Inter: Il giorno della svolta!

Erik Thohir è sbarcato a Milano per diventare proprietario dell’Inter. Dopo 18 anni finisce l’era Moratti!

 

Inter: La svolta epocale!

Erik Thohir è sbarcato a Malpensa questa mattina e nella giornata di domani diventerà ufficialmente il nuovo proprietario dell’Inter.. Si assicurerà il pacchetto di maggioranza della società meneghina acquistando il 70% delle quote. Il passaggio è praticamente già definito e una volta formalizzato segnerà un capitolo nuovo nella gloriosa storia del club. Si tratta di una svolta di dimensioni epocali. Perché dopo 18 anni finisce l’era targata Massimo Moratti e perché per la prima volta in oltre 100 anni di storia l’Inter sarà diretta un patron straniero. Il magnate indonesiano avrà il difficile compito di adattarsi alla realtà del campionato italiano e dovrà riportare nel gotha del calcio europeo il sodalizio nerazzurro.. Avventura affascinante, impresa ardua. Moratti ha capito di non poter competere più con le superpotenze europee e ha compiuto l’ennesimo atto d’amore verso la “Beneamata”. La presidenza resterà probabilmente in famiglia (Massimo in prima persona o in alternativa il figlio Angelomario) e Moratti sarà garante di questa nuova epoca (nel caso le cose non andassero a dovere riprenderà le quote a una cifra inferiore rispetto a quella incassata).. Nel rispetto di una storia ultracentenaria, nel ruolo di custode di un club che ha tradizione e grande fascino, con la responsabilità di sentirsi da sempre e per sempre primo tifoso. L’avvento di Thohir porta sicurezza economica e voglia di rivalsa, ma è anche da considerare come un’incognita. Non è volontà di questo articolo capire se il passaggio di mano è oppure no cosa buona. Quello lo diranno gli anni a venire.. Qui si vuole solo ripercorrere brevemente quella che è stata l’epopea dell’Inter di Moratti.

 

 

Gli anni neri dell’Inter di Moratti

Massimo Moratti diventa proprietario dell’Inter il 18 febbraio 1995 acquistando il pacchetto di maggioranza da Ernesto Pellegrini. Costo totale dell’operazione 50 miliardi. In panchina Ottavio Bianchi, in squadra figurano tra gli altri Pagliuca, Bergomi, Festa, i due Paganin (Massimo ed Antonio), Bianchi, Berti, Seno, Dell’Anno, Fontolan, Jonk, Bergkamp, Delvecchio, Sosa, Pancev. In estate Massimo Moratti è per la prima protagonista del mercato (assieme agli allora dirigenti Suarez, Facchetti, Corso e Mazzola) e rafforzò la squadra con Ince, Rambert, Ganz, Fresi, Roberto Carlos, Centofanti e Javier Zanetti. Cambiano 3 allenatori (Bianchi, Suarez e Hodgson). I risultati sono deludenti (in Italia ed in Europa) e la storia non migliora nelle stagioni a venire.

Nell’estate del 1997 Moratti realizza uno dei colpi più importanti della sua lunga gestione e si assicura dal Barcellona il “fenomeno” Ronaldo. L’Inter di Simoni lotta punto a punto contro la Juventus, ma lo Scudetto sfugge anche a causa di molti episodi arbitrali avversi (il fallo di Juliano su Ronaldo nel big match con i bianconeri il più famoso).. I nerazzurri si rifecero al Parco dei Principi battendo 3-0 la Lazio nella finale di Coppa Uefa. Fu il 1° trionfo dell’epoca Moratti. Nel 1998-1999 cambiano 4 allenatori (Simoni, Lucescu, Castellini e Hodgson), nell’anno successivo l’avventura del mai amato Lippi dura poco più di un soffio di vento. L’Inter si è intanto assicurata Bobo Vieri per la cifra di 90 miliardi.

