel non lasciare loro nemmeno le briciole.

Froome è il padrone assoluto del Tour de France, è il despota del ciclismo mondiale, è il marziano delle due ruote, è il fulmine che ha squarciato il cielo della Provenza arrampicandosi fino alla vetta del mitico “gigante calvo”. Ha controllato la corsa nella prima parte e sul Mont Ventoux si è reso protagonista di un autentico show. Il fido Porte lo ha messo nelle condizioni ideali sgranando il gruppetto dei migliori, lui ha preso in mano la corsa a 7,2 km dal traguardo e si è immediatamente tolto di ruota il coriaceo ma non particolarmente pimpante Contador (bravo nel resistere al forcing iniziale dell’australiano, ma poi crollato nel finale). Uno scatto secco, una rasoiata straordinaria, un’accelerazione inquietante per frequenza di pedalata e potenza. Contador si è arreso subito, mentre Froome ha continuato con lo stesso ritmo fino alla fine. Ha ripreso Quintana, lo ha tenuto con sé per quasi 5 km e poi lo ha lasciato sul posto con un’altra micidiale sparata. Non si è accontentato di vincere, ha voluto stravincere.. Senza pietà, senza rispetto, senza guardare in faccia nessuno.. Impressiona ma non emoziona, domina ma non esalta..

Froome è giustamente il re di questo Tour ma non è amato e probabilmente non lo sarà neanche in futuro. Il film del Ventoux è stato lo stesso andato in onda la settimana prima ad Ax 3 Domaines. La squadra lo ha traghettato nelle prime rampe dell’ascesa, lui è rimasto da solo al primo vero scatto. Ha stupito il mondo, è andato più forte rispetto a quanto si potesse supporre, ma insinuare dubbi sulla sua prestazione sarebbe quanto mai ingiusto.. Fino a prova contraria (con la speranza che non sia mai) tutti gli atleti sono puliti e innocenti. A pensar male spesso ci si indovina, ma andare oltre vorrebbe dire alimentare una caccia alle streghe irrispettosa e fine a se stessa.. Doveroso limitarsi ai fatti ed applaudire una scalata con i controfiocchi. Detto questo è però ovvio constatare che il ciclismo di Froome è un ciclismo che non coinvolge. Vince perché è palesemente più forte, domina al primo attacco. Senza passione, senza amore, senza lasciare il segno. E’ come un pugile che stende il suo avversario con il primo pugno, è come una vettura di F1 che doppia tutti a metà gara. Non è una colpa, è solo il suo modo di correre. Efficace e vincente, calcolatore e cannibale. Vincerà il Tour de France e merita applausi, ma non sa regalare brividi e difficilmente entrerà nel cuore degli appassionati.

 

 

L’arrivo della tappa vinta ieri da Froome

Chris Froome ha dominato la 15° frazione del 100° Tour de France.. Il britannico del Team Sky ha coperto i 242,5 km della Givors – Mont Ventoux in 5h48’45” (alla media di 41,7 km/h) ed ha distrutto i suoi avversari. A 29” da Froome è giunto il colombiano Nairo Quintana (Movistar), a 1’23” si sono classificati gli spagnoli Mikel Nieve (Euskatel) e Joaquin Rodriguez (Katusha), mentre il ceco Roman Kreuziger e l’iberico Alberto Contador (portacolori della Saxo Tinkoff) hanno tagliato il traguardo con un gap di 1’40”. A 1’43” Fuglsang (Dan), a 1’46” Mollema (Ola), a 1’53” Ten Dam (Ola), a 2’08” Peraud (Fra), a 2’12” De Clercq (Bel), a 2’26” Rogers (Aus), a 2’32” Valverde (Spa) e a 2’36” Daniel Martin (Irl).. Più staccati gli altri big: a 3’14” Kwiatkowski (Pol), a 3’31” Monfort (Bel), a 6’38” Talansky (Usa), a 8’46” Evans (Aus), a 10’42″ Andy Schleck (Lux). 181° il francese Hivert che ha concluso la sua prova con un ritardo di 50’21”.

 

La classifica dopo l’acuto di Froome 

Chris Froome ha consolidato la maglia gialla e ha aumentato il suo vantaggio rispetto al resto della comitiva. Il britannico del Team Sky guida la classifica con 4’14”su Mollema, 4’25” su Contador, 4’28” su Kreuziger, 4’54” su Ten Dam, 5’47” su Quintana, 6’22” su Fuglsang, 7’11” su Rodriguez, 7’47” su Peraud, 7’58” su Kwiatkowski, 8’28” su Daniel Martin, 9’54” su Rogers, 12’32” su Talansky, 13’47” su Monfort, 14’42” su Valverde, 15’40” su Evans, 18’12” su Nieve,19’14” su Schleck. Il miglior italiano è Davide Malacarne (40° a 54’18” da Froome), l’ultimo tra i ciclisti rimasti in gara è il canadese Svein Tuft (181° a 2h46’52”).

