Us Open: Sotto la pioggia ma che fai

La pioggia ha caratterizzata la terza giornata dello Us Open.. Il servizio sullo slam di Flushing Meadows a cura di Paolo Rossi

Pioggia protagonista dello Us Open

Quando erano le ore 13 di ieri, le 19 in Italia, la pioggia è diventata padrona di Flushing Meadows. Il programma del terzo giorno di gare degli Us Open si era avviato regolarmente alle 11 di New York. Poi le condizioni meteo sono divenute instabili e nubi minacciose hanno cominciato a scaricare acqua abbondante sopra il Billie Jean King National Tennis Center obbligando tutti i giocatori ad abbandonare i campi per l’immediato rientro negli spogliatoi. La giornata vedeva in programma 65 incontri da portare a termine tra singolare maschile, singolare femminile e numerosi doppi. Un attimo prima dell’interruzione erano stati già completati 10 matches, (alcuni di doppio e altri di singolare femminile) mentre ben 15 sfide in corso sono state stoppate col punteggio parziale. Alle 17, 20 circa di New York, le 23,20 italiane il gioco è stato finalmente ripreso. Il ritardo di oltre 4 ore ha tuttavia costretto gli organizzatori a cancellare alcuni incontri dalla programmazione, quasi tutti i doppi non cominciati, rimandandoli alla sessione del giorno successivo, tra cui il doppio femminile tra Sara Errani e Roberta Vinci, le campionesse in carica, contro la slovacca Daniela Hantuchova e la svizzera Martina Hingis. Quest’ultima è tornata a giocare una prova del circuito Major dopo un’assenza di oltre 5 anni dai campi.

 

Sara Errani Us Open tennis

 

Pioggia: che noia 

I tennisti rispediti dentro le quinte del gigantesco impianto americano dalla pioggia incessante non hanno molti trastulli per ingannare il tempo, se non quelli offerti dalla tecnologia. Gli smartphone ed i tablet prendono il posto della racchetta. Si twitta, si posta un’immagine su Facebook, si naviga in Internet. Sara Errani ad esempio ha caricato una sua fotografia che la ritraeva seduta sul pavimento negli spogliatoi accanto al suo armadietto, coperta da un paio di asciugamani. Lapidaria la frase con cui ha accompagnato il ritratto dell’attesa: “Che palle!” e non si riferiva certo a quelle da tennis che ogni giorno spara a destra e a manca. Probabilmente è stato il commento scaturito spontaneo alla notizia della cancellazione del suo doppio da giocare insieme alla Vinci dal programma giornaliero. Anche in sala stampa in questi casi non si vive meglio. Le reti televisive mandano in onda gli incontri già completati. Qualcuno tenta di intercettare qualche giocatore nel tentativo di scambiare qualche impressione lontana dagli spazi comuni della sala conferenze e ricavarne così una sorta d’intervista in esclusiva. La caffetteria e gli spazi relax non hanno più sedie o angoli liberi a disposizione. Il pubblico occupa ogni tipo di area riservata agli spettatori, siano queste per ristorarsi o per bighellonare tra stand pubblicitari e robe del genere.

 

Un tetto che faccia da ombrello

A Melbourne per gli Australian Open si sono dotati di un tetto sul campo centrale da tempo. Wimbledon ha fatto altrettanto già da qualche anno coprendo il Centre Court più famoso del mondo. I francesi hanno messo a progetto proprio quest’anno la costruzione d’una copertura sul Philippe Chatrier per scacciare definitivamente l’incubo della pioggia entro il 2014. Rimane New York e siccome gli Stati Uniti sono il paese dove tutto è possibile, l’Arthur Ashe Stadium avrà un ombrello entro il 2017: “Yes, we can”.

 

Gli italiani in campo

Nella nottata sono scesi nuovamente in gioco sul court n.7 Andreas Seppi opposto al belga Xavier Malisse per proseguire il proprio match interrotto sul punteggio di 4-2 in favore dell’altoatesino. Curiosa un’affermazione rilasciata da Seppi (che si è poi aggiudicato il match 6-3, 3-6, 7-5, 7-5, ndr) in merito alla qualità organizzativa del torneo americano: con parole decise ha detto che Flushing Meadows è, da questo punto di vista – e ovviamente per lui – il peggiore dei 4 Slam. Anche Fabio Fognini, testa di serie n.16, era in programma stanotte contro lo statunitense Rajeev Ram sul campo n.17 (azzurro sconfitto 1-6, 2-6, 2-6, ndr).

 

Articolo a firma Paolo Rossi