Us Open 2013: Il titolo è di Nadal

Rafael Nadal vince lo Us Open 2013 regolando in finale Novak Djokovic.. Il servizio sullo slam di Flushing Meadows a cura di Paolo Rossi!

 

Us Open 2013: Nadal batte Djokovic 6-2 3-6 6-4 6-1 in 3 ore e 20’

È stata la loro 37esima sfida in appena 7 anni, l’11esima in una prova dello Slam, di cui sei volte giocata in una finale. Nei testa a testa precedenti Rafael Nadal conduceva per 21 vittorie contro le 15 di Novak Djokovic. Come nel Singolare Femminile dove sono arrivate a giocarsi il titolo le tenniste numero 1 e 2 del seeding e del ranking WTA, anche il torneo Maschile ha visto giungere in finale i due favoriti della vigilia, rispettivamente il primo giocatore ed il secondo della classifica mondiale, accreditati in tabellone della testa di serie 1 e 2. Era ovvio, ma non matematico. Il serbo, rispetto a Nadal, ha sudato qualche camicia in più per guadagnarsi il posto da protagonista dell’ultimo atto. In semifinale Djokovic ha dovuto dar fondo a tutte le proprie energie residue per aver ragione di Wawrinka, Alla fine è uscito fuori alla grande, da straordinario campione qual’è. Lo spagnolo invece pare aver percorso un’autostrada per giungere in finale superando i 6 turni preliminari cedendo un solo set al tie break al tedesco Philipp Kohlschreiber negli ottavi e perdendo un turno di servizio, l’unico fino a quel momento, soltanto nel corso del primo set nel match contro Richard Gasquet in semifinale. I presupposti per una finale da Grande Tennis c’erano tutti.

 

 

Nadal – Djokovic: Il primo set

Jake Garner è l’americano giudice di sedia della sfida che ha assegnato il trofeo del Championship. L’Arthur Ashe Stadium è al completo. È Djokovic ad iniziare i turni di battuta per l’1-0 d’avvio. Nadal fronteggia sul proprio servizio un game che finisce ai vantaggi e fa l’1 pari. Nel terzo gioco lo spagnolo ha una prima palla break a favore ma fallisce il diritto che potrebbe condurlo al 2-1. Poi un errore del serbo lo riporta al vantaggio che Nadal sfrutta in pieno con un diritto lungo linea che prepara la successiva fiondata vincente. Nadal conduce 2 giochi a 1. Ci sono voluti 17’ di gara. Djokovic non vorrebbe perdere terreno, guadagna metri, ma lascia lo stesso il game successivo a Nadal per il 3-1. Lo spagnolo finora ha avuto col diritto lungo linea il suo maglio d’attacco. Novak servendo in modo perfetto nel quinto game accorcia la distanza sul 3-2. L’impressione tuttavia è che sia lo spagnolo ad imporre il ritmo di gara. Vince il suo turno di battuta a zero (4-2) con uno stretto cross passante recuperando un drop shot. Poi vola 0-40 su servizio Djokovic ed intasca un nuovo break per il 5-2. Il parziale degli ultimi punti è di 8-0 per lo spagnolo. Il maiorchino va al servizio e finalmente il serbo interrompe la striscia negativa grazie ad un diritto vincente. I colpi si fanno ficcanti. Nadal usa il top spin come un’arma perforante. Si apre varchi dove poi va ad infilare le sue traiettorie. Al primo set point utile chiude il parziale per 6-2 in 42’. Difficile immaginare che Djokovic non provi ad uscire dalle sabbie mobili ma dovrà cambiare schemi e velocità di palla.

Nadal – Djokovic: Il secondo set

È Novak a mettere il moto la frazione andando a servire. Nadal ribatte con impatti carichi di rotazione. Il serbo fa buon tennis, tiene il ritmo e mantiene il game dell’1-0. Poi giunge a 0-30 sul servizio di Rafael, e a 15-40. L’intensità del confronto è aumentata ma Djokovic non riesce a capitalizzare le due palle per togliere la battuta all’avversario e lo spagnolo può continuare nella sua opera di demolizione. Il game dell’1 pari è assicurato. Il serbo comprende che è necessario scombinare il piano di Rafael, deve costringerlo ad uscire dalla sua roccaforte di diagonali e lungo linea devastanti e con qualche buona invenzione passa a condurre 2-1. Tuttavia lo spagnolo pare intuire le contromisure e conquista a zero il gioco del 2 a 2. Il numero 1 del mondo insiste. Colpendo in anticipo per togliere tempo mette a segno il 3-2. Nel game successivo guadagna una palla break e per mantenerla sostiene uno scambio incredibile durissimo durato ben 54 palleggi. Da non credere. Il punteggio passa 4-2 per Djokovic ma non aiuta il serbo a mettere le ali. Nadal realizza il contro break giocando come una furia. Va sul 4-3 e può pareggiare il conto per tornare a 4 giochi pari, ma Novak supera se stesso e con più di una zampata da fuoriclasse ottiene il 5-3. Quando va alla battuta sigilla il set per 6-3 dopo un fenomenale rovescio. Sono trascorsi 1 ora e 40’ dal via. Ogni punto giocato finora ha richiesto una media di circa 7 scambi. Notevole.