 

Il protagonista: Chris Froome

Chris Froome ha conquistato il 2° successo personale in questo Tour de France (dopo quello firmato sabato 6 luglio sul traguardo di Ax 3 Domaines) ed ha ottenuto la 3° affermazione in carriera sulle strade della Grande Boucle (contando anche l’acuto del 2012 a Planche des Belles Filles). Il britannico di origini keniane (nato il 20 maggio 1985 a Nairobi) ha centrato l’11° affermazione stagionale ed è salito a quota 17 vittorie in carriera. Froome ha scalato il Mont Ventoux in 57’50”, alla media di 21,5 km/h (16” peggio rispetto al record stabilito da Pantani nel 1994, ma decisamente meglio rispetto a quanto fatto da Contador nel 2009 e da Armstrong nel 2002) ed ha inflitto distacchi pesantissimi agli avversari.

Due i momenti topici della sua azione: a 7,2 km dalla fine quando ha staccato Contador, a 1,35 km dal traguardo quando si è liberato della compagnia di Quintana.. Froome ha guadagnato 13”88 a chilometro su Contador e ha dominato ancora una volta lo scontro diretto con il principale dei suoi rivali. L’iberico è crollato negli ultimi mille metri (28” concessi a Froome), il britannico è andato forte fino all’arrivo (anche se nell’ultimo chilometro ha perso più di 15” dallo scattante Rodriguez).

 

I numeri del Tour

Froome si è confermato in maglia gialla ed ha conquistato anche la maglia a pois (leader Gpm), Sagan ha difeso la casacca verde (classifica a punti), Quintana si è ripreso quella bianca (miglior giovane). La Gran Bretagna è salita a quota 4 successi di tappa (2 Froome e 2 Cavendish). Meglio ha fatto solo la Germania con 5 vittorie (3 Kittel, 1 Tony Martin e 1 Greipel). 1 affermazione per Irlanda (Daniel Martin), Belgio (Bakelandts), Italia (Trentin), Slovacchia (Sagan) ed Australia (Gerrans). A queste va aggiunta la cronosquadre di Nizza (firmata Orica GreenEdge). La Spagna non ha ancora conquistato successi, la Francia non è mai salita sul podio.

Ieri il Mont Ventoux è stato arrivo di tappa del Tour de France per la 9° volta. Questi gli 8 vincitori prima di Froome: nel 1958 Gaul (Lux), nel 1965 Poulidor (Fra), nel 1970 Merckx (Bel), nel 1972 Thevenet (Fra), nel 1987 Bernard (Fra), nel 2000 Pantani (Ita), nel 2002 Virenque (Fra) e nel 2009 Garate (Spa).

Alla fine del Tour de France mancano ancora 6 tappe (e tante montagne), ma l’esito sembra ormai scritto. Froome sta volando e nessuno pare in grado di metterlo in difficoltà. Se non crollerà gli altri potranno solo puntare al 2° posto e ai successi parziali. A prescindere dalla supremazia di Froome, va detto che Contador sta andando più piano del previsto. Bene Mollema, Kreuziger, Ten Dam e Quintana, deludenti Evans, Schleck (bastonato sul Mont Ventoux) e Valverde, sottotono Rodriguez.

 

La tappa di domani

Domani (martedì 16 luglio) si svolgerà la 16° tappa del Tour de France 2013. Partenza da Vaison la Romaine alle 13:45 e arrivo a Gap dopo 168 km. Frazione movimentata e particolarmente adatta alle fughe. Saranno 3 i Gran Premi della Montagna. La Côte de la Montagne de Bluye (5,7 km al 5,6%), il Col de Macuègne (7,6 km al 5,2%) e il Col de Manse (9,5 km al 5,2%). L’ultima ascesa di giornata terminerà a 11,5 km dall’arrivo e potrebbe rivelarsi decisiva. Improbabile che i big si muovano in prima persona anche se non è da escludere che qualcuno possa tentare il colpo a sorpresa. Più per dare un segnale che per impensierire davvero Froome. Il leader ha già ampiamente dimostrato di avere una marcia in più.

 

 

Foto tratta dal sito www.letour.fr