Nel 2001 Hector Cuper viene chiamato in panchina e la squadra nerazzurra domina la scena per quasi tutta la stagione. Lo Scudetto è a un passo, ma nell’ultima gara Zanetti e compagni perdono 4-2 con la Lazio. Il 5 maggio diventa giorno infausto per i tifosi della “Beneamata”, la Juve ringrazia e festeggia il titolo. In estate parte Ronaldo, nella successiva Champions League l’Inter arriva in semifinale, ma esce con i cugini del Milan in virtù di 2 pareggi. Anche l’avventura di Cuper volge al termine ed in panchina (dopo la parentesi Zaccheroni) arriva Roberto Mancini.

 

 

Gli anni d’oro dell’Inter di Moratti

La squadra è forte ed alza il primo trofeo nel giugno 2005 aggiudicandosi la Coppa Italia. Nel 2005-2006 l’Inter vince la Supercoppa Italiana e conquista un’altra Coppa Italia. In campionato la formazione nerazzurra si piazza al 3° posto (-15 dalla Juventus e -12 dal Milan), ma il verdetto è rivoluzionato dallo scandalo “Calciopoli”. I bianconeri vengono retrocessi in Serie B, i rossoneri vengono penalizzati e l’Inter può quindi festeggiare il 14° Scudetto della sua storia. La vicenda cambia la fisionomia della Serie A ed anche gli organici delle protagoniste. I nerazzurri acquistano Ibrahimovic e Vieira e puntellano una squadra già forte. I titoli si susseguono. L’Inter di Mancini vince i 2 Scudetti successivi (il primo dominato, l’altro al termine di un lungo duello con la Roma) ma in Europa non incide.

L’avventura del tecnico giunge al capolinea ed in panchina viene chiamato José Mourinho. E’ il salto di qualità definitivo. Il mister portoghese allunga la serie di titoli nazionali nel 2008-2009 e compie il suo capolavoro nella stagione seguente. La cessione di Ibrahimovic al Barcellona viene compensata dagli arrivi di Lucio, Thiago Motta, Eto’o, Milito, Sneijder e Pandev. La squadra è fortissima, il trainer si dimostra “Special One”. L’Inter domina in Italia ed avanza per miracolo in Champions League. Nella seconda fase il calo di rendimento in campionato viene compensato da un ruolino europeo di straordinario livello. L’Inter elimina Chelsea, Cska Mosca, Barcellona e vola in finale.. Intanto i nerazzurri vincono il doppio duello con la Roma aggiudicandosi Coppa Italia e Scudetto. L’apoteosi arriva il 22 maggio al Bernabeu di Madrid quando la compagine di Mourinho piega il Bayern Monaco con la doppietta di Milito e torna sul tetto d’Europa dopo 45 anni. Il “Triplete” è servito, la storia è scritta da Julio Cesar, Maicon, Lucio, Samuel, Zanetti, Cambiasso, Thiago Motta, Pandev, Sneijder, Eto’o e Milito, assieme a Toldo, Materazzi, Cordoba, Chivu, Stankovic, Muntari, Mariga, Balotelli e Santon.

Moratti piange come un bambino (ricordando i trionfi di papà Angelo), Mourinho diventa a tutti gli effetti l’eroe dell’impresa. Il tecnico però resta virtualmente a Madrid e diventa allenatore del Real. L’Inter perde la sua supremazia sia in Italia che in Europa.. Benitez traghetta il team in cima al mondo, ma si auto-esonera dopo un periodo complicato, Leonardo riporta la squadra a lottare per il titolo e si consola con la Coppa Italia. La fame però non è più la stessa e le stagioni seguenti (con Gasperini, Ranieri e Stramaccioni) sono un continuo e costante declino. Moratti diventa parsimonioso, la squadra perde campioni e smalto. Soltanto il nuovo corso avviato da mister Mazzarri riporta risultati ed un minimo entusiasmo. Ma la vita da patron di Moratti è arrivata alla fine e passa la mano. Il resto è storia di questi giorni con l’arrivo di Thohir e l’Inter che diventa di matrice indonesiana.

