RG 2020 – NADAL CONQUISTA LA SEMIFINALE. FUORI SINNER

di PAOLO ROSSI

RG 2020 – Jannik Sinner è uscito di scena dal Roland Garros ma ha ottenuto consensi e giudizi positivi sulla maturazione del suo gioco. D’altronde trovarsi di fronte il pluricampione della terra rossa francese Rafael Nadal dentro il campo centrale di Parigi, il Philippe Chatrier, stadio che ha reso famoso nel mondo lo spagnolo, non capita proprio tutti i giorni. Peccato che la partita sia stata giocata per buona parte durante la notte, finendo alle 1,25. Anche questo è già un record. Ma solo per Parigi perché nel 2008 agli Australian Open, Llyton Hewitt e Marcos Baghdatis finirono la loro sfida di terzo turno alle 4,43 della notte.

Parigi – Jannik Sinner c’è. Il nome è tipico d’oltralpe, ma il ragazzo è italiano, L’essere nato a San Candido in Alto Adige lo ha reso solido nel carattere, determinato e senza eccessi inutili di furore. Il match perso ieri contro Rafael Nadal non ne pregiudica il futuro, casomai lo conferma, fornendo precise indicazioni sui margini di miglioramento tuttora esistenti del tennista azzurro.

Incontrare Nadal a Parigi – dove ha trionfato 12 volte – è impresa ardua, al limite dell’impossibile, è come tentare di catturare il mitologico Toro di Creta o togliere la pelle al leone di Nemea, tanto per parafrasare due delle 12 fatiche di Ercole. Metafore a parte – utilizzate solo per esaltare l’idea delle difficoltà che Sinner avrebbe dovuto superare per battere lo spagnolo – il nostro diciannovenne italico montanaro ha saputo esprimere un gran tennis.

Colpi di rimbalzo solidi e veloci da ambo i lati, atteggiamento di gara mai sottomesso nonostante avesse di fronte Nadal, comprensione e lucidità tattica ben presente nel corso del match. Da perfezionare e da riconsiderare le discese a rete con il conseguente gioco di volo, aspetto da ottimizzare per garantirsi maggiori soluzioni quando dall’altra parte ci sono avversari così quotati. Difficile immaginare di poter vincere contro lo spagnolo utilizzando solo bordate violente da fondocampo, pur indirizzate sempre verso angoli differenti.

Qualche variazione aggiuntiva nelle traiettorie e nel ritmo sarebbe stata quindi necessaria. Ad onor del vero Jannik ha provato ad utilizzare anche la palla corta per accorciare la durata degli scambi, ma non sempre la scelta ha funzionato come contro Zverev negli Ottavi, ad esempio. Il risultato dell’incontro 76(4), 64, 61, testimonia come il ragazzo abbia saputo tener testa al maiorchino nelle prime due frazioni giocando quasi alla pari, cedendo terreno soltanto nel terzo set. Ormai Rafael aveva ben salde le redini della partita e l’esito della sfida gli si è fatto chiaro in maniera repentina.

Gli esperti, tra cui l’ex tennista britannico Tim Henman, oggi commentatore per Eurosport, dicono che tra 12 mesi Sinner potrebbe già essere entrato nei primi 10 del mondo se continua questa sua evoluzione. Questo è il pensiero dell’italiano in merito:

“Non lo so – risponde Jannik – Non sono una persona che si proietta nel futuro o contempla il passato. Vivo nel momento presente e devi mostrare costantemente quello che hai. Faccio parte di questa nuova generazione di tennisti. Quindi devo solo migliorare, concatenare partite, ore di pratica e allenamento e poi vedremo tra 12 mesi dove sarò arrivato”.

Poi Sinner ripensa alla partita e alle difficoltà incontrate durante il match:

“Ho avuto opportunità durante il primo set e durante il secondo set – afferma – ma non le ho colte. Avevo perso la battuta in entrambe le frazioni e in questi casi devi giocare in modo perfetto sul suo servizio. Ovviamente è molto difficile misurarsi con Nadal perché nulla gli sfugge. La sua palla è pesante e devi trovare il giusto equilibrio in campo. Non dovevo colpire troppo in alto, oppure troppo in basso perché se non dai la velocità giusta, a quel punto, sarà difficile trovare punti vincenti, in particolare è stato il caso della mia prima palla di servizio. Lui ha iniziato a muoversi e a trovare sempre la palla in risposta. Dopo di che ho provato a giocare più velocemente, per cercare di prenderlo alla sprovvista, ma non ci sono riuscito. Ho avuto opportunità come ti ho detto nel primo e nel secondo set ma non le ho sfruttate. E poi, quando il punteggio passa 2 set a 0, diventa difficile recuperare ed in ogni caso lui ha saputo giocare molto bene. Avevo preparato un piano di gioco che funzionava abbastanza bene. So tuttavia chi c’era dall’altra parte. Io ho molto rispetto per lui, ma voglio ancora provare a vincere. Se vai in campo, è per giocare a tennis, con la tua personalità e per mostrare il tuo tennis. Naturalmente, l’obiettivo finale è ottenere la vittoria. Ma per ogni avversario devi mostrare il rispetto che gli è dovuto, sia in campo che fuori. È una persona ammirevole e mi sono anche allenato con lui qualche volta. Nadal è un esempio per tutti noi”.