Us Open 2013: Serena Williams regina tra le donne
Serena Williams vince lo Us Open donne battendo Victoria Azarenka.
Il servizio sullo slam di Flushing Meadows a cura di Paolo Rossi
Us Open 2013: Williams batte Azarenka 7-5, 6-7 (6), 6-1 e vince il titolo donne
Il meglio del tennis femminile del momento era a New York. Serena Williams, 32 anni il prossimo 26 Settembre, è la numero 1 del mondo. Victoria Azarenka, 24enne, è la numero 2. La finale è stata la stessa del 2012, con esito identico. L’americana è giunta all’epilogo del torneo concedendo alle spaurite avversarie nei 6 turni di gara precedenti la miseria di 16 giochi in tutto. La bionda tennista della Bielorussia ha invece sofferto in qualche occasione perdendo un set con la Cornet ed un altro con la Ivanovic, senza escludere le difficoltà incontrate con Flavia Pennetta in semifinale. I testa a testa tra le due finaliste parlano chiaro: sono 12 i successi di Serena e soltanto 3 quelli della Azarenka. Il pronostico dei numeri quindi era tutto a stelle e strisce, pur se l’ultima sfida giocata, Cincinnati, era stata vinta dalla bielorussa.
Williams – Azarenka: Il set di apertura
Entrambe le tenniste vestono canotte di colore rosa, acceso quello di Serena, tenue quello della Azarenka. Nota femminea per un tennis comunque mascolino e violento. Avvia i turni di battuta Victoria Azarenka. La Williams va sullo 0-40, poi 15-40 e vince il gioco: 1-0. L’inizio è feroce. Altrettanto fa la bielorussa riportandosi sull’uno pari. Sul campo pare esserci anche vento che solleva in ampi svolazzi il gonnellino di Serena mostrandone i glutei poderosi fasciati dalle culottes. È proprio lei a commettere 3 errori gratuiti che spediscono Victoria sul 2 a 1. La Venere nera tiene il servizio a 30 ed il risultato va sul 2 pari. La partita stenta tuttavia a decollare. I colpi vincenti sono ancora rari e rimane alta la percentuale di errori, soprattutto della Williams. Vika mantiene il turno di battuta e passa così a condurre 3-2 ma è raggiunta nel game successivo sul 3 pari, prima di tornare a servire. Serena sbaglia due risposte di rovescio, poi ne spedisce un terzo sulla rete durante un palleggio da fondo. Una volee-lob regala alla Azarenka il settimo gioco: 4-3. La Williams continua a rincorrere ma senza eccessiva fatica pareggia e mette a segno il 4-4 dopo 33’ di gara.
Il nono game mostra una serie di scambi finalmente spettacolari. Serena sprigiona tutta la propria potenza ma la bielorussa pare trarre spunti vincenti dalle bordate in arrivo. Infatti passa in vantaggio per 5 a 4. Nel decimo gioco, che dura ben 10’, il servizio della Williams ha qualche sussulto, ma Serena non cede terreno. Con qualche rischio si garantisce la continuazione della frazione portandosi sul 5 pari, senza aver concesso set point all’agguerrita bielorussa. L’alternata situazione di pareggio si interrompe grazie al break della Williams giunto alla prima occasione. Adesso può andare a servire per il set sul punteggio di 6 giochi a 5 in suo favore. La corazzata nera serve e scarica un vincente di rovescio bimane, con mamma Oracene in tribuna che ride di gusto. A questo primo 15, ne segue un altro immediato, fino al 40-0. Serena ha tre palle per chiudere il set. Un diritto della Azarenka fuori dalle linee sigilla il risultato per la Williams: 7-5 dopo 58’.
Williams – Azarenka: Il secondo set
Come in avvio di confronto è Victoria al turno di battuta. La frustata di rovescio della Williams è ormai a regime e l’americana si procura due palle break. Capitalizzando la seconda mette la freccia e si aggiudica il game dell’1 a zero. Il segnale è inequivocabile. È un altro ruggito feroce che incute timore. Guarda caso il game che segue è vinto a zero dalla statunitense che va sul 2-0. L’Azarenka accorcia il distacco e fa il 2-1. Subire un altro break sarebbe stato fatale. Con grinta poi è lei a procurarsi due palle break su servizio Williams, ma la leonessa di colore non molla la sua preda e torna sul 40 pari, e con due cannon ball di battuta si appropria del 3 a 1. Victoria deve tentare un recupero per allungare il match. Intanto ha l’obbligo di conservare il turno alla battuta. La Williams sa bene che è la sua avversaria a vivere la sfida con maggior tensione ed aumenta l’intensità dei suoi colpi. La scelta sortisce il giusto effetto. Un doppio fallo della Azarenka che sa d’ipoteca all’esito finale del match fa volare la statunitense avanti per 4 giochi a 1. Il divario può diventare incolmabile.
Serena muove passi sicuri sul campo. In tribuna c’è anche l’ex Presidente USA Bill Clinton. Victoria riesce nel tentativo di ridurre lo svantaggio portando lo score sul 2-4 (carpisce un break) e poi sul 3-4 conservando il servizio. La Williams diventa rabbiosa e mostra i pugni. Senza cedere nessun 15 mette a segno il 5-3. Adesso è ad appena 4 punti dal match. Ma l‘Azarenka con determinazione e grinta da vendere recupera fino al 4-5. L’americana se mantiene il turno di servizio alzerà la coppa. Il 15-0 giunge veloce. Ma un doppio fallo e tre errori della Williams riportano il punteggio alla pari: 5 a 5. La sensazione è che la statunitense abbia avuto un calo di tensione ma nel tennis le situazioni possono cambiare in fretta. Intanto mamma Oracene e la sorella Venus, ornata di treccine color fucsia, continuano a ridere in tribuna ogni qual volta Serena mette a segno un bel punto. Curioso.