 

Nadal – Djokovic: Il terzo set

Questa volta è lo spagnolo ad aprire le danze ma va sotto 0-40 e perde il gioco d’apertura. Djokovic pare abbia veramente cambiato marcia. Arriva a condurre 2-0 eludendo i tentativi di Nadal di rientrare in lizza. Lo martella sul rovescio e poi lo infila dalla parte opposta. Ma Rafael non è un giocatore qualsiasi e si aggiudica il game dell’1-2. Senza sbavature il serbo passa al 3-1. Fa altrettanto il maiorchino tenendo il servizio (2-3). Il sesto game è combattuto e finisce ai vantaggi con Nadal che riquadra il cerchio con un contro break: 3 giochi pari. Nel proseguo una folle volee di Djokovic scaraventa a 40-0 lo spagnolo. Il parziale diventa 4-3 a favore del tennista di Manacor e ritorna sul 4 pari nel gioco successivo. Il serbo sta attaccato al punteggio. Nel nono game in due occasioni Nadal si fa prendere alla provvista da due traiettorie anomale (addirittura in una di queste cade a terra correndo all’indietro perdendo l’equilibrio) e concede due palle break. Con la tipica caparbietà guerriera le annulla e con uno smash furibondo archivia il 5-4. Novak deve servire al meglio per rimanere nel set. La folla si entusiasma dopo una schermaglia vinta dallo spagnolo. Un clamoroso diritto in rete del serbo fornisce a Nadal la palla del set, immediatamente messa a frutto grazie ad una sequenza impressionante di colpi d’anticipo di Rafael che costringono all’errore Djokovic. Nadal si aggiudica il terzo set per 6-4 dopo 61’.

 

Nadal – Djokovic: Il set decisivo

Il matador sa che deve stancare il toro. E Rafael Nadal affronta l’arena e l’avversario con lo stesso piglio d’un matador. Ma l’avversario di turno ha mille risorse e compie recuperi miracolosi. Nel primo game la lotta diventa serrata, con Djokovic che si propone all’attacco ma la furia rossa lo rimanda in retrovia. Nadal mantiene il turno di battuta. Al cambio campo continua a posizionare le bottiglie d’acqua a terra con la solita precisione maniacale. Un rituale consueto per lo spagnolo per mantenere altissima la tensione. L’effetto si realizza e con un ennesimo strepitoso diritto mancino Rafael mette a segno il break e poi conserva il suo turno di servizio (3-0). L’accumulo potrebbe condurlo al successo. Novak va a servire e consapevole del rischio utilizza l’arsenale in suo possesso per accorciare il gap. 3 a 1. Nadal però non si lascia intimorire. Sa che la sua balistica costringe a rincorse dispendiose e spesso inconcludenti. La metà si avvicina quando il punteggio diventa di 4 giochi a 1 in suo favore. Con la camminata sincopata lo spagnolo cambia campo. I segnali che è lui ad essere salito in cattedra sono forti e chiari ed il vantaggio aumenta e raggiunge il 5-1. Lo spagnolo va a servire per il suo 13esimo titolo dello Slam. Il punteggio: 0-15, 15-15 con una volee perfetta, 30-15 dopo un dritto in contropiede. Nadal è a due punti dalla vittoria, poi ad un solo punto grazie ad un servizio vincente: 40-15. L’ultimo 15 dura un’eternità. Rafael scaglia la battuta e dopo qualche scambio Djokovic commette l’ennesimo errore di diritto. Il computo finale è di 52 errori contro 20. Buona chiave di lettura ma non esclusiva. Rafael Nadal ha vinto. È stato un fenomeno ed è fenomenale che sia riuscito a conquistare New York per la seconda volta in carriera. Questo il palmares aggiornato nei Major dei due tennisti: Djokovic 6 titoli Slam (4 Australian Open, 1 Wimbledon, 1 Us Open). Rafael Nadal 13 titoli Slam (1 Australian Open, 8 Roland Garros, 2 Wimbledon, 2 Us Open).

 

Articolo a firma Paolo Rossi