Tour de France: La storia e i numeri

Il 100° Tour de France partirà sabato dalla Corsica!
In attesa della partenza riviviamo la storia della gara..

Tour de France: Al via la 100° edizione

Sabato 29 giugno scatterà il Tour de France 2013. Sarà la 100° edizione della gara a tappe più importante del mondo, sarà indubbiamente un appuntamento da non perdere per tutti gli appassionati di ciclismo. La Grande Boucle partirà dalla Corsica e si concluderà come sempre a Parigi dopo tre settimane di strenua battaglia tra i corridori più quotati del panorama internazionale. Dal 29 giugno al 21 luglio per un totale di 3404 chilometri distribuiti in 21 tappe, comprese la cronosquadre di Nizza e due prove individuali contro il tempo. Numerose le salite da affrontare, molte delle quali inserite nell’ultima settimana. Il britannico Chris Froome (Sky) sarà il grande favorito per la vittoria, gli iberici Alberto Contador (Saxo Tinkoff), Alejandro Valverde (Movistar) e Joaquin Rodriguez (Katusha), l’australiano Cadel Evans (Bmc) ed il belga Jurgen Van Den Broeck (Lotto) saranno i principali rivali. In attesa di puntare i fari sul 100° Tour de France giusto riviere la storia della Grande Boucle attraverso l’albo d’oro e i principali dati statistici. Ecco il primo capitolo..

 

Tour de France: La storia del ciclismo

La prima edizione del Tour de France si disputò nel 1903 e fu dominata dal corridore di casa Maurice Garin. Sul podio altri due ciclisti transalpini, Lucien Pothier e Fernand Augereau. Partenza il 1 luglio da Montgeron, arrivo il 18 luglio nella periferia di Parigi dopo 2428 chilometri (l’ultima frazione ne misurava 471) e 6 giorni di gara. 60 gli atleti che presero il via, 21 quelli che portarono a termine la corsa. Garin concluse la sua avventura in 94 ore, 33 minuti e 14 secondi, ad una media di 25,679 km/h. Era il Tour de France dei pionieri, era il primo atto di una competizione che con il passare del tempo è diventata la massima espressione del ciclismo mondiale. Tutti i grandi campioni delle due ruote sono passati per la Grande Boucle, molti di questi sono riusciti a conquistare almeno un successo.

La corsa a tappe transalpina è considerata, a ragion veduta, la vera università di questa bellissima disciplina.. Il Tour ha coperto di gloria i miti del ciclismo mondiale ed ha regalato imprese senza tempo, ma negli ultimi anni ha purtroppo vissuto incredibili scandali legati al doping.. “L’affaire Festina” del 1998, i 7 successi tolti ad Armstrong, le squalifiche di Landis e Contador, la macchia che aleggia sul trionfo ottenuto da Riis nel 1996, le positività più o meno eclatanti di atleti saliti inizialmente sul podio. Vicende che hanno minato la credibilità del ciclismo e non solo del Tour de France, scandali che si sono abbattuti sulla corsa più prestigiosa del mondo, ma che non sono fortunatamente riusciti a spezzare una magia nata nel 1903.. Da Garin a Wiggins, passando per Bartali, Coppi, Bobet, Anquetil, Poulidor, Gimondi, Merckx, Thevenet, Hinault, Zoetemelk, Lemond, Roche, Indurain, Pantani e Contador. Dalle imprese dei pionieri alle squadre ultramoderne, transitando per le stagioni riservate alle nazionali (dal 1930 al 1961) e per le rivalità che hanno scritto la storia del ciclismo mondiale. Questo è il Tour de France.. Una corsa antica dal fascino moderno, l’espressione più altisonante della “grandeur” transalpina, un business colossale, un sogno lungo tre settimane che apre le porte all’immortalità, una gara che sa regalare eccezionali emozioni. Nel bene e nel male..

 

Tour de France: I numeri individuali

Il Tour de France è nato nel 1903, ma non si è corso in concomitanza con le due guerre mondiali (dal 1915 al 1918 e dal 1940 al 1946). 99 le edizioni che si sono disputate fino ad oggi, 92 i titoli effettivamente assegnati (i 7 tolti allo statunitense Lance Armstrong non stati ridistribuiti a differenza di quelli revocati a Floyd Landis e a Alberto Contador). Il record di affermazioni appartiene ai francesi Jacques Anquetil e Bernard Hinault, al belga Eddy Merckx e allo spagnolo Miguel Indurain. I 4 corridori appena citati hanno conquistato 5 vittorie a testa. Anquetil ha brindato nel 1957, nel 1961, nel 1962, nel 1963 e nel 1964 (6 podi totali considerando la 3° posizione del 1959), Merckx ha dominato nel 1969, nel 1970, nel 1971, nel 1972 e nel 1974 (6 podi contando anche il 2° posto del 1975), Hinault ha primeggiato in classifica nel 1978, nel 1979, nel 1981, nel 1982 e nel 1985 ed è il miglior specialista in assoluto della Grande Boucle (7 podi con i 2° posti del 1984 e del 1986), Indurain ha vinto nel 1991, nel 1992, nel 1993, nel 1994 e nel 1995 ed è l’unico ad avere vinto 5 titoli consecutivi. A 3 sigilli ci sono il belga Philippe Thys, il francese Louison Bobet e lo statunitense Greg Lemond, con 2 successi troviamo invece gli italiani Bottecchia, Bartali e Coppi, il lussemburghese Frantz, i belgi Lambot e Sylvére Maes (da non confondere con il fratello Romain), l’iberico Contador, i transalpini Petit-Breton, Leducq, Magne, Thevenet e Fignon.

Il primatista in riferimento al numero di podi è invece Raymond Poulidor. Il settantasettenne ciclista francese non è mai riuscito a centrare il massimo risultato e non ha vestito la maglia gialla nemmeno per un giorno, ma si è piazzato 8 volte tra i primi tre della graduatoria (3 secondi e 5 terzi posti). 7 i podi firmati da Hinault (5-2-0) e dell’olandese Zoetemelk (1-6-0). 154 in totale i corridori che sono saliti almeno una volta sul podio.

 

Tour de France: Italia senza successi dal 1998

6 i ciclisti italiani capaci di conquistare affermazioni: 2 a testa per Ottavio Bottecchia, Gino Bartali e Fausto Coppi, 1 per Gastone Nencini, Felice Gimondi e Marco Pantani. Il fuoriclasse romagnolo ha primeggiato nel 1998 ed è stato l’ultimo azzurro a conquistare il massimo risultato (battuti il tedesco Ullrich e lo statunitense Julich). L’Italia non vince da 15 anni e nelle ultime 14 edizioni ha collezionato solamente tre piazzamenti sul podio (Ivan Basso 3° nel 2004 e 2° nel 2005, Vincenzo Nibali 3° nel 2012). 25 gli azzurri saliti sul podio in almeno una circostanza, 40 i piazzamenti dell’Italia nei primi tre posti della classifica (9-16-15). Considerata l’assenza di Vincenzo Nibali (dominatore dell’ultimo Giro d’Italia ed unico dei nostri in grado di competere con i grandi specialisti delle corse a tappe) è pressoché impossibile che i corridori di casa nostra riescano a spezzare il lungo digiuno.