La Williams torna al comando dei giochi andando a condurre 6 a 5. Il game rimane in equilibrio tra violente diagonali di diritto e rovescio reciproche fino al 30 pari. Serena concede ancora una palla break dopo un errore di rovescio. Poi fa harakiri commettendo un doppio fallo. Si va al tie-break per decidere l’esito del parziale. Comincia a battere l’Azarenka: 1-0, poi è la volta della Williams che mette a segno due punti: 2-1, e 3-1 (minibreak). Il 3-2 giunge con un dritto al volo della Azarenka vincente che poi ottiene il 3 pari. La lotteria arriva al 4-4 e 5-4 Azarenka, a due punti dal set. Serena batte e fallisce lo scambio: 6-4 per la bielorussa. Il primo set point è annullato da una prima di servizio vincente. Batte adesso Victoria. Il palleggio è terrificante per violenza e Serena ne esce padrona: 6-6. Una seconda palla velenosa di battuta della bielorussa la riporta sul 7-6. Al vantaggio si somma un nuovo errore in lunghezza della Williams che da il set alla Azarenka. La sua determinazione è stata ripagata in pieno.
Williams – Azarenka: Il set decisivo
Il terzo set richiederà la terza ora di gioco. È la Williams ad aprire le danze e fare l’1-0. La vivacità di Vika pareggia subito. Serena tiene per il 2-1. La regola dell’equilibrio si interrompe con un break dell’americana che sale in cattedra fino a 3-1 – con la bielorussa rea di aver commesso un doppio fallo nel momento meno opportuno – che diventa poi rapidamente 4-1 col gioco vinto dalla Williams al servizio a zero. Come nel secondo set il divario per la bielorussa diventa pesante. Con la differenza che la rimonta in questo caso pare non ripartire. Infatti Serena accelera e conquista il 5 a 1. Il coach della statunitense le indica dalla tribuna con un gesto inequivocabile di stare con la testa nel match. Di mantenere il cosiddetto focus. L’andamento di quello che potrebbe essere (e che sarà) l’ultimo gioco è alterno. Un lob incredibile della Williams rimane dentro e le offre il 30-15, poi un errore della Azarenka le regala il 40-15, con due palle per archiviare il match. La prima si perde dopo una palla in rete di Serena, ma un errore di risposta di Victoria sul 40-30 concede il 6-1 ed il match all’americana. Si scatena la gioia senza freni della Williams tra salti (ne compie almeno 8 di fila) e grida di giubilo. Ha la certezza di aver conquistato il suo 17esimo titolo dello Slam, tanti quanti ne ha vinti Roger Federer tra i maschietti. Meglio di lei hanno fatto nell’era open soltanto Chris Evert e Martina Navratilova, le quali ne hanno vinti ben 18 ciascuna. Ne manca appena 1 per far quadrare il conto e poi superarle. Sarà il progetto della Williams per il suo prossimo futuro.
Us Open 2013: Lander Paes – Radek Stepanek vincono il doppio maschile
Il titolo di Doppio Maschile 2013 degli Us Open è stato vinto da Lander Paes (India) e Radek Stepanek (Repubblica Ceca) in finale su Alexander Peya (Austria) e Bruno Soares (Brasile). Severo il risultato dell’ultimo atto: 6-1 6-3. La coppia vincitrice accreditata della testa di serie numero 4 – gli sconfitti erano invece la numero 2 – sommava ben 75 anni d’età, contro gli “appena” 64 degli avversari. Un computo anagrafico altissimo per il tennis d’alto livello. Sui quattro in campo il più vecchio era Lander Paes con già 40 anni suonati sulle spalle. L’analisi rappresenta il segno evidente di come la specialità del Doppio sia poco amata dai tennisti più giovani. Eppure potrebbe e dovrebbe essere un modo per migliorare vari aspetti tecnici importanti del tennis, tra cui l’abilità nel gioco di volo, nella ribattuta al servizio, sul servizio stesso. I coaches evidentemente puntano più sull’ottimizzare gli allenamenti dedicandosi esclusivamente al lavoro di specializzazione in Singolare dei loro giovanissimi atleti. Ciò che conta è tirare forte e sempre più forte e sfruttare questa caratteristica affrontandosi in Singolare. Geometria e strategia valgono molto meno d’un tempo. D’altronde l’era in cui John McEnroe disputava sia le gare di singolo che quelle di doppio, costituendo insieme al fido compagno Peter Fleming una delle formazioni più forti al mondo è finita da un pezzo. Ma ciò forse limita e sta limitando l’evoluzione tecnica di tanti giocatori, anche se il dispendio energetico per essere competitivi in entrambe le specialità arriverebbe a livelli eccessivi. Quindi si va al risparmio pensando solo al singolo. Per giocare i doppi c’è tempo. Paes (con i suoi 40 anni) docet.
Articolo a firma Paolo Rossi