Coppa Davis: Il trionfo della Svizzera e di sua maestà Federer

La Svizzera batte la Francia a Lille e alza per la 1° volta nella storia l’insalatiera. Decisivo il successo firmato da Federer. Il commento di Paolo Rossi.

La Coppa Davis è della Svizzera. Per Federer l’ennesimo trionfo 

L’edizione numero 103 della finale di Coppa Davis è stata giocata nel nord della Francia a Lille ed ha messo di fronte la rappresentativa transalpina e quella elvetica. Il risultato della tre giorni di tennis ha visto prevalere la Svizzera che ha così potuto sollevare il trofeo dedicato al campionato del mondo di tennis a squadre per la prima volta nella sua storia. Unico miglior precedente per la Svizzera fu la finale giocata contro gli USA nel 1992 ma fu una sfida senza storia e stravinta dagli statunitensi. Ma questa nuova finale aveva un doppio valore intrinseco perché è stata quella che ha permesso a Roger Federer di collocare l’ultimo tassello al suo personale puzzle di successi. Nell’immensa sala dei suoi trofei mancava proprio solo e soltanto la Coppa Davis, anzi la copia in formato ridotto, quella che viene consegnata ad ogni giocatore che ha fatto parte del team vincente dopo ogni finale. A 33 anno suonati lo svizzero ha così coronato un sogno cullato a lungo. Quello di vedere iscritto il suo nome insieme agli altri compagni di squadra nel basamento circolare che regge l’insalatiera d’argento.

 

Roger Federer Foto di Brigitte Grassotti

 

Settimana da leggenda per la Svizzera e per Federer

Non possiamo non enfatizzare la settimana appena trascorsa da Roger. A Londra durante le ATP Finals disputate nella domenica precedente il trionfo di Lille, Federer aveva dichiarato forfait qualche momento prima di scendere in campo per giocare l’ultimo atto del torneo londinese contro Djokovic per problemi fisici alla schiena. L’infortunio se non trattato adeguatamente dal punto di vista clinico con terapie appropriate e riposo avrebbe di fatto messo a rischio la sua presenza a Lille. Federer non voleva gettare al vento la possibilità di vincere la Davis, cosciente che sicuramente sarebbe stata l’ultima della sua comunque carriera incredibile. L’ultima chance. Non l’ha voluta lasciarsela scappare. E da Londra è volato a Lille. Non ha toccato racchetta fino a mercoledì, quando è sceso in campo per nemmeno mezzora di fila. Giovedì altri tre quarti d’ora di gioco. Quando venerdì nella prima giornata della finalissima ha poi subito una cocente sconfitta da Gael Monfils perdendo per tre set a zero col punteggio di 6-1, 6-4, 6-3, qualcuno in casa elevetica ha temuto il peggio, temendo che i postumi dei dolori alla schiena avessero impedito a Roger di esprimersi al meglio.

 

La chiave del successo: Il doppio Federer – Wawrinka

La sorpresa è arrivata il giorno dopo quando Severin Luthi ha diramato la formazione del doppio schierando Wawrinka e Federer. I due insieme non avevano un buon ruolino di marcia in Davis, pressoché sempre battuti anche da coppie non famose per il grande pubblico. Ma in questa finale hanno espresso un rendimento ottimale rispedendo al mittente le velleità francesi. Troppo alte le motivazioni del team rosso crociato che vincendo il doppio ha messo l’ipoteca sul successo.

 

La perla di Federer regala il trionfo alla Svizzera

La terza giornata è stata l’apoteosi della Svizzera. Roger Federer opposto a Richard Gasquet nel singolare d’avvio anziché a Tsonga, quest’ultimo fuori dai giochi per malesseri vari, ha giocato un tennis superlativo, dando sfoggio al suo repertorio per l’occasione tornato stratosferico. Il match ha avuto un solo padrone fin dall’inizio e la Svizzera è giunta al trionfo in maniera inequivocabile. Dopo aver messo a punto il match point, Roger Federer si è inginocchiato a terra ed ha festeggiato in lacrime abbracciato dai compagni, lui che ha vinto di tutto in ogni angolo del mondo, inanellando 17 tornei dello Slam e decine di titoli ATP, ha provato un’emozione intensa ed irresistibile. A testimonianza del fascino che l’insalatiera d’argento emana da quel lontano 1900, da quando fu messa in palio per la prima volta per premiare la squadra campione del mondo.

Roger Federer ha voluto vincere per sé stesso, ma anche per la squadra formata dagli amici d’infanzia Lammer e Chiudinelli, per Wawrinka con cui a gennaio aveva espresso l’impegno di provare a vincere insieme la Coppa Davis. Ha vinto per il suo paese e per le migliaia di tifosi biancorossi al seguito della squadra. Il vuoto sul suo immenso palmares, se mai così si può dire, adesso è stato colmato. Quanto tenesse Federer a questo trofeo lo hanno testimoniato le sue lacrime di emozione. La Svizzera è la quattordicesima nazione ad entrare nell’Albo d’Oro della competizione. Chapeau.

Per la Francia invece una grande delusione, che si somma a quella del 2010 quando i galletti persero in finale dalla Serbia a Belgrado e alla finale persa a Parigi nel 2002 battuti dalla Russia.

 

Articolo di Paolo Rossi, foto di Brigitte Grassotti