 

 

I numeri dell’Inter di Moratti

L’epoca iniziata il 18 febbraio 1995 termina definitivamente 15 novembre 2013. L’Inter di Massimo Moratti ha vinto 16 trofei in 18 anni: 1 Mondiale per Club, 1 Champions League, 5 Scudetti, 1 Coppa Uefa, 4 Coppa Italia e 4 Supercoppa Italiana. In queste stagioni si sono alternati 19 tecnici ed un numero incredibile di giocatori. Moratti ha speso tantissimo nella prima fase e praticamente nulla nel dopo “Triplete”, ha visto l’Inter passare da clamorose disfatte a straordinari trionfi.. E’ stato protagonista di una lunga storia che è stata caratterizzata nel bene e nel male da una passione viscerale.

 

La metamorfosi dell’Inter di Moratti

L’Inter di Moratti ha vissuto numerose delusioni e tante vittorie. Tra i momenti neri l’eliminazione subita per mano del Lugano dalla Coppa Uefa 1995-1996 (0-1 a S Siro), la debacle con l’Helsingborg nei preliminari di Champions League 2000-2001, lo 0-6 nel derby con il Milan nel campionato 2000-2001, lo Scudetto perso il 5 maggio 2002 dopo la sconfitta patita con la Lazio. Tra i “bidoni” acquistati in questi anni spiccano Rambert, Caio, Wome, Pacheco, Sorondo, Gresko, Gilberto, Quaresma e Vampeta, tra i fuoriclasse più grandi figurano Ronaldo, Djorkaeff, Vieri, Ibrahimovic, Cambiasso, Eto’o, Milito, Maicon, Baggio, Samuel e soprattutto il bionico Zanetti (su di lui servirebbe un approfondimento a parte). L’apoteosi dell’Inter di Moratti è stata il 22 maggio, il giorno che ha riportato la Coppa dei Campioni in casa nerazzurra a 45 anni di distanza dall’ultimo successo della Grande Inter di Herrera e di Angelo Moratti. L’allenatore simbolo di questi anni è stato Mourinho.

Fatto di alti e bassi il rapporto con i tifosi che lo hanno osannato e contestato a seconda dei momenti. Dai seggiolini tirati in campo dopo il ko con l’Alaves al tripudio post Triplete. L’Inter è passata dall’essere la squadra del “non vincete mai” cantato con scherno dai tifosi delle altre big all’essere l’armata invincibile del “siamo campioni di tutto” urlato con orgoglio e spirito di rivalsa dai sostenitori nerazzurri. Dall’indimenticabile striscione “Noi realizziamo i vostri sogni” esposto a S Siro dai tifosi del Milan, al sogno diventato realtà con quel “Triplete” che in Italia non era mai stato messo a segno da nessuno. Dalle spese folli dei primi anni agli investimenti minimi delle ultime stagioni, dal niente al tutto e poi ancora al niente, dalle parole nobili al gesto dell’ombrello verso Ronaldo, dalle curve chiuse per i razzi tirati a Dida e dallo scandalo passaporti fino ad arrivare ai tanti trionfi. Perdendo per strada Facchetti e Prisco, ma conservando l’amore per una maglia e per la sua storia. Moratti non è un intenditore di calcio, ma è un appassionato di Inter. Irriso e rispettato, vincitore e vinto, tifoso e presidente. Questo e molto di più è stato Massimo Moratti. A lui e alla sua famiglia va un sincero ringraziamento. Da parte dei sostenitori dell’Inter e da parte dei tifosi di tutte le squadre. Nel bene e nel male. Si chiude un’epoca, ma il cognome Moratti resterà per sempre nella storia dell’Inter e del calcio italiano!